Giungevano sul posto nuovi rinforzi con il palese tentativo di sfondare il primo cancello del forte protetto dai compagni. Si cercava inutilmente di aprire un dialogo con le istituzioni al fine di rimandare lo sgombero. Con la consueta arroganza la polizia sfondava e con la forza riusciva ad entrare nell'area del Centro Sociale. Altri 8 compagni, nel frattempo, si barricavano all'interno della struttura vera e propria del forte (secondo cancello). Slogan, comunicazioni stampa, collegamenti in diretta via radio, interventi di alcuni consiglieri comunali, mediazioni degli avvocati del Kollettivo e barricate costruite appositamente non impedivano il secondo sfondamento. A quel punto i compagni asserragliati all'interno della struttura, come ultimo disperato tentativo salivano sul tetto barricando la botola di accesso e con il megafono rivendicavano il diritto ad uno spazio sociale autogestito anche a Verona. Contemporaneamente le forze "dell'ordine" bloccavano ogni accesso nell'area impedendo ogni contatto tra gli 8 occupanti e l'esterno e salivano sul tetto obbligandoli a scendere. Iniziava l'ultima ed inutile trattativa in quanto il "SIGNOR SINDACO PRIMO CITTADINO MICHELA SIRONI" contattata più volte telefonicamente negava ogni mediazione. Come epilogo i compagni venivano caricati di peso sul furgone e portati all'esterno .
Ore 13.30 : il Kollettivo Porkospino si dirigeva presso il Comune per rivendicare una volta di più la necessità di avere "spazi aperti antagonisti" nella nostra città.
KOLLETTIVO PORKOSPINO -C.S.A. FORTE 115 VERONA