R. Quando vidi all'imperial Teatro di Tokyo nel 29 una "Performance" di Antonia Mercie’, "L'Argentina", rimasi affascinato dalla sua bellezza e dalla sua grazia, era la materializzazione dell'idea della danza.

R. Feci due anni di studi intensi alla scuola di Mary Wigman, poi tornai in Giappone.

R. Ci sono due aspetti nella danza di Mary Wigman: la bellezza e la potenza. Rimasi molto affascinato dalla sua capacita’ espressiva, dalla sua carica drammatica, studiai con lei molto duramente. Dopo tornai in Giappone e incontrai Tatsumi Hijikata, ne nacque una nuova concezione della danza, sospesa tra la vita e la morte, il Buto.

R. E' molto difficile rispondere .... . In quel periodo eravamo come accecati dal Sistema Imperiale, una sorta di cecita’ oscurava l'animo dei Giapponesi, penso che lo steso Hirojto fosse come cieco, nessuno avrebbe voluto essere Imperatore del Giappone in quel momento di decadenza. Era un duro me stiere il suo, soprattutto se se cercava di fare l' interesse dei Giappone e della sua gente.

R. Particolarmente Mishima ha prestato molta attenzione alla dinamica della danza Buto, ricordo quando dopo una performance andai con lui al ristorante, Mishima era seduto accanto a me e mi disse "Sei veramente portato per la danza. Questa frase mi colpi’, lui era un grande uomo, un grando a mico degli artisti, ma dovevo stare molto attento ai suoi complimenti, perche' l' importante e’ che la mia danza nasca dalla vita e non da un’ ipotetica predisposizione.

R. Il senso originale dei Buto e’ movimento, inteso come Vita, e’ qualcosa che emerge dal profondo. Una ricerca spirituale, alcuni hanno sviluppato in senso spettacolare la loro arte prediliendo all' aspetto interiore, la potenza fisica, la spettacolarita’ .

R. Si, non c' e’ una forma fissata nella danza Buto, ci sono molti gruppi Buto in Giappone, ognuno ha sviluppato una propria tecnica, una ricerca artistica individuale, una maniera di danzare molto personale, ma l' idea comune, originaria della danza Buto e’ l' attingere nel tesoro interiore e piu’ profondo della propria vita. E particolarmente nel senso di non guardare solo alla vita individuale, ma all' origine dellavita in senso lato, quindi alla Vita con la V maiuscola, a quella dell' Umanita’ interna. Per esempio, ognuno di noi e’ nato da una madre, quindi la nostra posizione originaria, "fetale", era di radicamento nell' utero materno, di connessione con la madre, era un' unica vita. Dopo la nascita, sono due le vite, tuttavia il legame con la madre persiste. Poiche' nessuno puo’ dimenticare la relazione profonda, ancestrale con la propria madre. Per il Buto e’ la stessa cosa, la nostra matrice comune. E’ la stessa, questo grande utero materno, da cui tante vite si sono separate producendo forme espressive differenti. In "Waterlilies", lo spettacolo di questa sera, affronto questo tema, questo radicamento nell' utero materno. Esattamente come io nacqui da mia madre, cosi’ questo spettacolo e’ nato dal profondo dei miei pensieri. Credo che questa "piece", abbia una sua particolare forma di bellezza, e anche una sua stranezza, ho lavorato molto tutta la vita, per arrivare a questa qualita' finale, molto sottile e raffinata. Vorrei inoltre aggiungere qualcosa rispetto alla strana profondita’, del rapporto tra Vita e Morte. A mio avviso la verita’ e’ che la vita non finisce in quella apparente, ma e’ qualcosa che va aldila’ che continua anche dopo la morte.

R. Non credo ci sia qualcosa che ci possa avvicinare al "KA-BU-KI" e al "NO", il KA-BU-KI e' una forma strettamente teatrale, non ho mai seriamente studiato queste forme, quindi non saprei dire che cosa e’ rimasto di esse nel Buto.

R. (Risponde il figlio dei Maestro Yoshito) E' molto difficile per noi rispondere alla sua domanda ........

R. Non ho studiato approfonditamente Nietzsche. Il Buto e’ l'arte della freschezza e della luminosità…. Quando l’ uomo e’ nato era pieno di freschezza e di luminosita’. Il punto e’ riuscire a portar fuori questa luce e mantere la freschezza. Il Buto e’ qualcosa molto profondo. Penso che la danza Buto sia per tutti coloro che sono disposti a lavorare duramente.

R. Sono profondamente convinto che tutti gli esseri viventi ricevano benedizione dai morti sotto forma di radiazioni.

R. Osserviamo i fiori, il fiore sboccia alla vita sollevandosi in verticale. Il problema e’, se noi possiamo sbocciare come fiori. La pianta ha una filiazione circolare, ripete un cerchio naturale, non penso che la vita umana sia un cerchio riproduttivo, per me e’ piuttosto una progressione, continua, qualche cosa che si riproduce nell' altro attraverso una catena di eventi basati sulla “Morte".

R. Sono ottimista in proposito. Gia’ io esisto come individuo e anche mio figlio esiste, per questo motivo viviamo e danziamo separatamente.

R. "Non c'e’ una persona in particolare oltre mia madre. Sono interessato a tutti coloro che sono disposti a lavorare intensamente, per esempio, mentre osservavo i ragazzi di Venezia che hanno seguito il mio Work-shop, sono rimasto profondamente impressionato dai loro movimenti, studiando con me molto duramente sono scesi in profondita’. Sono queste le cose che mi porto dentro, le esperienze a cui attingo". E' ancora affascinante rivelare quell' incontro. La "Vita" ancora una volta prevale sulla "Morte". Forse all' infinito. Cosi’ tante vita si separano e prendono a danzare. Da Kazuo Ohno a Tatsumi Hiiikata, a Usio Amagatzu e agli Shankai Yuku, da Ko Murobushi alle Ariadone di Karlotta lkeda da An zu Furukawa e il suo "BUtter DANCE' di Tokyo a Min Tanaka, in un crescendo di esistenze immerse in un etereo splendore, che si muovono in ogni di rezione come frecce lanciate da un u nico arco, solcando il cielo per toccare la grazia dell' "Infinito".

NOTE

1) Shankay Yuku: gruppo di danza Buto fondato da Amagatzu con performers di rara bravura, le cui straordinarie “performance” in esterni, “Hanging Event” come quella intitolata “Omaggio alla Preistoria” in cui quattro performers si buttavano giu’, con solo una corda legata alla caviglia (senza alcuna misura di sicurezza) dal tetto dei Mutual Life Building di Seattle portarono alla morte di Yoshiyuki Takada che si schianto’ al suolo (la corda che lo teneva appeso alla caviqlia si ruppe), sono ancora oggetto di culto e costituiscono la “mitologia” di uno dei piu’ famosi e spettacolari gruppi di danza Buto.




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