Festa dei popoli in lotta 1997, dal palco allestito per gli ospiti, nell'ambito della Festa dei popoli in lotta dello scorso anno, un instancabile Isaac Velazco, con straordinaria lucidità, ha parlato per ben sei ore, rispondendo a quanti ponevano domande inerenti al Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru, del quale Isaac Velazco è rappresentante in Europa.
Sono quì, ha detto, per portare il popolo sardo a conoscenza della nostra lotta contro il neoliberismo e delle conseguenti devastazioni economiche e sociali dovute alla globalizzazione del capitalismo, sono quì per parlare della condizione in cui centinaia di uomini e donne vivono rinchiusi nelle carceri del Perù.
La mia è una nazione ricchissima, tonnelate di oro, petrolio vengono depredate senza sosta dal capitalismo internazionale, mentre la controriforma di Fujimori ha gettato tredici milioni di peruviani in una situazione di estrema povertà.
Il piano di stabilizzazione, applicato dall'attuale governo, sottomesso ai voleri del Fondo monetario Internazionale e della Banca mondiale, è in termini sociali il più duro mai realizzato. Eppure il sig. Fuijmori si era schierato contro il "piano di trattamento economico d'urto", promettendo una "stabilizzazione senza recessione" che avvrebbe diminuito l'inflazione proteggendo al tempo stesso i salari.
Al suo ritorno da Washington ( dove si era incontrato con il direttore generale del Fondo Monetario Intenazionale) e da Tokyo, Fuijmori aveva cambiato idea, diventando un fervido sostenitore della linea dura.Il volta faccia del sig. Fuijmori costò caro al popolo peruviano, il prezzo del carburante aumentò in poche ore del 3000%, quello del pane del 1200% il prezo dei prodotti alimentari del 450%.
Nel primo anno di governo Fuijmori l'inflazione fu pari al 2172%. Nel 1991 oltre l'83% della popolazione non usufruiva del minimo vitale in termini di calorie e proteine.
Il Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru, ha sempre cercato di dare al governo soluzioni politiche per risolvere il dramma economico peruviano, ma ha ricevuto come risposta soltanto violenza e repressione, il ricorso alle armi fu una scelta obbligata, noi non siamo dei Cristo, non possiamo permetteci di porgere l'altr guancia al nemico affinchè la distrugga. Si emoziona Isaac, il suo parlare rallenta quando ricorda, alla platea, il sacrificio dei 14 compagni massacrati nell'ambasciata giapponese di Lima. Il governo ha scelto la via della strage, l'imperialismo delle multinazionali non poteve permettersi una "sconfitta", un precedente. Al governo proponevamo un negoziato sul problema dei nostri compagni rinchiusi in carcere, la risposta è stata una strage, un massacro. Un massacro che presenta al mondo la vera essenza del neoliberismo, una strage seguita dai paesi imperialisti in modo apatico, nel più vergognoso disinteresse e disprezzo della vita umana.

Da quando le multinazionali si sono impadrinite del mondo, non hanno che generato miseria tra i popoli, saccheggiando, depredando, sfruttando senza ritegno risorse naturali e vite umane in ogni parte del pianeta.

Il neoliberismo è un nemico globale, pertanto non è concepibile un ipotesi di lotta contro di esso, limitata nell'ambito dei propri confini nazionali, la lotta rivoluzionaria deve essere planetaria!