Come potrebbe il mito di Cenerentola non conservare tutto il suo valore!


Tratto da "Il secondo sesso" - Simone De Beauvoir (1949)

Parte della sezione STORIA

Come potrebbe il mito di Cenerentola non conservare tutto il suo valore! Tutto incoraggia ancora le giovani ad attendere dal "principe azzurro" ricchezza e felicità, piuttosto che tentarne da sola la difficile e incerta conquista. In particolare, possono sperare di accedere grazie a lui ad una casta superiore alla loro, miracolo che non può essere ricompensato dal lavoro di tutta una vita. Ma una tale speranza è nefasta perché divide le loro forze e i loro interessi;" per la donna questa divisione è forse l'handicap più grave.

I genitori educano la figlia in previsione del matrimonio e poco si occupano del suo sviluppo personale; anch'ella lo desidera, perché vi vede infiniti vantaggi; ne risulta che ella è spesso meno specializzata, meno solidamente formata dei fratelli, e si impegna meno a fondo nella sua professione; perciò si condanna ad uno stato d'inferiorità, e il circolo vizioso si stringe: questa inferiorità rafforza il suo desiderio di trovare un marito.

Ogni beneficio ha sempre come rovescio una fatica; ma se la fatica è troppo pesante, il beneficio non è più che una schiavitù; per la maggior parte dei lavoratori, oggi il lavoro è una fatica ingrata: per la donna, questa non è compensata da una conquista concreta della sua dignità sociale, della sua liberta di costumi, della sua autonomia economica; è naturale che molte operaie, impiegate, vedano nel diritto al lavoro solo un obbligo da cui il matrimonio può liberarle.

Tuttavia, poiché la donna ha preso coscienza di sé e può anche liberarsi dal matrimonio per mezzo del lavoro, non ne accetta più docilmente la servitù. Ella desidera che il conciliare la vita familiare con un mestiere non esiga da lei sfibranti acrobazie. Anche se questo si avvererà, finché sussistono le tentazioni della via più facile - date dall'ineguaglianza economica, che favorisce alcuni individui, e dal diritto riconosciuto alla donna di vendersi a uno di questi privilegiati- ella avrà bisogno di uno sforzo morale maggiore dell'uomo per scegliere la via dell'indipendenza.

Non è ancora abbastanza chiaro che anche la tentazione è un ostacolo, e tra i più pericolosi. In questo caso, vi si aggiunge una mistificazione; perché in realtà ci sarà una sola vincitrice su migliaia alla lotteria del matrimonio felice. L'epoca attuale invita le donne, le obbliga anche al lavoro; ma fa balenare ai loro occhi paradisi di ozio e di delizie: e ne esalta le elette, ponendole molto al di sopra di quelle che rimangono incatenate a questo mondo terrestre.

Il privilegio economico posseduto dagli uomini, il loro valore sociale, il prestigio del matrimonio, l'utilità di un appoggio maschile, tutto spinge la donna a desiderare ardentemente di piacere agli uomini. Nell'insieme esse sono ancora in stato di dipendenza. Ne consegue che la donna si conosce e si sceglie non in quanto esiste di per sé ma in quanto è definita dall'uomo. Perciò è necessario anzitutto descriverla come gli uomini la sognano: perché il suo essere-per-gli-uomini è uno dei fattori essenziali della sua condizione concreta.


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