Gli occupanti di via del Pratello protestano così contro l'imminente provvedimento. Il comune nega, ma nel frattempo compare un curioso documento che lo smentisce- da Bologna DANIELE BARBIERI
NUDI contro lo sgombero annunciato. Gli occupanti di via del Pratello lo avevano promesso e ieri mattina sono sfilati pacificamente per il centro di Bologna fino a piazza Maggiore senza vestiti, o quasi, ma con l'accompagnamento musicale della Banda Roncati e di tanti poliziotti.
Solo un po' di vernice, slip e qualche collana, tanto per evitare che scattasse la provocazione: qualcuno, infatti, non aspettava altro che il pretesto dell'oscenità per caricarli, e purtroppo la libera Bologna ha brutti precedenti in merito (nel caldo '77 persino il "Living Theatre" finì sui cellulari per "atti contrari alla morale").
Un curioso happening o una goliardata estiva, come dicono i mass-media locali? In realtà c'è sotto ben altro, una piccola storia ignobile che resuscita in città antichi e comodi "capri espiatori".
Contro gli occupanti di via del Pratello è infatti in atto, da tempo, una campagna di criminalizzazione condotta da Il Resto del Carlino (nulla di nuovo sotto il sole) ma anche dall'edizione bolognese de la Repubblica che, del tutto senza prove, attribuiscono a quelli del Pratello ogni malefatta - ma anche gravi attentati - degli ultimi mesi.Perché? In primo luogo, per un riflesso condizionato: parlare d'altro, "vedere i mostri" di comodo, criminalizzare il dissenso. In secondo luogo per far diventare il grave problema degli affitti (e delle case vuote) a Bologna una questione strettamente di ordine pubblico. In terzo luogo, la pedonalizzazione del Pratello non piace a bottegai e automobilisti, cioè ai veri "padroni" della città, e dunque... ogni anomalia va cancellata.
Tutti aspettano lo sgombero da un momento all'altro: anche questo è un tipico "evento" bolognese (già sperimentato contro alcuni centri sociali), il blitz di ferragosto, a città vuota. Naturalmente però non esiste, secondo le fonti istituzionali, alcuno sfratto "forzoso" in vista. Ma a gettare un'ombra di doppiezza su queste dichiarazioni c'è il piccolo scoop del quindicinale (di area rossoverde) "Zero in condotta" che nell'ultimo numero pubblica un inquietante quiz. Sotto il titolo "La strategia della lumaca" (ricordate il film di Cabrera?), "Zero in condotta" propone infatti due documenti anonimi, invitando a riconoscere quale sia il vero.
Un'evidente beffa perché gli appunti degli occupanti sono palesemente falsi e fanno il verso alla campagna di criminalizzazione dei mass-media, mentra l'altro documento (ritrovato sotto il comune da una persona della cui assoluta serietà la rivista si fa garante) contiene alcuni suggerimenti "istituzionali" per lo sgombero.
Ad esempio l'invito a coinvolgere "i servizi sociali del comune" per chiedere loro "se è possibile fare qualcosa perché mamme e bambini si trovino in un altro luogo prima dello sgombero", anche - si dice poco dopo - "per evitare "vendette" che i pulotti farebbero volentieri".
Il direttore della rivista, Valerio Monteventi, che è anche consigliere di Rifondazione comunista ha sottoposto il documento anonimo ai suoi colleghi. Alessandro Ramazza (del Pds) ha subito replicato: "Quel documento è roba nostra". Ma basterebbe un confronto calligrafico per rivelare il nome del finora ignoto autore o autrice di questi "consigli per sgomberare" non propriamente edificanti.
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