Ieri, ad Ancona, ho assistito ad un incontro-dibattito sulla guerra e l'informazione.
Ha partecipato Fulvio Grimaldi, giornalista RAI da circa 15 anni che, da quando sono scoppiati i bombardamenti, si e' licenziato perche' non era piu' in grado di svolgere il suo lavoro in modo serio. Andando al sodo , vorrei riportare quelli che,secondo me, sono stati i punti salienti del discorso. Innanzi tutto ha tenuto a precisare la faziosita' e l'assoluto controllo da parte del potere sulle reti di informazione televisiva, arrivando a dire che gran parte dei giornalisti della Rai si autocensurano perche' sanno bene cosa vogliono sentir dire chi li comanda. Ci ha portato anche degli esempi, come quando la sua direttrice, incaricandogli di sviluppare un servizio sulla situazione in Iraq, gli ha calorosamente consigliato di utilizzare arte e cultura del luogo, usanze e tradizioni ma di non farle assolutamente vedere una sola immagine di un bambino iracheno ammalato a causa degli effetti delle bombe all'uranio impoverito.
Grimalldi ha anche fatto osservare come la guerra in Vietnam sia servita da lezione al governo Americano: durante questa guerra si erano sottovalutate le vie di informazione alternativa che svolsero l'importante compito di contrastare l'informazione del potere e svegliare un dissenso popolare cosi' grande da fermare la guerra.
Si e' parlato poi di quanto possano risultare allettanti ,le immense distese di terra dell' Asia centrale, alle grosse e avide multinazionali che si arricchiscono grazie alle coltivazioni transgeniche e alla produzione di disserbanti ; distese di terre che non hanno eguali al mondo e dovono essere conquistate prima che lo facciano la Russia e la Cina. Il dibattito e' poi proseguito nel campo piu' congeniale a Grimaldi, ossia quello ambientale, e ci ha fatto notare come sia ridicolo correre da convegno a convegno, in giro per il mondo, per accordarsi in merito alla riduzione di qualche piccola percentuale dell' emissione di anidride carbonica (tra l'altro entro un periodo molto lungo), quando poi, in meno di due mesi di bombardamenti, si e' prodotta una quantita' di CO2, considerando gli aerei militari, le navi, gli elicotteri, i mezzi per lo spostamento di truppe,i carri armati ecc.,pari a quella prodotta dalla totalita' dei cicli produttivi in tutto il mondo in un anno.
Senza considerare le nubi tossiche, sprigionate dalle centrali chimiche danneggiate dai bombardamenti,e quelle radioattive, scaturite dalla disgregazione delle testate dei missili all'uranio impoverito.
P.S. prossimamente su "Il Manifesto", "Liberazione", ed altri giornali ci dovrebbero essere le informazioni per richiedere il filmato di Fulvio Grimaldi.
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