CENTRI SOCIALI
In diecimila contro la Lega, la polizia carica
ORSOLA CASAGRANDE - TORINO La polizia carica nella notte la manifestazione
organizzata dai centri sociali per protestare contro la fiaccolata di Bossi.
Prima lacrimogeni per fermare il corteo che si dirigeva verso il ponte della
fiaccolata, poi una vera e propria carica. Ci sono feriti e auto della
polizia distrutte.
Lo slogan della "contromanifestazione" era "Lega la Lega", lo stesso coniato
dalle bands che qualche tempo fa cantavano la xenofobia leghista e tutti
coloro che risolvono il pericolo immigrazione a colpi di pallottole di
gomma, bandite ovunque tranne che in Israele e in nord Irlanda. Ieri sera
quello stesso slogan è stato ripreso da Africa Unite e "Mao e la Rivoluzione".
L'iniziativa del centro sociale era stata vietata dal questore. Ma, dopo
un'intensa trattativa, alla fine è stata autorizzata. Non nel luogo
originariamente indicato dal centro sociale, la riva del Po che ha visto lo
sbarco di Bossi ma su quella opposta.
Anche se lo schieramento di forze dell'ordine era talmente imponente che
oltrepassare il ponte è stata impresa assai ardua.
All'iniziativa hanno aderito almeno 10 mila persone, ma non solo. Molte
associazioni e gruppi che lavorano con i cittadini stranieri si sono
ritrovati in piazza Gran Madre, insieme a chi voleva dichiarare il suo
dissenso e che ha partecipato alle iniziative di "Murazzi" e verdi, i soli
ad aver organizzato le contro-manifestazioni. La scelta di Bossi di sbarcare
ai Murazzi è parsa a molti sinistramente simbolica. I Murazzi, dove un anno
fa un ragazzo marocchino è morto annegato, ammanettato, dopo essere stato
selvaggiamente picchiato dai buttafuori di alcuni locali che non servono da
bere ai "neri".
Il Po che solo qualche mese fa si è inghiottito anche il corpo di un altro
marocchino, finito in acqua in circostanze mai chiarite.
Questa zona di città dove ora si può scendere solo dopo aver mostrato la
carta di identità, "ripulita" da tutti quei marocchini per i quali ora è
"off limits". La scelta di Bossi di sbarcare ai Murazzi dunque è stata
interpretata come l'ennesimo segnale dellaLega che agli stranieri vorrebbe
sparare proiettili di gomma.
La federazione dei verdi del Piemonte ha svolto una sua manifestazione
autonoma: l'"Arca del Po" è partita alle 18.30 "imbracando ai Murazzi tutto
quanto c'era da salvare dall'orda celtica".
Il portavoce dei verdi Carlo Ripa di Meana, assieme al deputato Paolo Cento
hanno navigato assieme a sindaci, associazioni, cittadini stranieri. Dopo
quasi tre ore di navigazione i verdi sono sbarcati nuovamente ai Murazzi,
prima dell'arrivo di Bossi e hanno continuato la loro manifestazione con una
festa multietnica e solidale.