BOLOGNA: CAPITALE NAZIONALE DELLO SGOMBERO
Bologna la dotta chiude la campagna estiva di pulizia politica sgomberando
tre autogestionI in 5 giorni (Pratello 76/78, Mascarella 18, 36
autogestito). La citta' modello di Italia schiera un'occupazione militare
delle ''forze dell'ordine'' nella zona Universitaria e nel Centro Storico
(via Zamboni e via del Pratello), progetta ronde armate antipovero e
cancellate per ''barboni e tossici'', accusa di spaccio l'extracomunitario
accoltellato mesi fa scarcerando nazisti accoltellatori; processa
pubblicamente con tre sgomberi chi non si e' genuflesso e ha perseguito un
diverso modello di vita. Le porte sbarrate si abbattano. Non cancelleranno
le esperienze sociale di migliaia e migliaia di studenti e cittadini nel
mercato delle sale studio (orari limitati per costi altissimi, dai 150
milioni in su') trasformando in un businness per pochi la nostra esperienze
culturale, strozzando nella repressione ogni reale socializzazione
studentesca, ogni lotta sui servizi, ogni lotta politica, ogni progetto
alternativo. Non cancellerano 5 anni di vita di migliaia di persone che
hanno studiato secondo i propri tempi e orari, hanno vissuto una alternativa
culturale dal basso con manifestazioni, mostre, cineforum, seminari,
dibattiti, concerti, lotte al lavoro precario e al caro tasse. I padroni
della citta' sgomberano e regnano incontrastati, vogliono mangiarsi tutto il
possibile riducendo le nostre vite e i nostri spazi ai quartieri cimitero
delle periferia, alla legalita di un muro, ai cellulari notti e giorno,
all'impunita dell'eroina e alla sua concentraziopne in territorio
determinati della citta'. In una Universita' modello del controllo
poliziesco, dell'omologazione culturale, del perbenismo, dell'offerta per
pocchi ricchi, dei progetti mastodontici organizzati ad hoc sulle nostre
teste (bar telematico di Umberto Eco in via Zamboni 25 e chiusura inmediata
del posto), degli studenti managers, con le mani in pasta ad ogni
pianificazione, della mazzetta legale alle associazione di comodo che
incassano denaro liquido e spazi assegnati. Vogliamo spazi per una
Universita' che non sia di comodo affinche amministratori universitari,
sindaco e giornalisti di parte (rete 7) paghino le falsita di mediazioni e
offerte inesistenti, paghino la repressione brutale e l'omologazione
culturale. In questa citta' non abbiamo piu' spazi. Al vento di destra
risponderemo con altri spazi per altri modelli di Universita', per altre
citta'. Non spariremo dietro la falsita di un muro di 5 metri.
I MURI SI ABBATTONO !!!!
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