COMUNICATO STAMPA 21/08/96
Sgomberata alle 7.00 la sala studio occupata autogestita in via Zamboni 36 con imponente schieramento di polizia, carabinieri, vigili urbani guidati dagli ispettori della Digos che hanno militarizzato l'intera zona universitaria, chiudendo qualunque via di accesso.
La sala studio autogestita di via Zamboni 36 era stata occupata nel '91; nei cinque anni di occupazione il 36 ha combattuto lo spaccio pesante, la destra in città e ha permesso la fruizione continua 24 ore al giorno della sala studio.
Tre mesi fà Prefetto, Rettore, Sindaco e Questore dichiaravano di non voler risolvere con metodi militari la questione 36. Il primo Agosto '96 si è svolto un incontro richiesto dal Rettore Fabio Roversi Monaco tra rappresentanze studentesche auto-organizzate, docenti universitari, presidi di facoltà e lo stesso Rettore che in quella occasione ha riconosciuto la leggittimità delle vertenze aperte dal 36 in termini non solo di sala studio ma anche di iniziative di carattere sociale e politico (appoggio alle vertenze dei precari, lotta al razzismo, seminari e dibattiti. )
Nonostante questo negli ultimi mesi si è verificato un notevole aumento dello spaccio di droghe pesanti nella zona di piazza Verdi, fenomeno colpevolmente (volutamente ?) ignorato dalle forze dell' ordine e in parallelo è stato dato il riconoscimento istituzionale ad iniziative di chiaro stampo di destra come quella del Baraccano.Lo sgombero del 36 segue di pochi giorni gli sgomberi delle case occupate di via del Pratello 76/78 e di via Mascarella 18, dimostrando ancora una volta che l' amministrazione cittadina e l' università non conoscono altro metodo che quello repressivo-poliziesco per rispondere ai disagi sociali.
36 occupato e autogestito
22-Agosto-1996 BOLOGNA Sgomberi d'agosto: la polizia chiude anche il "36 occupato" Dopo le case del Pratello e di via Mascarella sgomberate venerdi' scorso, ieri le forze dell'ordine sono tornate nuovamente in azione a Bologna. All'alba hanno circondato la zona universitaria, hanno piazzato i blindati e iniziato a murare gli ingressi del "36 Occupato": una sala studio autogestita dal '91 e riconosciuta per le numerose iniziative politiche e culturali. Si e' chiusa cosi' la campagna di "pulizia" d'agosto con 3 sgomberi in soli 5 giorni: un vero record. A marzo il rettore aveva gia' tentato di chiudere con la forza i pochi spazi utilizzati dagli occupanti - gli unici luoghi dove si poteva studiare fino a notte fonda - ma creando solo scontri e tensioni inutili. Nel giro di qualche ora infatti le sale erano state rioccupate e centinaia di studenti erano scesi in strada. Un'operazione che sollevo' molti dubbi fra professori e direttori di dipartimento, criticata duramente anche dal Siulp, il sindacato unitario di polizia. Il sindaco poi si era fatto addirittura garante di un dialogo fra occupanti e rettorato. Da quel giorno al "36" si sono raccolte oltre mille firme di solidarieta' e intensificate le iniziative: tanto che i primi di agosto il rettore Fabio Roversi Monaco aveva garantito che le attivita' del collettivo non erano certo in pericolo. Ma la "legalita'" ha prevalso ancora con la forza, insieme alle falsita' di istituzioni ancora piu' sorde. E tutto a due passi da piazza Verdi, tornata a essere epicentro dello spaccio di eroina, "dove l'impunita' di tanti spacciatori era sicuramente un tassello di questa operazione" come denunciano gli occupanti. Marco Morri - Manifesto