WTO: inganno di fine millennio

A Seattle i vertici del potere politico ed economico stanno riassestando l'ordine mondiale secondo gli interessi delle multi (ovvero secondo i loro interessi),decidendo in pochi quello che sarà il futuro per molti. Lo stanno facendo ignorando i più elementari diritti dell'uomo, degli animali, e dell'ambiente. Si gioca sulla salute di milioni di persone, sulla pelle di tutto il terzo mondo, sull'ecosistema dell'intero pianeta. In questa terza conferenza del World Trade Organization il Capitalismo intraprende definitivamente la strada della globalizzazione divenendo quindi sempre più transnazionale, secondo le regole (o le non regole) del neoliberismo. Si deciderà sull'uso commerciale dei prodotti transgenici (alterati geneticamente) molteplicemente dannosi: sia per i consumatori, poiché non si è ancora a conoscenza dei risvolti sull'organismo; per l'ambiente, poiché mettono a repentaglio le biodiversità; per i paesi su cui verranno coltivati (principalmente paesi del terzo mondo), poiché saranno per sempre legati ai paesi fornitori e la loro economia sempre più basata sulle monocolture. Stanno ufficializzando l'uso della manodopera dei paesi più arretrati (delle fasce sociali più deboli) per risparmiare sui costi e ingrassare sui profitti: ma in questo modo non aiuteranno economicamente i paesi sfruttati, sia perché sono sottopagati, sia perché la ricchezza rientra tutta e comunque nei paesi che hanno investito (quelli del primo mondo). Dall'altro canto, aumenta vertiginosamente la disoccupazione nei paesi ricchi…sono sempre le/i più povere/i che ci rimettono.
scontri seattle Ma tutto questo non ci sorprende, poiché è conseguenza ovvia e inevitabile del capitalismo. Il problema non va risolto regolarizzando il comportamento delle multi, ma abbattendole e combattendole direttamente, come si abbatte e si combatte lo stato! E come si globalizza il mercato, così dobbiamo globalizzare la nostra lotta, cooperare nelle diversità, scoprire e costruire nuovi passaggi di interAzione. Scendiamo nei terreni dove più è forte il potere, come nel campo mediatico e telematico, riappropiamoci di spazi di libertà, diffondendo controinformazione e costruendo cooperazioni che annullino le distanze…proprio come l'esperienza dei/lle compagni/e a Seattle in questi giorni ci sta insegnando.


IL CAPITALE E' UNA GRANDE VETRINA,
DAJE CON I CALCI!


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