INTERVISTA A ISAAC VELAZCO , RAPPRESENTANTE EUROPEO DELL'MRTA

Radio Onda Rossa 87.9 FM
Roma 6-1-97

Intervista e traduzione dallo spagnolo curate dal Comitato di solidarietà CARLOS FONSECA.

D. Buona sera, Isaac; volevamo farti alcune domande sull'attuale situazione che stanno vivendo i compagni detenuti, i peruviani tutti, e come si va sviluppando l'occupazione dell'ambasciata giapponese.
La prima osservazione e' rispetto alla situazione di stallo che denunciano anche i giornali e la stampa internazionale attraverso un sostanziale silenzio e disinteresse; anche qui in Italia se ne sta parlando poco. Questa situazione e' comunque preoccupante visto che crea maggiori condizioni per un possibile intervento militare. Cosa pensi rispetto a questo?

R. Buona sera a tutti i compagni italiani. Rispetto a questa inquietudine bisogna intanto riconoscere un'oggettivita'. Cio' che ha impedito fino ad ora un intervento militare e' stato che gli occhi del mondo, attraverso le telecamere di molte televisioni, sono rimasti fissi sull'ambasciata giapponese in Peru'. Ovviamente il dilungarsi di questa operazione -ormai piu' di 21 giorni- sta, per cosi' dire, stancando i giornalisti che a mano a mano stanno andando via e questo crea le condizioni affinche' il governo pretenda un intervento militare per tentare la liberazione dei prigionieri di guerra. Pero', come abbiamo gia' detto, i compagni del commando Edgar Sanchez, sapranno respingere l'attacco e in tutti i casi combatteranno fino all'ultima conseguenza. Tutto cio' che li' accadra', sara' assoluta responsabilita' del sig. Alberto Fujimori. Siamo convinti che l'unica forma per impedire che cio' avvenga sia l'attiva partecipazione dei settori progressisti del mondo, esigendo un negoziato per risolvere questa crisi. Esiste in Peru' un detto popolare che dice - Solo dio e gli imbecilli non cambiano -. Credo che Fujimori non sia dio ed evidentemente dovra' dimostrare il contrario.

D. Un'altra domanda che crediamo sia necessaria e' rispetto alle reazioni dei compagni detenuti. Le informazioni che abbiamo ci parlano, ad esempio, di un rafforzamento delle misure di sicurezza nelle carceri. Come stanno reagendo i compagni detenuti rispetto a quanto avviene nell'ambasciata giapponese?

R. Le condizioni di prigionia dei nostri militanti si sono aggravate. Dall'inizio della crisi, secondo disposizioni di sicurezza i compagni sono reclusi 24 ore al giorno e non hanno diritto a nessuna visita. Sappiamo inoltre che, sempre per misure di sicurezza, non e' permesso l'ingresso nelle carceri nemmeno alla Croce Rossa e l'isolamento fisico dei prigionieri politici e' sempre maggiore . Ci sono pero' anche notizie giornalistiche poco affidabili che hanno come obiettivo quello di creare, in alcuni settori della societa', condizioni psicologiche tese a giustificare il governo. Questi giornali affermano che i compagni del MRTA detenuti sono gia' pronti a tornare in montagna con le proprie uniformi e che hanno gia' a disposizione mezzi di comunicazione tra loro e tra i diversi bracci in cui sono reclusi. Dovrebbero spiegarci come e' possibile che questi compagni, isolati l'uno dall'altro, abbiano potuto avere un'uniforme, un walkie talkie e come e' possibile un tale livello di organizzazione vista la brutale condizione di isolamento alla quale sono sottoposti , se non come frutto della fantasia di questi sedicenti giornalisti che stanno creando le condizioni per giustificare la repressione. Ribadisco che i prigionieri del MRTA non ricevono nessun tipo di visite, si trovano in totale isolamento e restano rinchiusi per tutto il giorno.

D. Fino ad oggi, soprattutto sui mezzi di stampa, poco si e' parlato dell'attore fondamentale della crisi peruviana: il popolo peruviano, la massa dei diseredati del Peru' che probabilmente appoggia il MRTA. Come stanno reagendo i settori proletari del Peru' all'azione armata del MRTA nell'ambasciata giapponese?

R. I peruviani, soprattutto i settori popolari, sono stati particolarmente colpiti dalla politica repressiva del regime. L'organizzazione popolare e' stata privata dei suoi maggiori dirigenti che sono stati arrestati ed accusati di appartenere alla sovversione e ai movimenti guerriglieri. Questo crea una particolare cautela tra la popolazione che ovviamente in questo momento non sta manifestando direttamente la sua posizione. Quelli che si stanno esprimendo pubblicamente sono i settori della classe medio-alta gia' convocati dal governo affinche' si esprimano contro il MRTA. Bisogna pero' sottolineare un aspetto fondamentale: le manifestazioni convocate dal governo intorno all'ambasciata giapponese, per dimostrare il rifiuto popolare all' MRTA, a poco a poco si sono convertite in un appoggio ad una soluzione pacifica e, indirettamente, ad un appoggio al MRTA. In una notizia di un telegiornale di ieri sono apparse quattro signore che stavano pregando davanti all'ambasciata giapponese. Alla domanda di cosa stessero facendo li', loro hanno risposto che stavano pregando per gli ostaggi e per i militanti dell'MRTA, affinche' ci sia una soluzione pacifica.
Tutto cio' dimostra che al governo non resta che il negoziato. Il Popolo comincia a rendersi conto che il signor Alberto Fujimori non e' invincibile, che puo' essere sconfitto uscendo lentamente dall'apatia; anche se con tante paure il Popolo comincia a manifestarsi contro la dittatura di Fujimori. Quanto detto e' dimostrato anche da una inchiesta presentata nei giorni passati da una societa' peruviana. La domanda era: cosa crede accadra' nell'ambasciata? E' per una soluzione militare o no? Ben il 26% dei peruviani appoggia la ricerca di una soluzione pacifica e solo il 4% non sa cosa rispondere. Questo dimostra che Fujimori non genera piu' tanto terrore, tanto panico tra una popolazione che a poco a poco sta uscendo dal suo stato di riflusso, poco a poco inizia a manifestare la sua contrarieta' al regime, avendo la garanzia dell'esistenza di una organizzazione che assume le sue stesse proposte, che assume la difesa dei suoi interessi e che lottera' fino alle estreme conseguenze contro la dittatura e il suo modello neoliberale.


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