Dopo titubanze e mezzi comunicati, attraverso le pagine del Manifesto,
erettosi a "sponsor ufficiale", abbiamo finalmente appreso che i promotori
della "tre giorni di Venezia" del 12-13-14 settembre, possono ufficialmente
vantare l’adesione a tale incontro di una delegazione dell’Ezln.
Malgrado
ciò, tale manifestazione continua ad evidenziarsi, a nostro avviso, come
innervata su contenuti che non possiamo esimerci dal definire mistificatori
e opportunisti, in quanto di fatto strumentalizzano un’esperienza di lotta
come quella dell’Ezln, per usarla a particolaristici fini
politico-istituzionali, mirati più a garantire miserevoli spazi di
compromissoria agibilità politico-economica (vedi "imprese sociali", "non
profit", ecc.), che a "costruire sperimentazione di un agire politico che
apra nuovi orizzonti alla trasformazione sociale e all’articolazione del
contropotere", come pretenderebbe l’associazione "!Ya basta!".
Una scelta coraggiosa, quella di far uscire dei comandanti dal
Chiapas, ma
politicamente sbagliata se calata nello specifico contesto italiano. Come
militanti comunisti organici al Coordinamento Nazionale che ha contribuito,
per l’Italia, all’organizzazione del II Incontro Intercontinentale in
Spagna, ci sentiamo in diritto (e dovere!) di sottolineare, anche al
subcomandante Marcos, che questa scelta va oggettivamente a legittimare
forze politiche (Rifondazione Comunista, Pds e sindacati confederali) e
soggetti istituzionali (Cacciari e Rutelli) che di fatto sono i pilastri di
"sinistra" delle politiche neoliberiste in Italia, ieri impostate dal
governo Berlusconi e oggi più proficuamente (per il capitale!) proseguite
dal centro-sinistra: basta ricordare gli accordi del luglio 1993 ed il
"pacchetto Treu" sulla precarizzazione del lavoro.
Noi riteniamo che le differenze siano una ricchezza vitale, ma a
patto che
si inseriscano in un progetto di ricomposizione di classe caratterizzato dal
permanente conflitto tra capitale e lavoro: si tratta sempre e comunque di
ridefinire la soggettività come discriminante all’interno di percorsi di
lotta e conflitto sociale. Siamo ancora convinti che i percorsi
ricostitutivi del soggetto collettivo rivoluzionario non passano per gli
atrii e le anticamere di qualsivoglia potere istituzionale, piu’ o meno
localisticamente delimitato e "aperto" ad ipotetiche istanze federalistiche
e "imprenditorialmente autogestionarie".
Non ci sembra di scorgere traccia alcuna nè di democrazia diretta
nè di
effettivo "autogoverno dei produttori" (Marx) tra le fila slabbrate dei
federalisti cooperanti e solidali e dei loro attuali interlocutori.
Per tali motivi, siamo convinti che non partecipare alle iniziative in
programma a Venezia sia un contributo alla chiarezza politica.
PER L’AUTONOMIA DI CLASSE:
CENTRO DI COMUNICAZIONE AUTONOMO
-BOLOGNA
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE "F. LO RUSSO"
-BOLOGNA
CENTRO DI COMUNICAZIONE ANTAGONISTA
-CREMONA
CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO "G. DORDONI"
-CREMONA
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE
-PARMA
ASSEMBLEA PER L’AUTONOMIA DI CLASSE
-ROMA
GRUPPO DI STUDIO PER LA CRITICA DELLA POLITICA E IL SOGGETTO COLLETTIVO
-ROMA
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE "SENZA PAZIENZA"
-TORINO
CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO "MURAZZI"
-TORINO
CENTRO SOCIALE OCCUPATO "ASKATASUNA"
-TORINO
Questo appello è aperto al contributo di tutti/e i compagni/e e tutte le
realtà nazionali.
Per adesioni: Fax 0372-38328