Questo 11 novembre dedicato al futuro

(Antonio Onorati Presidente del Comitato Italiano Ong Forum)


Signor Direttore Generale della FAO, Diouf
Signor Sindaco Rutelli
Signor Presidente Regionale, Badaloni
Signore della Presidenza

Voi tutti che siete arrivati, m'immagino con difficolta', da luoghi cosi' diversi e cosi' lontani,
Vi porgo il saluto clamoroso del Comitato Italiano organizzatore del FORUM delle ONG sulla sicurezza alimentare.

Ci ritroviamo in questa stazione dopo un lungo percorso che ci ha portato ad esprimere con forza le riflessioni, le critiche, le aspettative delle societa' civili dei nostri paesi sulla insicurezza alimentare che attanaglia il presente e - prevedibilmente anche il futuro - di almeno un quinto dell'umanita'.

Non spetta a me avanzare giudizi sul Vertice Ufficiale, ne presentare una presa di posizione perche' questo lo faremo tutti insieme.

Vorrei solo ricordare come abbiamo inteso la costruzione di questo evento noi che a partire dall'otto agosto di questo anno abbiamo avuto la responsabilita' - e la gioia - di renderne possibile la sua realizzazione contando solo su quello che avevamo disponibile: poche risorse finanziarie ed una grande disponibilita' da parte di associazioni, singole persone, istituzioni locali, come il Comune e la Regione.
I risultati sono sicuramente inferiori a quello che noi avremmo voluto fare ed a quello a cui voi avreste diritto, ma questo ritrovarci e' comunque il risultato piu' importante che volevamo raggiungere.

Abbiamo bisogno di strumenti, i piu' diversi, per costruire dei giorni che abbiano un futuro.

Raccogliendo le ide, i suggerimenti, le aspirazioni che ci venivano da tutti voi abbiamo tentato di costruire uno spazio in cui gli attori sociali in prima linea nella battaglia per sconfiggere l'insicurezza alimentare potessero portare ai Capi di Stato e di Governo le loro irrinunciabili, le loro priorita' non piu' rinviabili.

Le risorse limitate ci hanno obbligato a chiedere a ciascuno di voi un grande sforzo di soidarieta' perche' si potesse sostenere la piu' ampia partecipazione delle organizzazioni provenienti dai diversi Sud del mondo, in particolare di quelle che spesso si trovano ad essere le piu' lontane da eventi internazionali in cui si gettano le basi per la vita delle future generazioni.

Donne, contadini, popoli Nativi, pescatori, debbano poter dare a questo nostro Forum il contributo piu' rilevante, cosi' come le Ong che li sostengono.

Molti sono attraversati dal dubbio che questi eventi siano solo un inutile dispendio di risorse, noi ci siamo convinti - al contrario - che centinaia di milioni di donne e di uomini che ogni giorno devono battersi per garantire la propria sopravvivenza, non solo hanno diritto di esprimere e far valere i loro diritti, ma hanno la capacita' di proporre soluzioni che sarebbero a sicuro vantaggio dell'intero pianeta. Allora e' necessario starli ad ascoltare, far salire le loro voci - con dignita' - fino a chi ha il compito e la responsabilita' di governare le nostre vite.

Basandosi su millenni di esperienza, sulla profonda conoscenza delle proprie necessita' e dei propri sistemi di coltivazione, le comunita' rurali hanno sviluppato molteplici strategie agricole imperniate sulla sofisticata gestione delle risorse naturali, non come strumento di produzione ma come radici della loro esistenza.

Queste esperienze, abbiamo sperato di farle arrivare a questo Forum, ci auguriamo che stiano gia' qui tra noi per essere il filo conduttore della settimana romana.

Ne' il mercato, ne potenti governi, saranno mai capaci di ridistribuire il cibo necessario a sfamare i poveri sparsi ai quattro angoli del Pianeta dove si vive nell'insicurezza alimentare crescente.
Senza il protagonismo di quei miliardi di donne che piu' pagano per la loro poverta', senza l'azione attiva dei contadini, dei POpoli Nativi, dei pescatori e di quanti appoggiano i loro sforzi per resistere, qualsiasi piano d'azione sottoscritto dai Governi che pretenda di ..."sradicare la poverta' e la fame nel prossimo quarto di secolo..." e' votato comunque al fallimento.

Nei prossimi due giorni il compito che ci aspetta e' quello di far emergere le nostre proposte da presentare ai Capi di Stato e di Governo. Questo gesto, per noi, deve andare ben oltre del contenuto della nostra presa di posizione, si deve imporre come metodo di dialogo perche' non ci sia mai piu' un altro massacro di Eldorado dos Carajas, un altro tragico 17 aprile a minacciare chi solo chiede il diritto a vivere.

Di fronte al fallimento evidente delle politiche di sviluppo agricolo basate sull'illusione dell'incremento permanente delle rese per ettaro e sulla capacita' di sopprimere al crescente bisogno alimentare delle popolazioni attraverso uno sviluppo dell'esportazione delle materie prime di origine agricola o naturale, continua a mancare quella svolta decisiva verso la sicurezza alimentare garantita dalla durabilita' dello sviluppo dei territori rurali di cui tutti vedono l'urgenza.

Allora sarebbe ben poca cosa - da parte nostra - fare l'elenco di molte verita'