LE ONG RICORDANO CHE:


· Tutte le persone hanno diritto alla sicurezza alimentare;
· Ogni popolo ha diritto a nutrirsi da solo;
· Ogni Stato ha diritto alla sua sovranità alimentare e quindi deve poter ridurre al minimo la sua dipendenza alimentare dall’esterno;
· Le politiche d’aggiustamento strutturale contrastano le politiche di sicurezza alimentare
· Ad oggi, la sicurezza alimentare non è una priorità di alcune delle istituzioni internazionali più rilevanti come il FMI, la Banca Mondiale e l’OMC.
· E’ fondamentale, soprattutto nei paesi esposti al rischio d’insicurezza alimentare, riconoscere una priorità e centralità assoluta all’agricoltura ed ai territori rurali: questi restano il motore principale dello sviluppo del paese.
· Lo Stato deve rappresentare il Paese ed i suoi interessi controllando l’impatto delle politiche di importazione ed esportazione.
· I governi hanno la responsabilità più importante nella definizione e promozione delle strategie di sicurezza alimentare.
· Le Organizzazioni Internazionali. devono promuovere una reale cooperazione internazionale ed una forte assistenza in materia di Agricoltura e alimentazione, ridefinendo la funziona e le strutture della FAO che deve essere riconosciuta come la più alta autorità internazionale in materia ridimensionando il ruolo usurpato in materia agricola dall’Organizzazione Mondiale del Commercio .
· I grandi operatori privati e multinazionali devono essere ricondotti entro un quadro definito dalle organizzazioni internazionali ed intergovernative.
· Le organizzazioni di cooperazione e di solidarietà, nel loro operato concreto, debbono accordare priorità alle rafforzamento delle strategie di sicurezza alimentare, alla partecipazione delle popolazioni rurali, al rafforzamento istituzionale delle associazioni dei contadini e degli agricoltori e di quanti hanno - nella società civile - un diritto di parola sulle questioni dell’alimentazione e dell’agricoltura . Debbono sostenere la collaborazione tra diverse organizzazioni nelle diverse e tra le diverse regioni del Pianeta.

COSA CHIEDONO LE ONG ?

Soprattutto che:
· sia assicurato l’accesso agli alimenti attraverso politiche che aggrediscano le cause della povertà.
· La crescita della produzione, nelle zone a forte deficit alimentare ed a forte crescita demografica deve farsi attraverso la garanzia del rispetto della biodiversità e deve avere il carattere della durabilità della produzione agricola.
· L’intensificazione della produzione agricola non deve necessariamente ripercorrere le vie dell’agricoltura industrializzata, al contrario la diversificazione dei rischi richiede una diversificazione delle produzioni e delle funzioni dell’agricoltura.
· Per trarre il massimo di utilità in termini di sviluppo durevole e di sicurezza alimentare le politiche agricole devono privilegiare l’agricoltura familiare e contadina soprattutto quella che produce per il mercato locale e regionale, oltre che per l’autoconsumo.
· Nelle zone ecologicamente fragili, ma non solo, l’agricoltura deve svolgere un ruolo fondamentale nel mantenimento ed il miglioramento della gestione delle risorse naturali, sviluppandovi un’agricoltura che abbia dei suoi specifici obbiettivi, diversi da quelli degli alti risultati per unità.
· gli Stati siano i primi responsabili delle strategie di sicurezza alimentare. A questo livello devono essere concepite e gestite le politiche di sicurezza, garantendo un diritto alla sicurezza alimentare .
· siano perseguite politiche dell’occupazione e dei trasferimenti sociali per garantire la solidarietà interna necessaria per l’accesso minimo e permanente agli alimenti.
· le Politiche internazionali non possano privare gli Stati degli strumenti e dei mezzi per attivare le proprie politiche di sicurezza alimentare; l’aggiustamento strutturale e le politiche di cooperazione devono rispettare questa priorità.
· sia attuata una revisione profonda delle regole del GATT, della PAC, e degli altri più importanti accordi di libero scambio per escludere da questi gli alimenti poiché questi non possono essere considerati una merce come qualunque altra
· sia impedito usare politiche di dumping comunque camuffate,
· sia rispettato il diritto a proteggere la propria produzione agricola per le utilizzazioni interne e la qualità dei propri consumi alimentari
· sia consentita una apertura preferenziale per le eventuali esportazioni di prodotti agricoli provenienti da paesi poveri che diano priorità alle strategie di sicurezza alimentare ed alla agricoltura familiare,
· in termini di eventuali aiuti alimentari siano privilegiate le triangolazioni, l’approvvigionamento sui mercati regionali, comunque sia esclusa la concorrenza con i prodotti locali
· siano rafforzate le organizzazione sociali locali in particolare quelle dei contadini, dei piccoli pescatori, dei Popoli Nativi, attori principali e responsabili della gestione durevole delle risorse naturali rispettandone le priorità e l’autonomia nelle decisioni sulle strategie di sviluppo.
· Sia garantito l’accesso alla terra ed ai metodi di produzione socialmente giusti ed ecologicamente sostenibili;
· siano realizzare le riforme agrarie in modo effettivo e compiuto
· sia garantito l’accesso al credito ed alle tecnologie in particolare per le aziende familiari e le comunità locali.
· siano migliorati i circuiti di commercializzazione tra produttori, trasformatori e consumatori. privilegiando quelli più brevi · sia difesa la diversità delle specie, razze e varietà utilizzate nella diversificazione delle produzioni di alimenti e dei sistemi di produzione stessi.
· Per evitare gli errori della Rivoluzione Verde, si dia priorità, a livello nazionale ed internazionale, a programmi di ricerca finalizzati allo sviluppo durevole dell’agricoltura ed a tecniche rispettose della biodiversità ed appropriate ai piccoli agricoltori, alle aziende familiari, alle comunità locali.
· si eviti che le strutture di ricerca dipendano dalle grandi imprese agroalimentari e che queste sviluppino tecnologie - come quelle di ingegneria genetica - che contrastano profondamente con la possibilità di uno sviluppo durevole. dei territori rurali · si rifiuti qualsiasi brevettazione del vivente poiché questa impone - secondo quanto previsto dalle normative vigenti - un controllo commerciale esclusivo sulle risorse genetiche.
· si promuova a tutti i livelli la partecipazione delle organizzazioni locali nella determinazione delle priorità e degli assi di ricerca, consentendo così ai ricercatori di avvantaggiarsi anche del sapere locale, tradizionale e "informale".

Siamo convinti anche noi che "...la civiltà è un’architettura di risposte... La felicità non è proporzionale alla massa di risposte, ma alla loro ripartizione. Bisogna trovare un equilibrio...ma il mondo si occidentalizza. Sono (gli occidentali) talmente affascinati dal rendimento dello strumento che hanno perso di vista l’immensità infinita del cantiere di lavoro..."(da "L’aventure ambigue" di Cheikh Hamidou Kane, UGE, Paris 1961).



ONG Forum on food security

Contro il vertice degli affamatori del mondo Home Page