ALCUNE CONSIDERAZIONI SU QUESTIONE KURDA E REPRESSIONE DEI CONFLITTI

 

La questione kurda, portata alla ribalta dai media con la venuta in Italia di Ocalan merita alcune brevi considerazioni che facciano chiarezza sulla portata internazionale e sugli interessi che accomunano stato turco, stato italiano e blocco occidentale.

  1. La Turchia è infatti membro della NATO (organizzazione militare per la difesa degli interessi capitalistici internazionali) e per di più occupa un posto chiave, quello mediorientale, laboratorio decisivo nella lotta in corso tra le potenze mondiali per la ridefinizione dell’influenza politico-economica; laboratorio da pacificare in vista del futuro mercato mediorientale, valvola di sfogo per gli investimenti privati europei e/o americani;
  2. L’Italia, in questo senso, è in prima linea, essendo il secondo partner commerciale della Turchia e fornitrice ufficiale di armi ed elicotteri da guerra che poi vanno a bombardare i villaggi kurdi;
  3. La Turchia, infine, è snodo di passaggio fondamentale per lo smercio, parallelo e non estraneo al mercato ufficiale, di armi ed eroina verso l’Europa.

A sostegno della lotta del proletariato kurdo, sabato 20 febbraio si è svolta a Roma una manifestazione durante la quale è stata colpita la sede delle linee aeree turche; mercoledì 3 marzo a seguito di ciò la risposta è stata 6 arresti e 60 perquisizioni in abitazioni di compagni/e e spazi occupati.

Questa operazione intimidatoria e repressiva non ci stupisce: alle soglie del Giubileo, in piena campagna mass-mediatica sulla necessità di una tregua sociale in vista dell’anno santo e soprattutto in vista dell’attuazione dei provvedimenti previsti dal patto di natale sullo sviluppo e l’occupazione, non è concessa nessuna turbativa dell’ordine e della pace sociale.

L’operazione "girasole" va letta inserendola in quella strategia di controllo e repressione preventiva sviluppatasi nell’ultimo decennio che attraverso il patto concertativo tra governo padroni e sindacati e dotandosi di una diffusione capillare del controllo mira ad eliminare preventivamente la possibilità stessa di conflitti sociali e politici.

 

Nell’esprimere il massimo di solidarietà con tutti i compagni imprigionati e perquisiti

e nel pretendere la loro immediata liberazione,

ribadiamo che l’internazionalismo o è anticapitalista o non è.

SOLIDARIETA’ E LIBERTA’ PER IL PROLETARIATO KURDO E
PER I COMPAGNI ARRESTATI!

AUTORGANIZZIAMOCI A PARTIRE DAI NOSTRI BISOGNI CONTRO la tregua sociale, contro l’oppressione capitalistica!

 

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