ALCUNE CONSIDERAZIONI SU QUESTIONE KURDA E REPRESSIONE DEI CONFLITTI
La questione kurda, portata alla ribalta dai media con la venuta in Italia di Ocalan merita alcune brevi considerazioni che facciano chiarezza sulla portata internazionale e sugli interessi che accomunano stato turco, stato italiano e blocco occidentale.
A sostegno della lotta del proletariato kurdo, sabato 20 febbraio si è svolta a Roma una manifestazione durante la quale è stata colpita la sede delle linee aeree turche; mercoledì 3 marzo a seguito di ciò la risposta è stata 6 arresti e 60 perquisizioni in abitazioni di compagni/e e spazi occupati.
Questa operazione intimidatoria e repressiva non ci stupisce: alle soglie del Giubileo, in piena campagna mass-mediatica sulla necessità di una tregua sociale in vista dell’anno santo e soprattutto in vista dell’attuazione dei provvedimenti previsti dal patto di natale sullo sviluppo e l’occupazione, non è concessa nessuna turbativa dell’ordine e della pace sociale.
L’operazione "girasole" va letta inserendola in quella strategia di controllo e repressione preventiva sviluppatasi nell’ultimo decennio che attraverso il patto concertativo tra governo padroni e sindacati e dotandosi di una diffusione capillare del controllo mira ad eliminare preventivamente la possibilità stessa di conflitti sociali e politici.
Nell’esprimere il massimo di solidarietà con tutti i compagni imprigionati e perquisiti
e nel pretendere la loro immediata liberazione,
ribadiamo che l’internazionalismo o è anticapitalista o non è.
SOLIDARIETA’ E LIBERTA’ PER IL PROLETARIATO KURDO E
PER I COMPAGNI ARRESTATI!
AUTORGANIZZIAMOCI A PARTIRE DAI NOSTRI BISOGNI CONTRO la tregua sociale, contro l’oppressione capitalistica!