Aggiornamenti processo contro gli anarchici
Fine del primo intervento della difesa (avvocato Calia).

[09.03.2000]

Oggi è ripresa l'udienza per permettere al primo avvocato della difesa di proseguire la sua requisitoria; l'avvocato C. Calia ha esaminato la posizione dei suoi 13 assistiti operando nel contempo una sistematica destrutturazione e delegittimazione dei collaboratori di giustizia. Indicate le prossime scadenze delle udienze (aprile).

Difendendo i suoi imputati l'avvocato Calia non ha potuto fare a meno di riesaminare la credibilità degli accusatori generali di questo processo. ha quindi parlato della Namsetchi e di come indichi nell'oggetto del sostentamento tramite le rapine delle non meglio indicate tipografie (una in Sardegna e una in Sicilia) in fallimento o in gravi condizioni economiche (quando si parla parallelamente di rapine da 700 milioni); la Namsetchi parla di giornali da finanziare (clandestini secondo CC e pm, in realtà in pubblica vendita e distribuzione, Gas, Anarchismo e Canenero) quando quello specifico di cui parla (Canenero) iniziò ad uscire dopo il suo 'pentimento'.

In questo caso sia il direttore responsabile del settimanale che due dei redattori nella cui casa veniva stampata la rivista sono stati inquisiti senza alcuna prova: sono anarchici e tanto basta. Non c'è né prova diretta né testimonianza diretta su alcun presunto crimine da parte loro. Così pure per altri imputati che sono stati chiamati in causa dalla Namsetchi solo in risposta affermativa a domande del pm tipo "Conosceva Tizio?".

Vengono inclusi nell'accusa di banda armata quindi familiari dei detenuti, persone che la N. ritiene colpevoli di eventi peraltro mai avvenuti a causa di domande banali (accusa alcuni di attentati alla Standa perchè altri gli hano chiesto dov'era la filiale più vicina)

La 'sudditanza psicologica' dei testi dell'accusa raggiunge qui il suo parossisimo nella volontà di 'favorire', per dirla all'acqua di rose, l'impianto accusatorio degli inquirenti.

Per gli imputati di reati specifici (per quelli di reati associativi il legame organico risulta essere alla fine qualsiasi tipo di frequentazione, conoscenza o amicizia) sia le deposizioni della Namsetchi che quelle dei membri della famiglia Sforza.

La N. chiama in causa per le rapine di Trento persone come conviventi o conoscenti degli arrestati il tutto per 'sentito dire'o tramite supposte confidenze del suo compagno. In realtà continua a non riferire alcun particolare sulle rapine o su altri eventi criminosi, anche rispetto allo stesso cui sarebbe stata protagonista. Confonde nomi e supposti 'nomi di battaglia' solo per giustificare la propria confusione rispetto a persone mai viste ma 'nominategli'. E ancora, la frequentazione dei procedimenti penali da parte dia chicchessia si trasforma in appartenenza alla 'banda', i presunti bottini della banda si moltiplicano o dividono a seconda delle esigenze accusatorie, i contatti tra anarchici dentenuti (anche dopo il suo 'pentimento'), i gestori nominativi delle casse e comitati di solidarietà divengono prova di strutturazione organiica, e soprattutto vengono citati diversi episodi criminosi senza che si sia trovato il benché minimo riscontro da parte degli inquirenti né in questo né in altri procedimenti.

Tutte le accuse in merito all'appartenenza all'associazione, alla 'banda' e relative alle rapine, ai sequestri provengono, oltre che dalla Namsetchi, dai membri della famiglia Sforza: vengono indicate come correi di rapina persone mai viste né direttamente sentite nominare ma indicate tramite supposti soprannomi che mai hanno trovato riscontro. Gli eventi cui fanno riferimento gli Sforza sono raccontate in modo da non trovare alcun riscontro nella realtà dei fatti come verificati sia dagli inquirenti sia dai testimoni oculari.

Viene sottolineato dalla difesa come gli Sforza si siano sempre attenuti ad una linea di comportamento che implicava la loro testimonianza come prova decisiva per la condanna nei confronti di altre persone ma nello stesso tempo li scagionava sempre da serie conseguenze penali in virtù della loro collaborazione.

In generale la linea che ne consegue indica che l'inchiesta nel suo insieme, spogliata dai suoi episodi specifici, molti dei quali non in oggetto del presente procedimento, si regge esclusivamente sulle testimonianze di persone psicologicamente duttili, ricattabili, facilmente assoggettabili comunque alle volontà di chi possa condurre un'inchiesta in cui gli imputati possano essere coinvolti con semplici citazioni - basta che siano anarchici.

L'avvocato Calia ha coerentemente chiesto l'asoluzione per tutti i suoi assistiti.

Le udienze proseguiranno con gli interventi della difesa i giorni 11, 12, 13 aprile 2000, sempre nell'aula bunker del Foro Italico di Roma alle ore 9.00. Il pubblico può assistere.

from: pasica@ecn.org