Aggiornamenti
processo contro gli anarchici
Udienza del 4 marzo (parla la parte civile)
[04.03.2000]
Stamane sabato 4 marzo ha preso la parola l'avvocato dello Stato che si è costituito parte civile contro gli imputati.
L'accusa ha praticamente ripercorso l'accusa generale del pm Marini, attenendosi alle accuse più generali contro gli imputati, quelle associative. Ha intanto ribadito il carattere non politico del processo, dicendo ovviamente che non è un processo alle idee anarchiche (questione che vedremo poi a fine processo come sia assolutamente falsa, stando anche alle dichiarazioni stesse dell'accusa) ma che è la semplice applicazione del codice penale democratico, che ha allargato l'articolo (dell'era fascista) contro le associazioni socialiste e anarchiche a quelle eversive contro i poteri dello Stato. ha così disquisito a lungo sulla bontà dello Stato attuale e sulla sua permissività in materia di tolleranza dell'opposizione politica eccetto quella che si propone il sovvertimento dello stesso con metodi violenti. C'è anche spazio per un volo pindarico riguardante l'ordine democratico definito 'non scarale' come ai tempi di re ed imperatori, un potere 'non rigido ma al servizio della nazione', che può tollerare quindi qualsiasi cosa resti nell'ambito della dialettica.
Le altre questioni fondamentali che sono state toccate sono state quelle del 'capo' della banda, che secondo l'accusa, a differenza delle organizzazioni armate di stampo marxista-leninista, può non porsi nel caso di gruppi anarchici; viene però riconosciuto ad A. Bonanno un ruolo particolare per la sua 'posizione predominante' escludendo qualsiasi struttura verticistica per gli anarchici, a differenza delle org. di cui sopra. Per B. si parla quindi di 'autorevolezza', di 'punto di riferimento', di 'personalità carismatica' e si citanto delle lettere in cui allo stesso si chiedono pareri e consigli su questioni teoriche (per l'accusa quindi non è necessario dimostrare che la banda si fondasse su una strutturazione gerarchica). Teoriche e non solo, continua l'accusa, dato che lo stesso Bonanno, come da lui predicato, come da prassi autenticamente anarchica e rivoluzionaria, non può disgiungere la teoria dalla pratica, come si evince dal suo arresto a Bergamo durante una rapina. L'accusa ribadisce questo punto più volte, rifacendosi ancora una volta alle tesi esposte in svariate pubblicazioni anarchiche dell'area definita 'insurrezionalista' e soprattutto al "Manuale dell'anarchico esplosivista".
Per coloro che condividono le idee espresse in questi testi (cita ancora parte dell'introduzione del Manuale in cui si criticano i cosiddetti rivoluzionari da salotto) non si può contrapporre teoria e prassi, per cui è automatico il passaggio superiore che prevede la disponibilità delle armi per passare all'azione, armi che devono essere nella disponibilità di tutti i membri della banda.
Come aveva già anticipato Marini, anche la questione del nome della banda sembra essere superfluo. Presentata inizialmente come ORAI (sigla comparsa in una lettera dell'estate scorsa di minacce al medico del carcere delle Vallette di Torino presentat da Marini solo nelle ultime udienze), associata a numerose altre (ARC , AR, MRA, etc), questa banda secondo l'accusa che sembra trovare perfettamente logiche tutte le prassi anarchiche purché si adattino all'applicazione del codice penale, non ha nome, o può averne diversi, non importa.
L'accusa ha poi ripercorso a grandi linee alcuni degli episodi criminosi più eclatanti di quelli contestati agli imputati, ha parlato ancora della corrispondenza tra i detenuti e gli anarchici fuori per dimostrare l'organicità dei rapporti nei progetti di autofinanziamento.
In sostanza si sono sentite, sebbene più sinteticamente- le stesse tesi esposte da Marini. L'accusa doveva concludere in un'ora. la seduta è stata sospesa verso l'una quando ancora non aveva finito.
Per oggi era previsto il primo intervento della difesa (avvocato Calia) che ovviamente non ha neppure iniziato.
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from: pasica@ecn.org