[22.02.2000]
Nonostante il proposito manifestato ieri, anche oggi Marini ha parlato di episodi specifici. Ma non sono certo mancate le... sorprese.
Intanto lelenco delle rapine fatte dal gruppo operativo attorno alle quali ha collocato le posizioni di diverse persone indagate: della rapina di Pescara già si è detto e almeno noi non ci ripeteremo. Diremo solo che secondo Marini è collegata a molte delle altre dalle testimonianze degli Sforza e della Namsetchi nonché dal modus operandi: stesse armi, almeno una persona travestita da finanziere, manette e nastro per immobilizzare i rapinati; gioielleria Giansanti di Roma, ditta Fast Cargo di Roma, oreficeria Danieli di Milano, quindi la Banca Nazionale dellAgricoltura di Roma (m.op. diverso, complicità di una guardia giurata) e a parte le due rapine di Serravalle (Tn).
Tra rapinatori, basisti, organizzatori, logistici, ricettatori etc. sono stati citati a vario titolo (dai collaboratori di giustizia o tramite gli atti di altri procedimenti): De Blasi, Campo, Scrocco, barcia, Lo Vecchio, Lo Forte, Ruberto, Porcu, Fantazzini, Tesseri, Sassosi, Gizzo, Mantelli, Nano, Liborio, Marotta, Weir, Riccobono, Bonanno, Moreale, Di Fazio, Forte, Stratigopulos, Tzioutzia, Budini.
Naturalmente anche qui il pm non ha mancato (in maniera plateale come al solito) di ricordare il sequestro Silocchi e anche quello Perrini (fucile a canne mozze usato nella foto spedita ai famigliari e ritrovato nella cantina di Via C.Colombo) e di citare Garagin oltre ai sardi F.Porcu, Goddi chiamati in causa nei suddetti procedimenti dallaltro collaboratore Mele.
Poi, cè stata una pausa doverosa in quanto nella sua foga lievemente alterata Marini, cercando di dimostrare un altro elemento anomalo di questa banda, ha detto che limpiego di donne durante delle rapine è non solo tipico, ma esclusivo dei gruppi terroristici: a questo punto persino il Presidente della Corte lha interrotto ed è seguito un breve ma acceso battibecco indispensabile per sedare le psichedelie del pm. A udienza ripresa il Presidente ha dovuto ricordare a uno scornatissimo pm come gli fosse concesso dal codice di moderare gli interventi.
Marini ha ripreso annunciando di voler passare ai reati associativi. Anche in questo caso, programma assolutamente non mantenuto. Ha infatti parlato dellattentato avvenuto nell88 (archiviato dalla Procura di Milano e da Marini riaperto) alla questura di via Fatebenefratelli di Milano: un autobomba. Partendo dalle parentele francesi di Garagin e dal nome di Condrò, sempre fatto da uno degli Sforza, e col solo sostegno oggettivo del furto delle auto avvenuto a Roma e quello incredibile di un pacchetto di fiammiferi francesi ha cercato di dimostrare come questa autobomba fosse stata preparata appunto dai succitati, esibendo prove di viaggi allestero ("... cosa andavano a fare allestero? Ce lo hanno fatto vedere Barcia e Pontolillo in Spagna, cosa andavano a fare..."), la concomitanza di bombole di gas dello stesso tipo vendute a Latina: insomma: lautobomba fu preparata dagli appartenenti al gruppo romano.
Parlando a ruota libera e tra lo sgomento degli affaticati spettatori (come al solito quasi solo imputati oltre ai 6 distrutti giurati popolari) ha citato, non si sa a quale titolo, anche altri attentati avvenuti in Francia ad opera del Fronte di Liberazione Armeno (Garagin è armeno).
Quindi ha prodotto un volantino di rivendicazione dello stesso attentato (uno dei tanti) arrivato circa 3 mesi dopo allAnsa, in cui unorganizzazione siglata MRA rivendicava lattentato in concomitanza con larresto di Sofri, Bompressi e Pietrostefani per il delitto Calabresi.
In questo frangente numerosi sono stati i moti personali di indignazione sentendo il nostro affabulante pm ricordare la figura del poco compianto commissario come "quella brava persona", ovviamente facendo solo accenno al personaggio principale della vicenda parlando della "morte di Pinelli". Ha cercato di illustrare i contenuti del volantino in questione come tipici di una certa frangia anarchica, interpretando poi la sigla come Movimento Rivoluzionario Anarchico. Tutto questo citando le dichiarazioni dellindagante Pagliccia dei ROS, che ha anche illustrato i legami intercorrenti tra molti dei personaggi citati nellelenco sopra con corrispondenza sequestrata durante varie perquisizioni.
Si è poi lanciato in una difesa dalle accuse di aver fabbricato un teorema anti anarchico spiegando che i CC hanno iniziato ad indagare dopo larresto dei rapinatori a Trento quando non poterono non notare la mobilitazione sotto forma di pubblicazioni, dossier e presenza alle udienze processuali ("...quindi ci rendemmo conto di non avere di fronte una semplice banda di rapinatori").
Einutile ricordare tutte le innumerevoli, irritanti ripetizioni dellaccusa che non sono mancate anche oggi e che hanno portato via ore, tra silenzi ad effetto, urla e mani al cielo e invocazioni allOnnipotente: le mani sporche di sangue, il pericolo per la gente onesta, la scelleratezza degli Stati stranieri protettori dei latitanti che non si riescono a estradare in Italia, i seppellitori di bambini, i sequestratori di povere donne, i massacratori delle autobombe, i terroristi che si nascondono dietro le sigle, i rapinatori imbroglioni che si vestono da finanzieri, eccetera.
Anche oggi Marini non solo non ha concluso, ma non ha affrontato la parte -per quanto meno gravosa dal punto di vista penale rispetto a questi episodi- più interessante per questi e (se questo metodo passa) futuri indagati: cioè quella relativa agli imputati dei soli reati associativi.
Marini ha promesso che se ne occuperà domani e che domani concluderà.
Le giornate a sua disposizione erano giovedì e venerdì scorso. Si è preso non solo il giorno dedicato alle parti civili, ma anche i due della difesa. Il Presidente oggi non è stato in grado di fornire un calendario delle prossime udienze al di là di domani. Cè chi parla addirittura di udienze fino ad aprile.
In aula si è sentito ironicamente qualcuno dirsi pronto a confessare qualsiasi cosa purché questa barbarie interminabile abbia fine.
Report in diretta radio nella zona di To su radio Black Out 105.250 tel. 011-58.06.888 dalle ore 14.
a domani
from: pasica@ecn.org