Benvenuti/e in Info/Territorio
Info-Territorio è un momento di sintesi e di raccolta di informazioni del gruppo che si interessa a queste tematiche dentro ad L38 Squat il Centro Sociale che sta sul sesto ponte del Laurentino 38.
Filed Under (laurentino) by sandrino on 18-04-2011
Laurentino 38, V ponte. Nella tarda mattinata di venerdì 15 Aprile carabinieri e tecnici dell’ACEA danno vita all’ennesima operazione repressiva volta a colpire una ventina di immigrati (alcuni in possesso di permesso di soggiorno e altri sprovvisti), che da tempo avevano ricavato un alloggio attraverso l’occupazione di alcuni locali abbandonati.
Una volta sgomberate le abitazioni, alcuni degli immigrati sono stati immediatamente trasferiti alla caserma dei carabinieri della Cecchignola per l’identificazione e l’avvio delle procedure previste dal caso.
Dietro questa operazione, l’ennesima che ricade sulle vite degli immigrati, c’è anche un primo avvertimento rivolto a tutti gli altri nuclei familiari occupanti del V e del VI ponte, per far capire le intenzioni del governo della città e delle imprese private come l’ACEA: l’emergenza abitativa continua ad essere un problema da affrontare esclusivamente attraverso l’intervento delle forze dell’ordine, gli immigrati sono i primi a pagarne le conseguenze, poco a poco toccherà a tutti gli altri.
Nel pomeriggio della stessa giornata veniva inaugurato invece il Centro Polivalente Elsa Morante, un luogo che a parole dovrebbe essere destinato alla diffusione della cultura, ma che nei fatti rappresenta, anche in questo caso, una fonte di guadagno per diverse imprese, tra cui Zetema, che ne ha ricevuto la gestione direttamente dal Comune di Roma attraverso il solito sistema clientelare di amicizie e scambio di favori tra politici e imprenditori.
Un gruppo di occupanti del V e del VI ponte, cogliendo l’occasione della presenza di diversi rappresentanti istituzionali, tra cui il presidente del Municipio XII Calzetta e del sindaco Alemanno, decide di presentarsi all’inaugurazione pubblica di questa struttura, ma viene bloccata dall’abbondante presenza di polizia, carabinieri e digos, che hanno minacciato di arrestare il gruppo, composto da famiglie ed attivisti del quartiere, nel caso in cui la cerimonia fosse stata rovinata.
I fatti parlano già di per sé abbastanza chiaro: da una parte, di nascosto e lontano dai riflettori mediatici, si mostra, attraverso l’uso della forza e del ricatto, il vero volto dei poteri politici ed economici della città nei confronti delle fasce economicamente più deboli della popolazione, mentre dall’altra, con la scusa di fornire il quartiere di nuovi servizi, si consumano le più becere menzogne circa l’impegno delle istituzioni nei confronti dei quartieri di periferia come Laurentino 38.
Vergognoso, disumano ed infame è stato lo sgombero delle famiglie immigrate occupanti del V ponte, portato avanti senza tenere minimamente in considerazione le necessità di vita che queste portano, come pietosa è stata la vetrina innalzata in occasione dell’inaugurazione (militarizzata) del Centro Culturale Elsa Morante, fatta di pagliacci, banda dell’esercito e bandierine tricolori distribuite tra i (pochi) partecipanti.
Guardie, politicanti ed aguzzini vari fuori dal quartiere.
L38 Squat/Laurentinokkupato
Filed Under (laurentino) by luca on 01-12-2010
“Ad un certo punto, dinanzi gli avvenimenti pubblici, sappiamo di dover rifiutare. Il rifiuto è assoluto, categorico (…) . Quello che rifiutiamo non è senza valore, né senza importanza. E’ proprio perciò che il rifiuto è necessario. Esiste una ragione che non accetteremo più, c’è un’apparenza di saggezza che ci fa orrore, c’è un’offerta di accordo e di conciliazione che non ascolteremo.”
Roma è una città invivibile. Quello che accade nella metropoli è quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Non c’è territorio che non sia investito dalla speculazione e inesorabilmente saccheggiato: edificazioni selvagge avanzano fino a colpire la campagna romana. Nuovi interventi urbanistici ed architettonici, sfarzosi quanto inutili, vengono annunciati a tamburi battenti e fanno raschiare il fondo delle risorse pubbliche, mentre l’accesso ad una casa rimane un problema ancora irrisolto. Il presente parla di aree verdi cancellate ed investite da colate di cemento: cubature su cubature minacciano quartieri interi e distruggono gli spazi di socialità ed incontro; al posto di questi, come cattedrali nel deserto, sorgono nuovi centri commerciali e altri se ne progettano.
Roma è sotto scacco delle nocività dell’automobile: i mezzi pubblici vengono messi da parte, non viene investito un centesimo sulla mobilità alternativa e il traffico privato la fa da padrone. Stress, inquinamento ambientale, piattezza di prospettive sensoriali, aggressività, stati di malessere sono solo una parte dei danni causati dall’aumento sempre più clamoroso del traffico cittadino: i tempi di vita, a Roma, sono scanditi da questo e inglobati al suo interno. E’ il destino che vogliono imporre i poteri forti di questa città.
La città vetrina mostra le sue contraddizioni: produce e consuma, ma getta gli scarti e riversa i rifiuti al di fuori di essa; fagocita ed ingloba i territori, innalza i suoi templi del consumo, ma esclude e sputa fuori le fasce di popolazione che non possono accedere alla ricchezza.
Con la complicità della classe politica asservita sono i responsabili della devastazione del territorio che continuano ad arricchirsi.
Ma c’è anche chi a tutto questo continua ad opporsi. Le lotte che nascono dal basso rivendicano un altro modo di vivere e concepire la città. Pratiche quotidiane e scelte coscienti sono l’alternativa concreta che si sottrae al dominio del sistema e al controllo delle vite. E’ a partire dai territori che comitati spontanei si sono formati per opporsi ai tentativi di scempio e devastazione diffusi a macchia di leopardo. E’ dai quartieri stessi che si disegnano le trame di resistenza a questo modello di città.
Come attivisti, ciclisti, singoli individui che desiderano un altro modo di vivere gli spazi, con lo spirito di chi non si rassegna, si attiva e continua a sognare e costruire un altro mondo possibile, proponiamo una biciclettata collettiva. L’idea è di percorrere gli stessi territori che viviamo quotidianamente: attraversare parte del quadrante sud di Roma, quella tra l’XI e il XII Municipio di Roma secondo la geografia istituzionale, e “segnare” i luoghi oggetto di speculazione, ma dove si sviluppano anche forme di resistenza. Una modalità gioiosa e determinata, comunicativa e diretta, di riprendersi le strade e manifestare il dissenso contro le forme di nocività prodotte all’interno della città.
L’appuntamento è previsto per domenica 21 novembre alle ore 14,30 al prato di Parco Schuster, nelle vicinanze della Basilica di San Paolo.
Cicloattivati contro le speculazioni
Con le parole, come al solito, non si sono certo sprecati: lo hanno addirittura chiamato Boulevard. Detto così forse fa più scena. Sta di fatto che sabato 2 ottobre è stato inaugurato il nuovo marciapiede di via Sapori. A sentire gli interventi della giornata e quelli degli esponenti dell’opposizione i giorni prima, se lo sono litigato: inaugurato da Calzetta, ma pensato dalla giunta Prestipino. Ognuno a rivendicare la propria parte. Come si trattasse di chissà quale intervento: segno che per raccattare qualche manciata di voti si fa di tutto.
In fin dei conti un bel marciapiede, con begli alberi e un bel praticello curato. Certo, tanto scalpore per qualcosa che di per sé non sembra mica un intervento così complicato da realizzare.
Si vede che nel nulla della politica istituzionale a volte ci si accontenta veramente di poco.
Eppure per terminarlo, come sempre, ci sono voluti anni, a tal punto che si sono succedute due giunte del Municipio. Per inaugurarlo la solita pacchianata: canzoni dei cartoni animati, topolino e zucchero filato per bambini e bambine.
Fanno ridere questi politicanti e alcuni pennivendoli che gli vanno dietro:
http://www.06blog.it/post/9420/laurentino-38-tra-sogni-e-realta-al-boulevard-di-via-sapori .
Pare che per risolvere, o magari dimenticare, i reali problemi di questo territorio basti un marciapiede nuovo
Viene da chiedersi chi fosse il vero pagliaccio in questa inaugurazione.
Filed Under (laurentino) by admin on 07-10-2010
Alcune foto trovate sul sito dell’Unità (clicca sulla foto per vedere la galleria)
Filed Under (laurentino) by luca on 06-10-2010
La scellerata gestione dei rifiuti in quartiere fatta dall’AMA (rimozione dei cassonetti fissi) sta causando un serio danno collaterale oltre alla discarica sulle strade ossia la devastazione del Parco.
Giorno dopo giorno aumentano le buste di mondezza abbandonate dentro il Parco (queste foto qui sotto sono di ieri, oggi era anche peggio).
Filed Under (laurentino) by luca on 02-10-2010
Durante questa estate Alemanno ha esternato pubblicamente le sue idee rispetto alle periferie di Roma: demolizioni senza soluzione di continuità. Un ritornello che ha riguardato Corviale prima, i ponti del Laurentino poi e in un crescendo trionfale la demolizione di tutta Tor Bella Monaca, che, finalmente, gli ha fatto guadagnare le tanto agognate prime pagine dei giornali nazionali.
Nel particolare del Laurentino 38 il duo Alemanno-Calzetta (l’invisibile presidente del XII Municipio) si sta rendendo protagonista di un’operazione speculativa e meramente d’immagine. Sentiamo parlare del progetto “Laurentino oltre i ponti”, tanto “oltre i ponti” che infatti prevede la realizzazione di una piazza (reclamizzata come “grande quanto Piazza del Popolo” ) non al Laurentino 38, ma a Tor Pagnotta, parecchio lontano dal Laurentino se la vogliamo pensare come “piazza del quartiere” (dal sesto ponte sono 3km… più che per arrivare alla stazione Metro della Laurentina di Piazzale Douhet).
Insomma, a parole viene presentato dai vari rappresentanti istituzionali come un progetto di cui beneficerà il quartiere, la realtà è un altra: i principali interventi verranno realizzati al di fuori dell’anello stradale che congiunge i ponti (via Ignazio Silone, gestita dall’ATER/Ex IACP) con quella delle case acquisite attraverso le cooperative (Via Sapori- Via Marinetti) e, di fatto, il quartiere continuerà a rimanere ancora più isolato.
Al Laurentino 38 già ci sono pochi servizi, alcuni di questi, come la sede del municipio e gli uffici tecnici, li vogliono addirittura spostare a Tor Pagnotta, creando così ulteriore isolamento e disagio a chi finora ne ha usufruito.
Pensiamo quindi che, dietro i tanti bei discorsi ed i dépliant patinati, si celi la solita classe politica asservita alle lobby dei palazzinari e del cemento.
I progetti già realizzati, come l’abbattimento degli ultimi tre ponti e l’inaugurazione del sottopasso di Via Levi annunciati come “la rottura dell’isolamento” in cui versa il quartiere, hanno in realtà determinato solamente un incremento del traffico di attraversamento dalla pontina/colombo verso laurentina/ardeatina con automobili che sfrecciano ad alta velocità e che hanno creato pericolo e inquinamento non certo la rottura dall’isolamento!
Per favorire gli interessi speculativi dei costruttori si realizza una città che non prevede assolutamente la costruzione di case popolari e mentre si fanno progetti lontani da questo quartiere, non si affrontano minimamente i problemi che riguardano gli abitanti come la decennale mancanza dell’ufficio postale o della biblioteca, solo per dirne un paio.
A migliaia di coloro che hanno preso casa nel quartiere attraverso le cooperative vengono imposti esosi impegni finanziari per la questione del diritto di superficie, senza avere la certezza che gli importi indicati siano realmente dovuti e senza avere trasparenza nella determinazione degli stessi. Sebbene Alemanno durante la campagna elettorale, per ottenere semplicemente consenso, si era dichiarato contrario al pagamento e ne aveva promesso l’azzeramento, ora ne esige il pagamento con addirittura una maggiorazione.
A livello più ampio la pianificazione della città da parte di chi la governa prevede il riassetto dei Municipi: nei prossimi due anni il XII sarà in parte accorpato all’XI, mentre la zona dell’EUR sarà compresa nel XIII. Quindi si sta progettando una sede di un municipio che in realtà entro il 2013 secondo la legge su Roma Capitale, che li ridisegna da 19 a 15, non esisterà più.
Si parla solo e sempre di degrado e di ghetto quando si parla di Laurentino e perlopiù vengono proposte soluzioni populiste come la demolizione degli edifici ponte e mai cercando di incidere nella questione sociale di chi abita in questo quartiere, della questione dell’enorme abbandono scolastico, del welfare state sostanzialmente affidato alla criminalità, del fatto che il percorso comune a non pochi giovani del quartiere spesso si può sintetizzare in abbandono scolastico / microcriminalità / carcere.
Le soluzioni per migliorare la situazione in questo quadrante della città non sono semplici e non sono adatte ad essere utilizzate in microspot televisivi. Occorre lavorare nel territorio e nel quartiere 365 giorni l’anno, cercando di sostenere le iniziative autogestite che in trent’anni di abbandono da parte dello stato gli abitanti del quartiere sono riusciti a costruire. Tutto questo è già difficile, ma diventa impossibile se dobbiamo seguire il sindaco Alemanno e le sue farneticanti dichiarazioni condite della sua solita retorica fascista, per cui la struttura di molti quartieri di periferia, tra cui il Laurentino 38, sia l’espressione di un’architettura di ispirazione “sovietica” e “marxista” e quindi, secondo lui, da demolire.
D’altronde cosa ci si può aspettare da un personaggio come lui, capace di affidare la presidenza di AMA Servizi Ambientali all’ex naziskin Stefano Andrini, responsabile di un tentato omicidio avvenuto nel 1989 e poi resosi latitante in Svezia? Lo stesso Andrini che si è dovuto poi dimettere qualche mese fa perché coinvolto una grave inchiesta che lo vedeva implicato insieme ad altri vecchi e pericolosi neo-fascisti ed esponenti della ‘ndrangheta. Per non parlare di altri personaggi al governo di Roma e del Lazio, come l’ Assessora alle Politiche Educative del XII Municipio, Gemma Gesualdi del PdL, che come biglietto d’auguri di Natale del XII Municipio ha inviato una macabra cartolina con l’immagine del Duce nell’atto di dichiarare l’entrata in guerra dell’Italia. Oppure di chi ha fatto della guerra fra poveri la chiave della sua attività tipo quel Teodoro Buontempo, anche lui fascista di vecchia data, Assessore alla Casa e alla Tutela dei Consumatori nella giunta regionale del Lazio guidata dalla Polverini, come dimenticarsi la sua presenza allo stadio tra i saluti fascisti durante la campagna elettorale.
Ma sin da quando nel 1980 si sono cominciati ad insediare i primi abitanti, all’interno del quartiere sono state le pratiche di sostegno reciproco tra la gente a costituire una risorsa, oltre la presenza di varie realtà, dal basso e autogestite, che hanno cercato di intervenire andando a modificare gli spazi circostanti e creando concrete opportunità per chi al Laurentino 38 ci vive.
Oggi sentire parlare, ancora una volta, di abbattimento di altri due ponti, il 5° ed il 6° rappresenta l’ennesima buffonata che propongono i politicanti al potere. E’ evidente in queste esternazioni la distanza dei politici dalla realtà e dai bisogni di questo quartiere.
Al quinto e sesto ponte ci sono occupazioni a scopo abitativo di numerosi nuclei familiari. Le famiglie occupanti dei ponti devono passare da 20 anni di emergenza abitativa dell’occupazione all’assegnazione di una casa popolare e non come è avvenuto per i nuclei familiari che risiedevano nei ponti già abbattuti, a soluzioni precarie in residence, istituti religiosi, convitti o simili, situazioni temporanee che hanno spinto queste persone a gesti di disperazione.
Sul sesto ponte, da molti anni, c’è una ricca vita sociale e non il degrado come vorrebbero i soliti luoghi comuni sul Laurentino38. Al sesto ponte ci siamo anche noi il L38 Squat/Laurentinokkupato (il Centro Sociale del sesto ponte) dove dal 1991 dei giovani del quartiere si sono auto-organizzati, e senza nessun finanziamento da parte dei privati, dei partiti o dello stato hanno riempito di attività, culturali, sociali e politiche uno dei “famosi” ponti di questo quartiere rompendone di fatto l’isolamento. Ci lottiamo, viviamo e lavoriamo al miglioramento da circa 20 anni e vogliamo restare qui. In questi anni quel che è venuto fuori è un ponte del Laurentino, sostanzialmente autogestito, mantenuto e migliorato dalle persone che ci vivono e che lo frequentano quotidianamente.
Purtroppo Municipio e Comune, proprio a causa della loro incapacità di leggere e comprendere fenomeni reali di autogestione dal basso, o piuttosto temendoli fortemente, vogliono ridurre tutto a degrado, che come tale deve solo essere “abbattuto”. Proprio in questo contesto in cui viene proposto l’abbattimento del sesto ponte, quest’esperienza non può essere additata come degrado…è anzi un modello estremamente riproducibile di autorganizzazione, sicuramente più difficile e impegnativo della demolizione/speculazione, ma comunque applicabile anche agli altri ponti.
Scarica il volantino in PDF
Filed Under (laurentino) by luca on 01-10-2010
La mostra non l’ho ancora vista ma le foto sembrano belle
L38
A cura di Tiziana Faraoni e Daniele Zendroni
Ho iniziato il racconto del Laurentino 38, un quartiere periferico a Sud di Roma, nell’Agosto del 2009 grazie ad Armando un uomo anziano ex “puggile , campione der monno delle forze armate” e padrone di una baracca su un prato di fronte al complesso delle case popolari.
Ho passato settimane alla baracca fino ad incontrare Massimo detto “er pantera”. Massimo gestisce un bar che tutti chiamano “bisca”, abusivo, frequentato da ciurmaglia umana in cerca di sballo, compagnia e affetto. Si parla di carcere, di famiglie distrutte, racconti veri ed immaginari, pettegolezzi di quartiere, “damme na grappa”, “mi fijo è carcerato” “a me me l’hanno ammazzato”, “quello s’è suicidato” e “tizzio, caio e mbroio”. C’è chi barcolla e chi ha gli occhi rossi e bagnati dalla droga, chi urla, chi ride e chi gioca a stecca, ogni tanto una rissa, “Aoh! te spanzo”, e le prese per il culo… e la cocaina (“namo a pija ‘n pezzo”), ossessivamente presente… sempre, nella tasca, nella mente e nel sangue. C’è anche l’eroina, ma “quella è da sfigati”. E poi le storie di mala, il mito “der canaro” , la Banda della Magliana , “er Sicilia”, Claudio Sicilia, “er pentito quello morto ammazzato” che controllava la zona, c’è chi lo ha conosciuto e chi millanta improbabili associazioni a delinquere. Passano i mesi e prendo confidenza con il loro linguaggio che non è semplicemente un dialetto volgarizzato ma un universo logico e dissociato di cio che è bene e di cio che è male. Accolto nella loro intima solitudine ascolto gli sfoghi repressi, urlati e strozzati, unici, irripetibili, sorprendenti e tragici, a volte grotteschi, gli sfoghi e i silenzi di residui di anime schiacciate da una densa e costante claustrofobica ansia.
La mostra è prodotta dall’agenzia Prospekt
articolo tratto da: http://www.fotoleggendo.it/ita/mostra_ferrari.htm dove si trovano anche altre foto
mostra presso:
ISA – ISTITUTO SUPERIORE ANTINCENDI
Via del Commercio, 13 – 00154 Roma
Centralino: 06.570641-2-3
FAX 06.57064269
Inaugurazione Mostre: 8 ottobre 2010 ore 18:00 (fino al 23)
Lunedì 20 settembre 2010 avrebbe dovuto essere inaugurata la struttura (emeroteca, teatro ecc.) di Piazza Elsa Morante e in occasione dei 140 anni dell’anniversario di Roma capitale d’Italia sarebbe dovuto passare anche il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano e quindi il sindaco e tutta la corte. Invece erano impegnati nei fumerali di stato di un soldato morto in Afghanistan e non sono venuti.
Era stata comunque invitata la popolazione giunta a vedere l’inaugurazione in grande stile di Alemanno.
In realtà si tratta del compimento di un opera progettata e realizzata anche con la partecipazione degli abitanti attraverso il Laboratorio Territoriale di Quartiere, finanziata dalla precedente amministrazione e terminata sotto la giunta Alemanno (grazie sempre alle dimissioni di Veltroni da Sindaco di Roma nel febbraio 2008 per andare a perdere le elezioni nazionali col neonato PD ed iniziare una serie di sconfitte che coadiuvato dai casini fatti da Marrazzo hanno consegnato Roma ai fascisti in doppiopetto).
La popolazione del Laurentino ha comunque risposto partecipando alla inaugurazione, anche perchè da queste parti non c’è nulla e questo centro culturale era indispensabile anche se arriva a 30 anni dall’insediamento degli abitanti nel quartiere.
Gli amministratori rappresentati dal presidente del Municipio XII Calzetta hanno fatto i soliti discorsi di rito e poi dato spazio a quello che per loro è l’unico intrattenimanto che si può dare al popolo… panini con la porchetta e stornelli romani.
Ora quello che si gioca su Piazza Elsa Morante è la questione della gestione di questo centro culturale. Se viene lasciato amministrare in modo clientelare avremo il solito magna magna e poi il decadimento e la struttura della chiusura, oppure iniziative “culturali” che non vanno oltre gli stornelli, i neomeolidici, la porchetta, le miss, i ragazzini di amici, i tronisti e qualche figurante vestito da gladiatore (questo sostanzialmente è quello che Alemanno e la Polverini stanno offrendo alla città).
Occorre vigilare a che ciò non accada e che questa struttura costruita con i soldi degli abitanti (non di Almenno e nemmeno di Veltroni) sia gestita comunque in modo partecipato dagli abitanti o da qualche struttura autorevole e insospettabile di essere clientelare o lottizata, se in questo paese ne esiste qualcuna.
Comunque indietro tutta non era una inaugurazione è ancora tutto da finire e da gestire Calzetta dice che forse se ne riparla a novembre, fine novembre… forse.
Alla sera si sono chiusi i cancelli e tutti fuori, il quartiere ci ha guadagnato qualche potatura e un po di asfalto nuovo per le strade che avrebbe dovuto percorrere il Presidente. Questo malcostume italiano di ripulire tutto per le visite ufficiali è incredibile da proprio la misura di quanto poi della popolazione residente non gliene freghi davvero niente a nessuno.
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