#6 - 27 ottobre 2001 | senza prezzo |
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Premesso che questo non vuole essere il nostro pensiero definitivo, né tantomeno riesce ad essere rappresentativo delle diverse posizioni e opinioni espresse nei diversi incontri che abbiamo fatto per realizzare questo numero di A4 newsbot, abbiamo però voluto proporre ugualmente quello che abbiamo tirato fuori ...ed infine eccolo qua...
[Sessismo] per molti, soprattutto nei movimenti di trasformazione sociale, un problema scontato e "inevitabile", ma per tantissimi altri una parola di cui neanche si conosce il significato.
Sessismo: tendenza a valutare la capacità o l'abilità delle persone in base al sesso ovvero ad attuare una discriminazione sessuale (Devoto-Oli)
Abbiamo affrontato una parzialità del problema, il sessismo inteso non solo come inferiorità della donna, ma vera e propria preclusione alla donna di alcune attività, comportamenti. La necessità di trattare questo argomento su A4 newsbot, quindi in maniera immediata e diffusa trasversalmente ci è sorta poiché pensiamo che la liberazione di animali, donne e uomini debba essere un percorso condiviso e comune, non un fatto di specificità.
Sessismo
e gerarchia
Lo stretto vincolo tra sessismo e gerarchia si evidenzia al passaggio dalla
piccola società primitiva di villaggio all'avvento delle grandi civiltà.
E il passaggio più profondo avvenne dentro la psiche dell'individuo.
Le donne cominciano a perdere quella parità che fino ad allora avevano
avuto con gli uomini (ma ci sono anche state società matriarcali);
un cambiamento che riguarderà non solo la loro condizione di vita,
ma anche il modo di pensare se stesse. Sia a casa che nell'economia la divisione
del lavoro perde le precedenti forme egualitarie e diviene sempre più
gerarchica. Gli uomini rivendicano la superiorità del loro lavoro rispetto
a quello delle donne; più tardi l'artigiano affermerà la sua
superiorità sul contadino ed infine l'intellettuale affermerà
la sua sovranità sugli operai. La gerarchia si instaura nell'inconscio
individuale in un sistema convalidato anche dalla religione, dalla morale
e dalla filosofia.
Stato
/ istituzioni
Alcuni dati, nelle famose democrazie occidentali "esempio per tutti i
popoli del mondo" le donne che rappresentano poco più della metà
della popolazione sono così "equamente rappresentate":
in Italia le parlamentari sono il 9,2% rispetto ai maschi, in Francia il 10%,
negli USA il 14%, in Kuwait (stato restituito alla democrazia dalla
Guerra del Golfo del 1991) lo 0%.
La media mondiale è del 13%. I paesi che risultano essere più
"civilizzati" sono: Svezia 42,7%, Danimarca 37,4%, Finlandia 36,5%
seguite da Norvegia, Olanda, Islanda, Mozambico e Sudafrica.
Media/TV/Pubblicità
La pubblicità è il più famoso e banale luogo di riproduzione
culturale dei soliti ruoli di casalinga, unica persona che cura i bambini,
mamma e madre amorevole, sposa perfetta, ma anche amante seducente, feticcio
sessuale, bomba sexy. Ogni giorno in dosi massicce, con l'attenzione a cercare
di non tralasciare nessuna categoria, migliaia di immagini, slogan, bisogni
vengono sparati nel nostro cervello, spesso facendo leva sui nostri istinti
(più bassi) meno evoluti e sulla riproposizione di luoghi comuni reazionari
e sessisti. Vengono usate dalle immagini palesemente sessiste in situazioni,
scene di sessualità (scene di sesso nei film/fiction) alle immagini
assolutamente fuori da contesti di sessualità, ma ugualmente sessiste,
ad altre ancora che richiamano al mantenimento ed alla divisione dei ruoli.
Molto abbiamo discusso su come e perché la modificazione dei nostri
corpi sia dettata dall'esigenza di omologarsi a modelli proposti come dominanti
(per quanto riguarda alcune fasce giovanili definibili come MTV style) su
quanto non sia fatto per appartenere a gruppi/bande/tribù e quanto
invece non nasca per un esigenza/elaborazione personale (o collettiva) autonoma.
Realizzare un vissuto ecologico di accettazione del proprio corpo [che eviti
gli stereotipi della "bellezza televisiva" che aborre la donna piatta,
il ciccione, il pallido/a, i peli (x ambo i sessi), i pelati, i/le poco alti/e]
può salvarci dai messaggi mediatici che inevitabilmente si ripercuotono,
con profondissime frustrazioni, fino alla malattia mentale sul nostro vissuto
e che ci portano ad inseguire modelli se non inesistenti in natura certamente
da professionisti del fitness, con tutte le conseguenze che questo accentramento
completo del nostro essere sul corpo può portare (Taricone-pensiero).
Linguaggio
Non meno importante, in un mondo dove per trasformare la devastazione di una
guerra in un opera pia basta aggiungere l'aggettivo umanitaria, è individuare
il sessimo nel linguaggio, senza incappare nei moralismi del politically correct.
Il linguaggio sessista è il prodotto di una visione unilaterale del
mondo, di una cultura elaborata da un gruppo socialmente dominante e da esso
imposta al gruppo subalterno. Se è vero che la lingua è il prodotto
della cultura di un popolo di conseguenza ognuno di noi usa spesso parole,
espressioni e forme grammaticali che sono in contraddizione con le proprie
convinzioni tanto quanto le forme linguistiche portatrici di ideologie e pregiudizi
antidonna sono radicate inconsciamente nella nostra struttura di pensiero.
Il linguaggio quindi diventa una spia culturale molto precisa della direzione
del cambiamento. Diciamo che, nonostante alcuni sintomi, (per esempio ora
anche tra i compagni, nelle assemblee, radio, scritti vari, si usa indicare
sia il femminile che il maschile. es: Un saluto a tutti/e i/le compagni/e),
in generale ancora il linguaggio rimane fortemente sessista. E' utile in questa
prospettiva rileggere le definizioni di "donna" e di "uomo"
riportate nei vari Dizionari e Vocabolari della lingua italiana.
Donna: "femmina (dell'uomo)/figlia di Eva, costola d'Adamo/moglie, consorte, sposa, fidanzata, compagna, amante, druda/padrona, signora gentildonna, matrona, madama, dama, madonna (ant.)/serva, domestica, fantesca/ (nei giochi) regina/bel sesso, genitl sesso, sesso debole, secondo sesso".
Uomo: "creatura di Dio, persona, creatura intelligente, cristiano, essere umano, figlio di Adamo, figlio di Eva, mortale, maschio, cittadino, soldato, guerriero/marito, sesso forte, viro, prossimo, genere umano, mortale/specie umana, adulto".
Mondo
del lavoro
Dagli anni settanta in poi, ma soprattutto in questo decennio, in Italia l'ingresso
delle donne nel mondo del lavoro è divenuto sempre più massiccio
in quasi tutti i settori. Questo perché il mercato si è trovato
"costretto" ad assorbire una quantità enorme di donne con
sempre maggiore professionalità, grazie alla scolarizzazione di massa
ottenuta con le lotte sociali. Inoltre le ultime riforme scolastiche e del
lavoro tendono a unificare, soprattutto nelle scuole superiori, i differenti
(almeno fino a un po' di tempo fa) modelli di insegnamento. Al capitalismo
globalizzato interessa infatti creare un unico standard piatto e uniformato
di lavoratore/consumatore.
Tuttavia esistono ancora forti pregiudizi nei confronti delle donne. In particolar
modo molte attività artigianali/commerciali sono ritenute RIGOROSAMENTE
maschili, basta prendere per esempio un cantiere o un'officina dove le donne,
se appaiono... appaiono nude nei calendari. Eppure non c'è un vero
motivo logico per cui una donna non possa aggiustare una macchina. Intanto
in Tv ci fanno passare per buona l'uguaglianza della donna facendoci vedere
magari le immagini delle donne soldato, illudendoci con ciò che ogni
barriera sia stata abbattuta.
Comunque sia, anche negli ambiti lavorativi dove la donna si ormai è
affermata, vengono richiesti comportamenti e atteggiamenti basati sempre su
parametri maschili e sessisti. Un esempio banale ma diffuso è la richiesta
dei datori di lavoro (solitamente e non casualmente maschi) di ragazze e donne
di "max serietà e bella presenza". Oppure, ancora un altro
esempio, il conflitto di dover scegliere fra la carriera e la cura dei figli.
Famiglia
E' dalla famiglia che ci arrivano i primi esempi di sessismo e le prime divisioni
dei ruoli.
Già nella figura materna e paterna, e nei riferimenti che essi rappresentano,
i figli e le figlie si fanno un'idea del ruolo che "devono" avere
nella società. E' palese ed evidente nella maggioranza delle famiglie
che la madre e il padre hanno ruoli ben distinti, creando automaticamente,
per i figli, "cose da maschio" e "cose da femmina". Questo
accade in ogni piccola cosa come, per esempio, nei giochi: i giochi per ragazze
(bambole, peluche, piccola cucina, barbie e i suoi vestitini...) sono enormemente
diversi da quelli per maschietti (armi, soldatini, pallone, costruzioni) e
tendono a far diventare la bambina "signorina" (dolce, remissiva,
frivola) e il bambino "ometto" (aggressivo, intraprendente e padrone).
Ovviamente i ruoli si perpetuano pure attraverso i piccoli esempi quotidiani
come nei casi in cui la sorella prepara il pranzo o fa il letto al fratello
che ha questo privilegio di essere servito solo perché maschio. Altra
profonda discriminazione e' quella del poter uscire o fare quello che fa un
fratello maschio della stessa età: una figlia di 18 anni NON PUO' FARE
le stesse cose di un figlio di 18 anni.
E, ulteriormente, una volta ottenuto di poter uscire, può una ragazza
andare in giro senza che sia infastidita?
Non è casuale e neanche rarissimo notare che certe ragazze, tra le
più giovani, preferiscono a volte (magari se sanno di andare in strade
isolate di notte) vestirsi da maschi con capelli corti, cappelli calati in
faccia, pantaloni larghi, evitando problemi, fastidi e molestie idiote.
Per
strada e sui muretti
Anche qui, ovviamente, regna sovrana la riproduzione dei ruoli riproposti
e dominanti della società: femmina che accudisce il maschio, attenta
ad apparire bella e remissiva. Si farà bella perché sa che dovrà
essere scelta (o comunque sarà vista) dai maschi del suo muretto, della
sua comitiva, e si comporterà, spesso, in funzione di questo.
Ed è qui fra i coetanei, inoltre, che si affinano i ruoli che una avrà:
la ragazza seria, la meno seria, la ragazza facile etc. che vanno avanti per
anni.
Poi per la maggior parte del tempo sui muretti si parla di calcio, motorini,
droghe e simili (non che esistano argomenti maschili o femminili) ed è
evidente che la "discussione sia dominata dai maschi", comunque
dopo poco stufa chiunque.
Al limite le ragazze di un muretto (la cui condizione sociale tipica in un
quartiere popolare è: poca scuola, nessun lavoro o lavori poco gratificanti
- lavare scale, baby sitter, commessa -, vita a casa in attesa di Totti, principe
azzurro) fanno gruppo fra loro discutendo del destino inevitabile che le attende:
fidanzato, figlio/aborto(?), matrimonio.
Nei
movimenti di trasformazione sociale
E' per molti/e deprimente continuare ad andare ad assemblee dove quasi sempre
e solo parlano maschi, malgrado non siano partecipate solo da maschi, in cortei
ed azioni dirette decise e pianificate da maschi in modo maschile, competitivo,
iniziative politiche, sociali e culturali gestite e dominate da maschi e così
via, dove le donne che comunque partecipano e riescono a farsi sentire debbono
essere particolarmente determinate, e spesso vengono etichettate (solitamente
alle loro spalle) come "femministe rompipalle" o cose simili, mentre
un qualsiasi maschio non deve essere particolarmente determinato perché
decida, per fare l'esempio più banale, di far parte di un gruppo che
in una manifestazione dovrà scontrarsi con i fascisti o forzare un
blocco della polizia. Basta dare un'occhiata alle tante foto di scontri che
conosciamo e, malgrado i volti coperti ecc., il numero di donne coinvolte
nell'azione, soprattutto per eventi che riguardano il movimento in Italia,
è veramente molto basso... ce ne rendiamo conto anche se facciamo mente
locale, senza guardare le foto, anche per chi si è trovato/a in queste
evenienze.
Naturalmente ci sono delle eccezioni, in alcune situazioni, tra alcuni compagni/e, dove si è lavorato sul sessismo, spesso dove c'è stata una presenza forte delle donne che hanno posto il problema come centrale, e se questo è stato affrontato, le cose vanno meglio o molto meglio, ma per tutto il resto, soprattutto in posti dove la gerarchia ha riallungato i suoi tentacoli, dove l'autogestione è stata accantonata per dar spazio ad una più veloce ed efficace direzione fatta di capi, di portavoce e simili, cosa succede? Cosa succede intorno a noi, tra noi, anche, ma non solo, durante le iniziative "ludiche"... lo schifo, la merce ha spesso ripreso il sopravvento e assieme ad essa la sopraffazione e il machismo si riaffacciano prepotentemente.
Il clima insomma sta peggiorando, sono venuti meno dei vincoli di solidarietà o appartenenza a gruppi con pratiche e comportamenti antisessisti se non consolidati almeno ostentati e ciò ha permesso di far affiorare la natura di molti (forse è stato un bene), prima imbrigliata. Abbiamo così scoperto che il sessista, il molestatore e in ultima analisi lo stupratore (reale o potenziale) non si trova poi così lontano da noi (stessi) e nessuno si può sentire assolto o dire NON ABBIAMO QUESTO PROBLEMA, purtroppo.
I compagni maschi sono tutti antirazzisti, anche perché, come compagni, non usufruiamo di nessun privilegio diretto dal razzismo, ma il sessismo, il patriarcato e' un'altra storia, nella nostra vita quotidiana, nei nostri rapporti personali abbiamo privilegi che una società non sessista e non patriarcale non ci concederebbe.
E' difficile per chiunque di noi evitare di essere sessista in una società così permeata dal sessismo e dal patriarcato, ma nessuno ci può impedire di fare dei passi in avanti, di metterci in gioco verso una realtà differente.
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