#1 - 15 ottobre 2000 | senza prezzo |
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Alla fine di settembre si sono tenute a Praga ed in altre città del mondo delle giornate di azione diretta e mobilitazione in vista dell'incontro della Banca Mondiale (BM) e del Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Un po' tutti abbiamo visto in TV sui giornali o sul web le immagini provenienti da Praga. Manifestanti determinati giunti da tutta Europa che hanno assediato il centro congressi di Praga dove era riunito il vertice di BM/FMI e si sono spesso scontrati con la Polizia. Così com'era avvenuto nei mesi scorsi a Londra, Seattle, Melbourne ed in molte altre occasioni, un movimento composto da soggettività diverse si è attivato per cercare di fermare questa folle corsa allo sfruttamento senza freni di umani ed animali ed alla catastrofe ambientale.
Più che fare la cronaca di queste giornate di mobilitazione preferiamo cercare di diffondere le ragioni della protesta.
Sostanzialmente
ci battiamo contro il capitalismo o meglio nella sua attuale definizione il
neoliberismo. Il neoliberismo è l'insieme delle politiche e dei processi
tesi a controllare la vita sociale ed a massimizzare i profitti dei ricchi
(in pratica meno di un migliaio di grandi imprese in tutto il mondo).
Negli ultimi vent'anni, a partire dalle esperienze Reagan e Thatcher in poi,
il neoliberismo è il credo politico economico dominante, adottato in
tutto il mondo dai governi di destra, ma anche da quasi tutta la sinistra
tradizionale. Del resto le multinazionali hanno speso cifre ingenti nel campo
delle pubbliche relazioni per farsì che ogni misura che ostacoli il
"libero" mercato sia demonizzata. Al contrario vengono esaltate
misure come la diminuzione delle tasse per i ricchi (e per le loro compagnie),
la cancellazione delle norme di tutela ambientale e dei lavoratori, lo smantellamento
dello stato sociale (scuola, sanità, pensioni etc.). I risultati di
queste politiche sono sotto gli occhi di tutti, e sono stati gli stessi quasi
ovunque: un enorme aumento delle disuguaglianze economiche e sociali, l'aggravamento
della situazione per le nazioni ed i popoli più poveri del mondo, una
situazione ambientale disastrosa ovunque ed un aumento dei profitti senza
precedenti per i ricchi.
Il tipico esempio di democrazia neoliberista sono gli USA dove lo 0,25% della popolazione, costituito dagli americani più ricchi, costituisce l'80% delle donazioni per il finanziamento elettorale; così come i contributi delle imprese rappresentano dieci volte quelli dei lavoratori. Gli interessi che vengono poi serviti sono ovviamente quelli dei ricchi.
Del resto una cultura politica richiede il confronto, il bisogno di associazioni, biblioteche, scuole pubbliche, organizzazioni di quartiere, spazi sociali, sindacali etc. che consentano ai cittadini di interagire. Ma il neoliberismo con il suo valore unico del mercato combatte ferocemente queste realtà: non vuole cittadini ma consumatori; non costruisce spazi socializzanti ma centri commerciali. Il risultato auspicato (e spesso conseguito) è il menefreghismo, l'apatia e un forte senso di impotenza e rassegnazione. Imporre l'idea che a questo tipo di società non ci siano alternative.
La società immaginaria del mondo delle pubbliche relazioni è quella che ci viene proposta dalla TV, o che si materializza nei grandi centri commerciali delle metropoli; è fatta di... Mulini Bianchi, McDonald's, Blockbuster, Warner Village, automobili che viaggiano solitarie in mezzo alla natura incontaminata e così via. La realtà è ben diversa e più si scende verso il Sud del mondo e più dura diventa.
Questo movimento di opposizione al neoliberismo viene spesso definito dai media: movimento anti-globalizzazione, laddove la globalizzazione viene presentata dagli stessi come il naturale allargamento dei mercati liberi. In realtà si tratta di ben altro; la globalizzazione è il risultato delle politiche di governi molto forti (primo fra tutti quello USA) tendenti ad imporre accordi generali alle nazioni del mondo per facilitare il dominio delle economie locali da parte delle multinazionali e dei ricchi senza che questi debbano risponderne in alcun modo ai popoli. La somma di tutto ciò è codificata dal WTO (l'Organizzazione Mondiale del Commercio) e dalle sue norme, che annullano ogni forma di tutela (sociale o ambientale) che i popoli delle varie nazioni del pianeta sono riusciti ad ottenere con anni di lotte e resistenza.
Per questo uno degli slogan più efficaci è: la nostra resistenza dovrà essere trasnazionale come il capitale. E di fronte alla sempre più incerta, stressante, vuota ed inquinata vita che ci costringono a fare ed alla profonda inquietudine di questa società ci ostiniamo a credere che questo non può essere l'unico mondo possibile.
Il futuro non è scritto.
Scegli una parte ben illuminata della tua casa, mettici un bel vasone e riempilo di terra fresca. E' la nascita del tuo orticello. A seconda della grandezza del vaso o del terreno, dei tuoi gusti e della stagione comincia a seminare.
Fare un orticello è molto più facile e divertente di quello che sembra, basta un po' di attenzione alle fasi calanti e crescenti della luna e cinque minuti della tua giornata.
Cominciare ad autoprodursi frutta e verdura garantisce sicuramente più di un vantaggio.
In tempi in cui al supermercato (ma anche al mercato) vengono venduti prodotti geneticamente modificati o, alla meglio, ricchi di pesticidi e veleni vari, pensare alla propria salute alimentare non può far male. Basta pensare che nel mercato mondiale sono stati immesse, da accordi tra multinazionali e governi, innumerevoli specie di semi e piante (per esempio 3/4 della soia mondiale e 1/3 del granoturco di tutto il pianeta) geneticamente alterate che poi ci vengono spacciati per cibi nutrienti e sani (ma soprattutto belli!!) dalle catene alimentari e dai commercianti diretti (che molte volte ignorano provenienza e qualità). Inoltre molte di queste piante "biotecnologiche" vengono usate come foraggio per i grandi allevamenti di bestiame. Quindi la carne, oltre che pompata da ormoni e da mille altre schifezze, viene anche "cresciuta" con cibi geneticamente modificati.
Insomma, per tante strade diverse, questi cibi sintetici comunque finiscono nei nostri piatti. Quindi mangiarsi prodotti propri, che controlliamo, cresciamo e curiamo noi, è un piccolissimo passo per il nostro benessere fisico.
Ma coltivare e autoprodurre biologicamente consente anche di evitare un minimo e non rendersi complici di quella economia, gestita da poche multinazionali che dominano il mondo, che inquina, desertifica, avvelena, sfrutta e uccide lavoratori/trici e animali.
E' bene riflettere su queste cose perchè riguardano la salute, la vita e l'ambiente di tutti/e indistintamente.
Parlare oggi di Palestina, è forse un po' difficile, vista la situazione che si è creata nel giro di pochi giorni, una vera e propria guerra civile, dove il popolo palestinese sta pagando il prezzo più alto con morti e feriti.
Gli accordi di Oslo, la "Dichiarazione di principio" i cosiddetti "negoziati di pace" iniziati dopo anni di intifada, il 13 settembre 1993 hanno rivelato subito la loro vera natura: espansione e costruzione di insediamenti sulla terra dei palestinesi. Israele e i suoi protettori in questi anni, hanno fatto tutto il possibile per rendere sempre più remota la possibilità di una vera indipendenza della Palestina.
E la risposta palestinese-? Anche la dirigenza politica, la leadership palestinese di Arafat, ha frainteso a tal punto la sua stessa gente che in ogni luogo in cui i palestinesi vivono e si ritrovano, c'è un malcontento che prende spesso le forme della ribellione aperta. E quello che sta succedendo in questi giorni è un esempio molto chiaro.
I palestinesi sono stati vittime di abusi da parte di ogni governo - sia arabo che non arabo - sotto la cui giurisdizione abbiano vissuto.
Per questo motivo, riteniamo importante discutere con questo popolo, e di questa terra, per capire quali sono gli stravolgimenti economici politici e strategici che si vanno delineando nel prossimo futuro in questa'area del Medio Oriente.
La nostra solidarietà con il popolo palestinese, e con tutti i popoli in lotta per la liberazione, continua ad essere importante, invitiamo tutti/e alla mobilitazione in solidarietà con chi non vuole abbassare la testa allo strapotere del nuovo e vecchio ordine mondiale.
Per le giovani generazioni: chi fosse interessato/a a conoscere la storia di questo popolo, e la sua lunga lotta contro uno dei poteri militari ed economici più forti del mondo è disponibile del materiale (filmati, foto, documenti e interventi).
per maggiori info: http://www.tmcrew.org/int/palestina
29/09/2000 - Sit-in davanti all'ambasciata Ceca per chiedere la liberazione dei/lle 900 manifestanti arrestati/e a Praga durante le proteste contro i ricchi del mondo.
3/10/2000 - Sit-in davanti alle linee aeree israeliane in solidarietà con il popolo Palestinese contro la violenta repressione nei Territori.
6/10/2000 - Inizio due giorni contro le Biotech a Firenze. Blocchi stradali, volantinaggi e lancio di uova colorate sotto la sede dell'industria farmaceutica Menarini.
7/10/2000 - Corteo a Firenze contro le Biotecnologie. I nostri "simpaticissimi" sbirri hanno deciso di risparmiare la passeggiata ai manifestanti caricandoli subito. Dopo i tafferugli ci sono stati una trentina di fermi, 6 arresti ed una decina di feriti.
14/10/2000 - Un folto numero di manifestanti, in solidarietà con i palestinesi, ha bloccato il traffico in via Bissolati (dove ci sono gli uffici delle linee aeree israeliane). Rubata bandiera Yankee a un motociclista scontroso (e provocatore).
16/10/2000 - Giornata mondiale contro il McDonald's. A Roma qualche centinaio di persone stufe di essere avvelenate hanno manifestato a ruota libera contro i Mc con volantinaggi, striscioni, megafoni e monopattino(!).
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