Questa è una narrazione piuttosto completa dai primi momenti dell'occupazione alla fine del 2006, arrichita da link ed immagini quando possibile. In buona parte è il contenuto anche del libro 18 anni senza stato.
Ancora una volta acque agitate nel quartiere, cioè cassonetti in mezzo alla strada, blocco del traffico e tanta caciara. E’ successo varie volte e, a febbraio, si ripete la protesta per il taglio della corrente agli ultimi ponti. Ci troviamo in una situazione ormai scomoda con gli occupanti dei ponti divisi dai partiti, dalle promesse dei politici e sentiamo che la nostra realtà è molto diversa da quella degli altri occupanti. Ad un certo punto, dopo tanto freddo e tanto tempo in strada, una signora ci dice: “ma chi v’o fa fa’ de sta’ qua che manco i fiji c’avete…”. Beh, ci rendiamo conto che, visto che in qualche modo pare risolta la questione dell’emergenza abitativa e l’assegnazione delle case, li possiamo lasciare e tornare ad occuparci delle cose che più ci interessano.
Per tutto l’anno sarà molto attivo l’infoshop e la formula del venerdì sera con cena vegetariana (quasi sempre deliziosa), videoproiezioni e cocktail bar; con questo stile presentiamo le nuove produzioni come “Femminismo e liberazione animale”, A4newsbot #13 sul cambiamento climatico, il nuovo progetto di traduzione e diffusione collettiva della rivista libertaria antirazzista dell’Est Europa “Abolishing borders from below”; facciamo anche una cena di autofinanziamento per l’infoshop con la proiezione di "Surplus", "Quarta guerra mondiale" e "Big Rattle in Seattle". Si organizzerà una serata antirazzista con cui si alzeranno i soldi per un manifesto grande e a colori contro i CPT (Centri di Permanenza Temporanea), frutto di una serie di riunioni fra antiautoritar* su tale questione.
Allo stesso modo organizziamo un po’ di serate di autofinanziamento generico (l’acquisto di una batteria, per la manteinance, una serata di hiphop) che saranno un mezzo fiasco. Ci rendiamo conto che l’associazione di forti connotati politici a un’iniziativa fa la differenza e questo fa venire più gente.
Da marzo, appunto, l’appuntamento fisso del F-hacklab ingloba il Jolly Roger Cocktail’s Bar e tutti i mercoledì dell’anno (ancora oggi, con altri propositi, resiste questa apertura infrasettimanale) si propone l’Esta dirección de correo electrónico está siendo protegida contra los robots de spam. Necesita tener JavaScript habilitado para poder verlo.">All Hack Bar, serate soft a tema hacker, snacks e cocktails. L’iniziativa è parte degli appuntamenti e degli sforzi della VPN, Virtual Public Lan, ovvero degli incontri che più o meno periodicamente si tengono fra “smanettoni” e non di vari hackerspaces, fra cui noi, il medialab di Spinaceto (ci riavvicineremo un poco all’Auro e Marco dopo un bel po’ di anni) e quello del LOA Acrobax.
Il f-hacklab sarà anche il promotore del Dynebolic Party a febbraio e di una serie di 8 serate di autoformazione tra novembre e dicembre. Successivamente il gruppo parteciperà poi, nella sala tech di InCONTROtempo, meeting nazionale del precariato metropolitano organizzato ad Acrobax.
Il 2 aprile muore il Papa Polakko, quello che ha benedetto Pinochet e i dittatori argentini, che ha fatto fuori i preti della teologia della liberazione, che ha condannato preservativi, aborto, devianze, e blablabla tutti gli anatemi di ogni Massimo Pontefice. Nel delirio dei pellegrini e di una Roma in piene pratiche rinascimentali al profumo di incenso e latino, ci prendiamo il nostro matto momento di festa e blasfemia: un rave illegale sull’Ostiense di fronte allo spazio occupato 3njoy Pirateria che festeggia 10 anni di occupazione, sarà una 3 giorni di iniziative che si conclusero il sabato notte (in realtà fino a domenica pomeriggio) con un rave illegale sul piazzale dei mercati generali in mezzo a orde di credenti che andavano in pellegrinaggio allla basilica di San Paolo li vicino!
Primavera calcistica: ci iscriviamo al torneo di calcio delle realtà antagoniste e di base organizzato dalla polisportiva di Acrobax. Partecipiamo entusiasmati con un bel gruppo composto da squatters e giovani del quartiere, con l’immancabile gruppo di tifosi ultras (bandiera pirata, fumogeni e birre). Ce la caviamo bene, al di sopra delle aspettative, però disgraziatamente veniamo squalificati ai quarti per una super rissa con la squadra dei curdi, ai quali non gli abbiamo perdonato le gravi scorrettezze commesse in campo. Peccato, perché l’atmosfera del torneo e lo spirito di squadra erano belli.
Con ZK si intensificano le collaborazioni: realizziamo un incontro antipsichiatria da loro (i primi di maggio) e subito dopo una bellissima due giorni contro il copyright. Cominciamo con un volantinaggio in massa davanti Ricordi Mediastore a via del Corso a sostegno della pirateria, distribuendo cd con musica autoprodotto dai nostri musicisti (blues, punk, techno). Segue una jam session con mostra da noi e un no-stop dal pomeriggio a notte inoltrata a ZK. Di questa due giorni rimarrà a tutti un bel ricordo di un’iniziativa completa, ben riuscita, interessante. Sinergica.
I gruppi storici dell’L38 Squat (i 1234 e Rollin & Tumblin Blues Band) suoneranno anche al Parco di Torre Maura, in un festival dell’autogestione organizzato dall’omonimo spazio occupato.
Il 20 maggio un ordigno ad alto potenziale distrugge parzialmente i locali dell’Astra19, al Tufello, che sono stati dichiarati inagibili. Un'ora prima dell’esplosione nella sala erano presenti decine di persone che assistevano alla proiezione di un film.
E’ lo “start”, da allora nella città si susseguiranno per anni decine di aggressione fasciste a studenti, attivisti, coppie gay e lesbiche, immigrati, spazi sociali, luoghi e feste di “sinistra”. I loro covi sono queste nuove Occupazioni Non Conformi (ONC) o le Occupazioni a Scopo Abitativo (OSA), in cui riciclano slogan antagonisti e di movimenti ai loro fini populisti e xenofobi. Roma è sfregiata dalla presenza di Casa Pound e dal suo “franchising” che riproduce queste idiozie un po’ ovunque.
Il 3 giugno un branco di fascisti, armati di bastoni, assalta il Forte Prenestino. All’entrata i presenti fanno resistenza e nella colluttazione un compagno di Radio Onda Rossa, resta a terra con la gola trapassata, ferito in modo grave. La settimana dopo, manifestiamo per Centocelle, in solidarietà con il Forte e per impedire fisicamente il tentativo di penetrazione di Forza Nuova nei quartieri popolari della Capitale. I fasci prenderanno una sonora bastonata e Forza Nuova se ne resterà nelle sue sedi di provincia.
Prendiamo atto di questa escalation e cominciamo a tessere quelle relazioni che ci porteranno a creare una rete antifascista territoriale, di fatto più informale che ufficiale, ma che impedirà l’intrusione dei fascisti nelle nostre zone con un’agile convocazione di militanti e realtà politiche.
L’estate, come alcuni anni precedenti, ma da quest'anno per tutti i successivi inaugura un ciclo che andrà avanti per varie stagioni torride... come in agricoltura, a seconda delle stagioni c'è la semina o la vendemmia, per noi l'estate significa anche la guaina sul tetto. Decine di metri quadrati di collante nero verranno spalmati sul ponte da irriducibili occupanti e, estate dopo estate, si tapperanno (a nostre spese) le numerose falle da dove entrava l’acqua.
Sempre durante l'estate, il posto pare essere troppo piccolo, le case insufficienti per tutti/e quell* che ci vogliono venire ad abitare, nei mesi successivi, iniziamo quindi a ricavare, ritagliare e letteralemente scavare dai detriti degli spazi dentro lo squat (ex bagni, sottoscala, pezzi di corridoio) per adibirli ad abitazione.
E' un grande esperimento di do it yourself**, ci dimostra che se si ha la voglia e la determinazione a raggiungere degli obiettivi, la capacità di imparare e mettersi in discussione anche imprese apparentemente impossibili possono essere condotte al successo sia qui dentro, che fuori.
Però succede pure che le guardie si portano via a uno dei nostri e se lo terranno nove lunghi mesi a Rebibbia, per vecchie storie. Si attiverà una solidarietà fra vari posti, ognuno dei quali organizzerà una cena benefit (nell’autunno 2005 toccherà a noi e a Acrobax), mentre al bar del mercoledì sarà presente l’eterno salvadanaio con spicci e messaggini per il nostro detenuto.
In autunno rinasce, con energie nuove, la palestra. Dopo essere stata usata per anni per sporadici esercizi di qualche squatter, questa parte dello squat acquista una nuova centralità e prima viene sistemata (compriamo sacco, tadami e accessori vari) e poi si inaugura il corso di muay-thai, grazie alla disponibilità di un maestro professionale (anche lui non retribuito). Il corso è gratuito e partecipato da squatters, giovani del quartiere (che si alleneranno singolarmente anche gli altri giorni della settimana), e compagni di altri posti occupati di Roma (addirittura vengono dalla Nomentana). L’atmosfera seria ma non competitiva degli allenamenti dimostra che è possibile cimentarsi in una disciplina, anche di combattimento, senza le spese eccessive, le gerarchie inutili, le sopraffazioni di genere, gli estetismi e le insinuazioni viscide di quasi tutte le palestre a private.
Il primo novembre, nei locali della palestra, si terrà il primo partecipato ed intenso “Stage di Autodifesa Femminile”, una proposta sorta da alcune compagne del L38 Squat che avevano già partecipato ad esperienze analoghe organizzate da gruppi femministi. La proposta è di ampio respiro politico, atletico, umano e di genere: coinvolge trasversalmente donne di posti occupati molto distanti (politicamente e fisicamente) fra loro e donne del quartiere.
Il gruppo decide di chiamarsi Donna Filomena (tributo alla splendida gattina roscia che abita nello squat) e creerà discussione e fermento nell'ambiente femminista romano quando a giugno 2006 sceglierà di aprire il proprio spazio per una giornata di stage misto (maschi e femmine).
Per finanziare la palestra e tutte queste belle cose, a fine ottobre scatta l’inevitabile cena sportiva, tutti mascherati in abiti da atleti (sarà terribilmente comico: nuotatori, motociclisti da cross, calciatori, pugili, surfisti, etc..).
L’anno si chiude ad alta tensione, nella valle di Venaus. Alle tre di notte del 6 dicembre viene caricato il presidio NO TAV (organizzato dagli abitanti della Valle contro il treno ad Alta Velocità che da anni vorrebbero imporre i governi di destra e sinistra). E’ uno schifo, solite scene della celere italiana al lavoro, tra gli altri numerosi anziani/e vengono pestati. L’8 dicembre però il movimento solidarizza con i valligiani e 50.000 persone da tutta Italia riconquistano la valle, rompono l’assedio ed invadono i cantieri presidiati dalla polizia. E’ la Liberazione di Venaus.
**L'etica DIY è alla base del vivere e frequentare questo posto.
''DIY sta per "do it yourself" (fai da te), ossia il contrario di pagare qualche professionista per farlo al posto tuo.'' Può essere la via più semplice a trovare soluzioni per comporre musica, arti visive o realizzare nuovi spazi, imparare a riparare una bicicletta o riciclare-ripararare-modificare, realizzare orti o giardini, assemblare computer e reti, utilizzare o scrivere software, cucinare e realizzare nuove ricette, realizzare birrerie o cocktail bar, farsi palestre e attrezzature e naturalmente edilizia, idraulica realizzazione di un tetto e tutto quello che necessita la manutenzione di un edificio...
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