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LUGLIO GIORNATA MONDIALE CONTRO LA POLITICA DELLE TRANSNAZIONALI
Autore: Sinaltrainal
Data: 22 Luglio 2007
Traduzione: REBOC
Il Foro Sociale Mondiale tenutosi in Brasile, a Porto Alegre,
nel 2003 ha dichiarato questa data ‘giornata mondiale contro la
politica violenta delle transnazionali’.
In questa data si commemora l’assassinio dei compagni Hector Daniel
Useche Beron (1986) e Victor Eloy Mieles Ospino (1999), ambedue
lavoratori della Nestlé in Colombia.
Hector e Victor erano due importanti dirigenti del Sinaltrainal.
Chi più ha beneficiato del loro assassinio, è stata senza dubbio la
transnazionale per cui lavoravano.
Questo duro colpo ha segnato l’inizio del processo di annichilimento
del sindacato in questa impresa.
Oggi vogliamo anche ricordare alcune date importanti nella vita del
Sinaltrainal, in questa occasione, che hanno a che vedere con la
lotta permanente contro la violenza esercitata dalla Coca-Cola.
1. Il 20 Luglio 2001 sono state presentate dinanzi alle Corti
federali degli Stati Uniti 4 denunce contro questa impresa:
omicidio, sequestro, minacce di morte e tortura. Queste proseguono
il loro iter legale.
2. Dal 20 al 22 Luglio 2002 ad Atlanta, negli Stati Uniti, si è
tenuta un’udienza pubblica per denunciare la politica della
transnazionale e chiedere il rispetto dei diritti umani e il
risarcimento delle vittime.
3. Su mandato dell’udienza pubblica, il 23 Gennaio del 2003 è stata
inviata all’impresa una proposta in 27 punti per chiedere verità,
giustizia e mitigazione del dolore derivante dai danni provocati
dalla sua politica nei confronti della popolazione colombiana.
4. Il 1 e 2 Aprile 2006, il Tribunale Permanente dei Popoli ha
ricevuto le accuse contro la multinazionale, che hanno nuovamente
evidenziato che l’atrocità della sua politica non è cessata,
nonostante le denunce, e che, al contrario, essa mantiene fermo il
suo proposito di distruggere il Sinaltrainal, precarizzare i
lavoratori, inquinare l’ambiente e proseguire nel saccheggio delle
risorse naturali dei colombiani, in particolar modo dell’acqua.
Non abbiamo realizzato queste iniziative solo in difesa dei nostri
lavoratori. Centinaia di mobilitazioni, proteste collettive,
incatenamenti, scioperi della fame, manifestazioni pubbliche, sono
state lo strumento dei lavoratori per chiedere a Coca-Cola che
risarcisca il dolore delle vittime, modifichi la propria politica
violenta e rispetti la vita dei suoi lavoratori. La transnazionale
non ha ascoltato la voce del Sinaltrainal, ha tradito il dialogo e i
buoni propositi che potevano portare ad un miglioramento delle
relazioni sindacali all’interno delle imbottigliatrici.
All’interno dell’impresa si vive un clima di sfruttamento e
precarizzazione dei lavoratori. Dietro alla sua immagine bonaria,
sancita dall’adesione al Global Compact dell’ONU, dietro al fatto di
essere la prima impresa di bevande a livello mondiale, di
patrocinare concerti, si nasconde un impero del male, protagonista
di violazioni dei diritti umani.
I lavoratori di questo impero in Colombia vivono così:
1. Il 95% dei lavoratori Coca-Cola sono subcontrattati attraverso le
borse del lavoro, cooperative di lavoro associato e contratti
terziarizzati. In questo modo si precarizzano e si impoveriscono
ulteriormente i lavoratori. Li impresa non li assume direttamente
per impedir loro di organizzarsi e di reclamare i loro diritti.
2. Questo personale è obbligato a lavorare dodici o quattordici ore
al giorno, ha salari da fame, se pranza non cena e non gli basta il
denaro per far mangiare i propri figli.
3. Il personale subcontrattato degli autotrasportatori è obbligato
ad acquistare le proprie uniformi dalla stessa impresa, quando
dovrebbe essere il padrone a dotarlo degli indumenti da lavoro.
L’impresa afferma che questi lavoratori sono indipendenti, però li
sottomette a qualsiasi tipo di umiliazioni.
4. Ai distributori subcontrattati vengono imposte quote di vendita
irraggiungibili, rubandogli in questo modo una buona parte del loro
salario.
5. Inganna i clienti e i consumatori, annunciando promozioni che poi
non adempie e è diventata esperta nel vendere pubblicità, per cui,
avendo la pubblicità il suo costo economico, questo si ripercuote
sul consumatore.
6. Questa transnazionale non ha nessuna remora nel violare i diritti
di coloro che, anno dopo anno, l’hanno arricchita con il loro sudore
ed il loro lavoro. I lavoratori sono stati sottomessi ad una severa
politica di sfruttamente, perché l’impresa si possa arricchire
sempre di più.
7. Ha ottenuto che i lavoratori siano incriminati con false accuse,
utilizzandole per convincere i compagni a lasciare l’impresa e ad
andare in esilio per salvare la propria vita.
8. Migliaia di lavoratori sono stati licenziati dopo aver prodotto
per molti anni la loro ricchezza. Questi sono stati sbattuti per
strada ad ingrossare le file dei disoccupati e a peggiorare la
miseria del paese.
9. Nonostante le denunce, l’impresa continua a inquinare l’ambiente,
attentando alla salute e alla vita della popolazione che vive nei
pressi dei suoi impianti di produzione e si disseta alla fonti
idriche in cui vanno a dissetarsi gli scarichi chimici e ogni altro
rifiuto che Coca-Cola smaltisce nei fiumi.
10. Continua a violare gli accordi collettivi, la regolamentazione
interna, gli accordi internazionali dell’Organizzazione Mondiale del
Lavoro, continua a farsi beffe dei diritti dei lavoratori. Continua
a violare la sovranità alimentare.
Di fronte al disprezzo che la transnazionale dimostra rispetto al
benessere e alla sicurezza dei suoi operai, non ci resta che
rafforzare il sindacato e le iniziative di resistenza e la lotta che
da diversi anni portiamo avanti contro l’impunità e per ottenere
migliori condizioni di lavoro e di vita.
Viva l’unità e la lotta dei lavoratori della Coca-Cola!
Contro l’impunità Sinaltrainal esige giustizia.
Compagno Hector Daniel. Presente.
Compagno Victor Eloy. Presente.
Sinaltrainal. Presente.
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