Milano, meglio dire no allo sponsor Coca-Cola. Una proposta di regolamento etico per le sponsorizzazioni.
L'invito a boicottare la multinazionale, accusata di violare i diritti umani, arriva dalla Rete Boicottaggio Coca-Cola (Reboc). Se parla domani in un convegno
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Redattore Sociale
Data: 15 Marzo 2007
MILANO - No alla Coca cola fra gli sponsor della provincia di Milano edegli enti locali della Lombardia. La richiesta viene dalla Rete boicottaggio coca-cola (Reboc) che propone di adottare un "Regolamento etico per le sponsorizzazioni". Secondo la Reboc, alla quale aderiscono in Italia un centinaio tra associazioni, sindacati, partiti politici ed enti locali, la Coca cola è responsabile nel mondo di violazione dei diritti umani, minacce ai sindacalisti, inquinamento dell'acqua e sfruttamento eccessivo delle risorse naturali.
Ogni evento della Provincia non dovrà più essere sponsorizzato dalla Coca cola né da altre società che non rispettino gli otto criteri elencati dal Regolamento proposto dalla Reboc. In particolare, la Provincia dovrà dire di no ai soldi delle imprese che violano le convenzioni internazionali sui diritti umani e quelle dell'Oil (Organizzazione internazionale del lavoro; ndr) sui diritti dei lavoratori. Devono essere bandite, inoltre, le società che non rispettano le regole di trasparenza e correttezza, i diritti dei consumatori, la sicurezza e la salute delle persone. Il regolamento non trascura neppure l'ambiente: quindi no anche alle società che sono accusate di inquinare, sfruttare in modo eccessivo le risorse o di provocare danni alla biodiversità. Infine, un no secco a imprese e banche con sede nei paradisi fiscali o che conducono speculazioni fiscali. "Perché queste regole non rimangano solo sulla carta gli enti devono creare un Comitato per la responsabilità sociale -afferma Roberto Cuda, del Coordinamento nord sud del mondo-. Deve essere formato da persone impegnate nel campo del diritto internazionale e della responsabilità sociale e ambientale delle imprese".
La proposta di Regolamento verrà presentata domani sera a Milano, durante il convegno "Coca cola: i diritti negati", organizzato da Coordinamento nord sud del mondo, Campagna meno beneficenza più diritti e Cric (Centro regionale di intervento per la cooperazione), tre associazioni che aderiscono alla Reboc. Si terrà alle ore 20.30, nella sede milanese delle Acli, in via della Signora 3, e sono previsti gli interventi di Sandra Cangemi, del coordinamento nord sud del mondo, Cristobal Silva Gonzales, dell'Istituto nazionale sindacale della Colombia, Andrea Ferrari Toniolo, ufficio internazionale della Fim-Cisl, Mariarosa Cutillo, Campagna meno beneficenza più diritti, e Irma Dioli, assessore provinciale alla Pace e alla Cooperazione.
Durante l'incontro verranno presentati anche i risultati del rapporto 2006 dell'Ituc, International Trade Union Confederation, che documenta le violazioni dei diritti sindacali della Coca cola in tredici paesi: Azerbaijan, Colombia, Eritrea, Guatemala, India, Kenya, Moldavia, Nicaragua, Perù, Pakistan, Russia, Turchia e Venezuela. "In Colombia sono stati uccisi negli anni scorsi alcuni sindacalisti e anche nel mese scorso alcuni di loro sono stati minacciati -sottolinea Andrea Ferrari Toniolo, dell'ufficio internazionale Fim-Cisl-. In Russia, oltre alle solite minacce ai sindacalisti, la Coca cola ha cercato di creare dei comitati di fabbrica per contrastare il lavoro del sindacato. In Pakistan ha licenziato i dirigenti del sindacato".
(dp)
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