IL
GOVERNO COLOMBIANO ACCUSATO DI LEGAMI CON GLI SQUADRONI DELLA MORTE
DI DESTRA
Il presidente e i suoi alleati sotto inchiesta
Testata: International Herald Tribune
Autore: Indira A.R. Lakshmanan (The Boston Globe)
Data: 14 Dicembre 2006
Versione originale in inglese:
http://www.iht.com/articles/2006/12/14/news/colombia.php
Traduzione: REBOC
BOGOTÁ: Il governo colombiano, beneficiario di miliardi di dollari di aiuti dagli USA per combattere il narcotraffico e la guerriglia di sinistra, è sotto assedio per le montagne di prove che indicano legami tra gli squadroni della mrote di destra e dozzine di funzionari fedeli al Presidente Alvaro
Uribe.
La scorsa settimana, la Corte Suprema nazionale ha chiamato sei deputati a rispondere di accuse secondo cui avrebbero cospirato con i leader paramilitari accusati di aver assassinato decine di migliaia di simpatizzanti di sinistra e di semplici civili e di aver condotto traffici di droga a partire dagli anni 80.
Ci sono circa due dozzine di deputati ex e in carica, governatori e altri pubblici dipendenti che sono sotto inchiesta o condanna per collusione con i paramilitari al fine di condizionare elezioni, pianificare massacri, partecipare a corruzioni o aiutare le milizie ad ottenere risultati migliori nei colloqui di pace.
La cosiddetta crisi parapolitica minaccia di coinvolgere Uribe, il miglior alleato che il Presidente George W Bush ha in una Regione sempre più dominata da politici di sinistra. E rischia anche di ostacolare gli sforzi colombiani per raggiungere la pace tra rivoluzionari di sinistra e di destra che hanno terrorizzato i civili e trafficato droga per decenni.
Nonostante la smobilitazione di 31.000 membri e alleati delle squadre della morte di destra negli ultimi tre anni, ci sono voci insistenti secondo cui la loro influenza politica ed il controllo del crimine e del traffico di droga rimangono intatti.
Una commissione del Congresso sta studiando le accuse secondo cui lo stesso Uribe avrebbe appoggiato la crescita delle milizie di destra quando era governatore negli anni 90. Uribe ha negato le accuse con veemenza, sfidando tutti a fornire le prove.
Le accuse contro Uribe ed i suoi alleati hanno riaperto le ferite nella società colombiana.
Le milizie civili furono create negli anni 80 per combattere la guerriglia di sinistra e successivamente si trasformarono in squadre della morte coinvolte nel traffico di droga e nell’estorsione. Da lungo tempo si ritiene che le elite al potere – dai latifondisti, ai politici, fino ai capi militari – abbiano aiutato a fondare le milizie. Alcuni anni fa, i capi paramilitari dichiararono sfacciatamente di controllare un terzo dei membri del parlamento colombiano.
Ma dopo anni di impunità, i paramilitari sono sotto la lente del microscopio, a seguito del disarmo e dell’accordo a confessare i propri crimini in cambio di sentenze clementi.
L’ufficio del procuratore generale ha annunciato ad ottobre di aver confiscato un computer appartenente ad un capo paramilitare conosciuto come Jorge 40, nel quale si troverebbero le prove che esponenti politici abbiano accettato finanziamenti da parte dei paramilitari ed abbiano utilizzato i loro legami con le milizie per convincere gli elettori a sostenerli e per pianificare massacri. Da allora si sono susseguite nuove rivelazioni, avvisi di garanzia e dimissioni.
"Per ora si sono limitati ad alzare la prima pietra per vedere quali vermi ci si nascondono sotto, e ci sono molte altre pietre da sollevare," ha affermato Adam Isacson, direttore del Programma Colombia presso il Center for International Policy, un think tank di Washington.
"Ancora non siamo arrivati ai generali e ai colonnelli, agli industriali e ai latifondisti o ai senatori del Congresso,” ha aggiunto. "Nessuno sa quanto si arriverà in alto."
Due settimane fa, un senatore vicino ad Uribe, Miguel de la Espriella, ha rivelato di aver firmato, nel corso di un incontro del 2001, un accordo segreto insieme ad altri 39 parlamentari, per assicurare fedeltà alle milizie.
Con la credibilità del governo al minimo, Uribe si sta arrampicando sugli specchi per salvare la propria reputazione, assumendo la linea dura contro i paramilitari e coloro che li hanno supportati.
Il primo Dicembre, il suo governo ha spostato 59 alti capi paramilitari da un luogo di villeggiatura dove erano stati confinati ad una prigione di massima sicurezza, in base a indiscrezioni secondo cui stavano preparando ad evadere ed erano coinvolti nell’omicidio di due comandanti paramilitari che non erano sotto custodia. I capi della milizia hanno smentito le indiscrezioni e le imbarazzanti accuse emerse la scorsa settimana secondo cui la polizia corrotta e i procuratori potessero essere coinvolti negli omicidi.
Se le accuse contro le forze di sicurezza saranno provate in giudizio, ha detto Isacson, “Sarà difficile per Washington continuare a giustificare i 600 milioni di dollari l’anno in aiuti alla Colombia destinati alla polizia e all’esercito.”
Il processo di pace con i paramilitari che Uribe porta avanti da tre anni, criticato dalle associazioni delle vittime per essere troppo indulgente, era il tassello centrale del suo primo mandato.
Insieme alla repressione delle guerriglie di sinistra e agli investimenti in sicurezza, ha concorso a determinare la sua rielezione a valanga lo scorso Maggio e la riconferma del sostegno statunitense. Ma il rapporto di fiducia tra il governo ed i paramilitari, che hanno accettato un accordo di pace, sembra essersi sgretolato. La scorsa settimana, i capi paramilitari hanno dichiarato la sospensione dei colloqui con gli inviati di
Uribe.
Gli esperti di sicurezza temono che la rottura della fiducia nel processo di pace potrebbe essere presa dalle poche migliaia di paramilitari che non hanno smobilitato, come un segnale per dar vita ad un nuovo ciclo di violenza.
Quei gruppi che non hanno smobilitato ancora, probabilmente si comporteranno proprio così, ha dichiarato Alfredo Rangel Suárez, direttore della Fondazione per la Sicurezza e la Democrazia di Bogotà. “Questa crisi potrebbe far esplodere vendette e violenze tra i paramilitari e finirà per coinvolgere molti settori.”
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