ARROGANZA
E IMPUNITA' - COCA-COLA IN INDIA
L'opinione
di Amit Srivastava dell'India Resource Center
Autore:
Amit Srivastava, India Resource Center
Data: 10 agosto 2006
Versione originale in inglese:
Traduzione in italiano: REBOC
Contatti:
Amit Srivastava, India Resource Center (US) +1 415 336 7584 E: amit@indiaresource.org
San Francisco, USA - Quanto ci vorrà prima che i poteri pubblici indiani si rifiutino di consentire alle multinazionali di trattare gli indiani come cavie da laboratorio?
Può essere definito solo come arroganza e impunità ciò che stiamo apprendendo, cioè che Coca-Cola e Pepsi hanno continuato a vendere bevande in India con livelli di pesticidi pericolosamente alti – addirittura tre anni dopo che il governo indiano aveva confermato che questi prodotti erano pericolosi.
Forse le compagnie della cola sanno qualcosa che noi non sappiamo? Gli
indiani sono forse immuni agli alti livelli di pesticidi? E’ ora che le compagnie della cola mettano a disposizione di tutti i dettagli degli studi che devono aver condotto per convincersi che
l’indiano medio può consumare in sicurezza pesticidi ad un livello 24 volte superiore rispetto
all’americano o all’europeo medio.
E’ difficile comprendere la logica degli affari di una compagnia che si vanta di avere un unico standard globale e che,
tre anni dopo essere stata ammonita dal governo indiano, continua ancora a vendere prodotti in India senza aver predisposto alcuna
miglioria.
Quello dei pesticidi nelle bevande in commercio in India è un classico caso di doppio standard, uno per americani ed europei e un altro per gli indiani. I prodotti Coca-Cola realizzati in India non potrebbero mai essere venduti nei mercati dell’Unione Europea o degli Stati Uniti. In almeno 10 occasioni dal Gennaio del 2005, la Food and Drug Administration statunitense ha
respinto carichi di prodotti Coca-Cola realizzati in India indirizzati agli Stati Uniti,
proprio per la loro non conformità alle leggi statunitensi e perché essi non erano sicuri per il pubblico statunitense.
La replica di entrambe le compagnie della cola di aver rispettato le (inesistenti) norme per le bevande in India si ritorce contro di loro. Nel periodo della globalizzazione anche gli standard sono globalizzati. L’onere di offrire un prodotto che sia sicuro per i consumatori è a carico delle compagnie globali. Se un prodotto non è sicuro per gli americani, non è sicuro neanche per gli indiani. E’ responsabilità di Coca-Cola e Pepsi eliminare gli agenti contaminanti dai materiali grezzi prima di metterli sul mercato.
E’ davvero ironico che da una parte queste compagnie sostengano regole globali per il commercio e per l’investimento delle imprese, ma quando vengono messe alla prova per i loro misfatti, cercano di invocare leggi locali e nazionali.
Sfortunatamente le trasgressioni delle compagnie della cola vanno molto in profondità in India, in senso sia figurato che letterale.
In diverse parti dell’India, da Plachimada nell’India meridionale a Mehdiganj nell’India settentrionale, le comunità che vivono intorno agli impianti di imbottigliamento della Coca-Cola stanno sperimentando gravi carenze idriche. Le comunità accusano la Coca-Cola company di creare carenza di acqua per il sovrasfruttamento delle falde e di inquinare la poca acqua residua.
E le comunità hanno i numeri to back it up. Test condotti dal Comitato Centrale di Controllo sull’Inquinamento, per esempio, hanno riscontrato livelli eccessivi di piombo e cadmio in tutti gli scarti osservati negli impianti di imbottigliamento in tutto il paese, portando il CPCB ad ordinare alla Coca-Cola Company di trattare i suoi
scarti come rifiuti tossici. Prima dello studio del CPCB, la Coca-Cola Company stava distribuendo i suoi scarti tossici ai contadini intorno agli impianti di imbottigliamento come fertilizzanti! I risultati dei test pubblicati appena due settimane fa hanno confermato che anche l’acqua è inquinata, rendendola inadatta per il consumo umano.
A Plachimada, nel Kerala, uno dei maggiori impianti di imbottigliamento è stato chiuso fin dal Marzo del 2004 a causa dell’intensa opposizione della comunità all’impianto. Il Comitato di controllo sull’inquinamento dello stato del Kerala ha anche emesso un
preavviso di ordine di blocco all’impianto di imbottigliamento della compagnia a causa dell’inquinamento che provoca.
Con una pratica gravemente irresponsabile, la Coca-Cola Company ha localizzato molti dei suoi impianti di imbottigliamento in India in aree “soggette a siccità”, aree che già stavano subendo gravi crisi idriche. Nel Rajasthan, ad esempio uno studio del Central Ground Water Board ha scoperto che i livelli di acqua si sono abbassati di 10 metri in solo cinque anni da quando la Coca-Cola ha iniziato le sue operazioni di imbottigliamento a Kala Dera.
Un formidabile movimento è emerso in India da queste comunità per sfidare la Coca-Cola per il suo indiscriminato sfruttamento delle risorse idriche e per l’inquinamento.
Come con la questioni dei pesticidi, la Coca-Cola Company ha contrastato ogni studio pubblicato che la tirasse in ballo per i suoi errori. La compagnia ha anche assoldato un lobbista a Nuova Delhi, il cui lavoro, secondo l’
International Herald Tribune, era “assicurare, tra le altre cose, che ogni studio pubblico o privato che metteva la compagnia sotto accusa per danni ambientali fosse controbilanciato da un altro studio."
Arroganza? Ci puoi scommettere. Impunità? Senza dubbio.
Le comunità danneggiate dalle pratiche della Coca-Cola in India godono di un enorme supporto internazionale, ed il movimento globale per dichiarare la compagnia responsabile per i suoi abusi in India, sta avendo un grande impatto. La prestigiosa Università del Michigan, per esempio, ha messo in prova la Coca-Cola Company finché essa non riuscirà a convincere l’amministrazione che essa sta facendo i passo giusti per correggere i suoi errori in India.
La Coca-Cola Company è stata costretta a riconoscere il crescente scontento rispetto alle sue attività in India, ma sta facendo troppo poco, e troppo tardi. Piuttosto, ha scatenato il suo macchinario per le pubbliche relazioni, un grido lontano rispetto a ciò che le comunità stanno chiedendo.
Come l’India grapples standard per le bevande che assicurino la salute del consumatore, dovrebbe anche urgentemente agire per proteggere le comunità che in tutto il paese stanno fronteggiando le crisi idriche, grazie a Coca-Cola.
Può sorprendere molti sapere che Coca-Cola e Pepsi non pagano nulla per l’acqua che utilizzano in India, che corrisponde a centinaia di milioni di litri ogni giorno. Si tratta anche di un’industria molto inquinante, soprattutto quando riguarda la preziosa risorsa dell’acqua. Coca-Cola prende circa quattro litri di acqua fresca per produrre un litro di prodotto. In altre parole, la compagnia converte il 75% dell’acqua fresca che estrae in acqua inquinata, che di ritorno ha
anche contaminato la scarsa acqua di falda rimanente ed il terreno.
L’intero ciclo di vita della Coca-Cola – dall’estrazione dell’acqua alla distribuzione di un prodotto carico di pesticidi – è
wrought con problemi.
In India, Coca-Cola usa lo slogan Hindi - Life ho toh aisi – La vita dovrebbe essere così.
Noi non la pensiamo così.
Per maggiori informazioni, visita www.IndiaResource.org
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