IL
TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI IN COLOMBIA
Autore: Comitato Carlos Fonseca
Luogo e Data: Bogotà, 5 Aprile 2006
Materiali collegati: Video
della Sessione Colombia del Tribunale Permanente dei Popoli
(Bogotà, 1 Aprile 2006)
D. Edgar, perché la necessità del Tribunale Permanente dei Popoli in Colombia?
R. Negli ultimi anni abbiamo fatto un’analisi profonda sul tema della giustizia e siamo arrivati alla conclusione che la maggior parte dei crimini commessi in Colombia sono rimasti completamente impuniti. Assassini, sparizioni, spostamenti forzati, torture, disoccupazione, fame, miseria: tutto questo rimane nella più completa impunità per questa ragione ci siamo dati il compito di approfondire le cause che generano questi problemi. Ma nello stesso tempo abbiamo deciso di sottoporre a giudizio le imprese trasnazionali per le politiche portate avanti nel nostro paese.
Alla fine degli anni ’90 abbiamo realizzato un rapporto denominato Colombia Nunca Mas, Crimini di Lesa Umanità in cui vennero documentati più di 40.000 crimini. Nonostante questa denuncia i crimini continuarono e così lanciammo la campagna Colombia Esige Giustizia. In questa campagna realizzammo tre Tribunali Internazionali di Opinione e una Udienza Pubblica Popolare.
I Tribunali hanno riguardato il massacro compiuto dai paramilitari assieme all’esercito nazionale a Barrancabermeja nel 1998, il secondo ha riguardato il bombardamento effettuato sulla popolazione inerme di Santo Domingo, Diparitimento di Arauca, da parte della forza Aerea Colombiana, dove morirono molte persone. L’ultimo Tribunale si fece a Parigi nel 2003, in ragione della morte di moltissimi contadini e minatori, membri della comunità del Sud del Bolivar, morti prodotti dall’esercito colombiano e dalle forze paramilitari. Nel 2002 l’Udienza Pubblica Popolare giudicò la Coca-Cola durante tre sessioni: in Bruxelles, Atlanta e Bogotà per crimini quali assassini, tortura, sequestri, sparizioni.
Nello svolgimento di questi Tribunali, ci siamo resi conto che esistevano elementi comuni tra le varie situazioni. In primo luogo la presenza delle multinazionali. Nel caso del Sud del bolivar quelle dell’oro, in Arauca (massacro di Santo Domingo) quelle del petrolio (Oxxy e Repsol), Barrancabermeja, dove c’è il porto con la raffineria più grande di tutto il paese, dove alle multinazionali del petrolio non piaceva che venisse reclamato il petrolio come elemento della sovranità nazionale e che le organizzazioni sociali si battessero affinché non venisse privatizzato. Infine la multinazionale Coca-Cola, di cui si discusse nelle Udienze Pubbliche.
C’era però un altro elemento comune: il terrorismo di stato. Attraverso i gruppi paramilitari e le politiche del governo della repubblica che generano l’impoverimento del popolo colombiano e la precarizzazione dei lavoratori, fame, miseria e che conducono all’annichilamento delle organizzazioni sociali e delle comunità.
Nonostante abbiamo ottenuto un giudizio di condanna per queste multinazionali e per lo stato colombiano, ci siamo resi conto che dovevamo continuare su questa strada per avanzare ancora di più nell’analisi, dal momento che tutti i settori dell’economia colombiana contenevano elementi profondi comuni: carbone, oro, petrolio, biodiversità, servizio pubblico, il sistema finanziario, quello agroalimentare, tutti questi settori avevano lo stesso problema: il terrorismo di stato. Decidemmo quindi di avanzare ancora di più su questo terreno, nella costruzione di una giustizia alternativa, perché non crediamo nella giustizia di questo stato. E non ci crediamo perché come dicevo all’inizio, la stragrande maggioranza dei casi rimane impunita. Da qui il Tribunale Permanente deii Popoli.
D. Quali sono state le prime multinazionali denunciate in questo Tribunale ?
R. questo Tribunale inizia con una udienza preliminare, svoltasi in Berna in agosto 2005, dove trattammo il tema della multinazionale Nestlé e dove uscì una sentenza di condanna molto interessante sulla politica della Nestlé in Colombia, basata su quattro casi dimostrati. Il primo riguardava l’utilizzo e il commercio di latte avariato, scaduto e rietichettato, quindi venduto in Colombia e in Venezuela. Il secondo caso riguardava l’omicidio di 10 lavoratori aderenti al sindacato tra gli anni 1986 e 2005. Questi crimini furono eseguiti da gruppi paramilitari a beneficio della multinazionale Nestlè. Il terzo caso dimostrato riguardava l’inquinamento delle falde acquifere di due grandi fiumi colombiani nei dipartimenti del Valle del Cauca e del Cesar. L’ultimo caso riguarda la distruzione sistematica del sindacato Sinaltrainal all’interno della fabbrica di Valledupar. Qui si stabilì una alleanza perversa tra il governo, la multinazionale ed i gruppi paramilitari. Mentre il Governo toglieva i diritti acquisiti ai lavoratori i quali, se protestavano, venivano riportati alla ragione attraverso le minacce dei gruppi paramilitari. Ed in effetti questo portò all’abbandono del sindacato da parte di quasi tutti i lavoratori sindacalizzati.
In questi giorni si è quindi finalmente svolta l’udienza del tribunale Permanente dei Popoli Sessione Colombia in cui sono state sottoposte a giudizio le Multinazionali Coca-Coloa. Ciquita Brands e Nestlé. Questa ultima è stata giudicata per gli stessi motivi di cui ho detto, oltre che per la precarizzazione del lavoro, cioè l’impoverimento della gente dovuta ai bassi salari che provoca il deterioramento della vita stessa di lavoratori.
Nella parte del Tribunale riferita alla Coca-Cola, abbiamo presentato casi riguardanti vari argomenti. In primo luogo la criminalizzazione della protesta sociale: ogni volta che il sindacato reclama un diritto, Coca-Cola si rivolge al tribunale ordinario chiedendo la condanna dei lavaratori, al carcere o sporgendo denunce civili in modo da obbligarli a esborsi ingenti di denaro. Ma cosa succede? Dal momento che i lavoratori riescono sempre a dimostrare la loro innocenza, Coca-Cola, affermando di non essere stata risarcita dalla giustizia regolare, pensa bene di farsi giustizia da sola, utilizzando i paramilitari per minacciare ed assassinare i lavoratori. Di conseguenza alcuni di loro sono strati costretti a scappare dalla Regione, altri ad abbandonare la fabbrica assieme alla loro famiglia e, tuttora sono fuori dal Paese, come è il caso di Alfredo Porras.
In secondo luogo l’impresa è stata sottoposta a giudizio per l’omicidio di otto lavoratori, enfatizzando molto il caso di Isidro Gil, ucciso a Carepa nel 1996 e quello di Adolfo Muñera Lopez, ammazzato a Barranquilla nel 2002. La storia di quest’ ultimo è emblematica. Venne perseguitato poi licenziato dall’impresa Coca-Cola. Non contenta lo accusò affinché venisse incarcerato, ma non riuscì nell’intento. Adolfo scappò per un periodo in Venezuela poi ritornò nel Paese. Venne minacciato e fu nuovamente costretto a fuggire in altri Paesi, e, quando rientrò, nonostante fosse protetto dalle misure cautelari della Commissione Interamericana per i Diritti Umani, lo assassinarono davanti alla madre.
Il terzo argomento contro Coca-Cola presentato al Tribunale ha che vedere con la precarizzazione dei lavoratori: il 94% dei lavoratori che lavorano nell’impresa non hanno un contratto a tempo indeterminato, dei rimanenti, alcuni fanno parte del Sinaltrainal e riescono a beneficiare della contrattazione collettiva e di alcuni diritti conquistati dal sindacato. Come dico però, questa è una piccolissima parte di lavoratori nei confronti degli 8750 lavoratori dipendenti dalla Coca-Cola qui in Colombia.
Il caso della Ciquita Brands ha che vedere con il caso concreto di contrabbando di armi e con il finanziamento diretto dei gruppi paramilitari da parte di questa multinazionale bananiera. Il caso concreto: anno 2004 contrabbando di 3000 fucili AK47 e 5 milioni di munizioni per questi fucili, scoperti nella nave Waterloo. Questi armamenti e munizioni vennero imbarcati in Nicaragua con destinazione Panama, ma arrivarono al porto di Turbo, unico porto privato in tutta la Colombia di proprietà della Ciquita Brands. La nave venne scaricata da lavoratori dipendenti della Compagnia e vennero trasferiti a Nuevo Paramillo. Questi armamenti hanno fatto parte degli strumenti utilizzati per massacrare il popolo colombiano.
Sebbene oggi la Chiquita Brands viene giudicata per questo fatto, non bisogna dimenticare la provenienza dell’impresa. Infatti questa multinazionale ha sempre perpetrato crimini orrendi qui in Colombia. Quando si chiamava United Fruits Company, nell’anno 1928 massacrò più di 3000 lavoratori in Sierra Magdalena. Tutti questi lavoratori e lavoratrici massacrati dall’esercito colombiano per ordine della United Fruits Company, furono buttati in mare. Li misero negli stessi vagoni con cui trasportavano le banane, li caricarono sulle navi, poi li gettarono a mare. La storia riporta il numero di circa 3000 persone documentate, ma nessuno sa con precisione quante in realtà morirono.
Quindi queste tre multinazionali sono state giudicate come casi tipo di quello che sta succedendo con le trasnazionali del settore agroalimentare. Questa sessione si conclude con una presentazione in cui si documenta come queste multinazionali sono in larga parte responsabili di avere affamato questo Paese, avendo fatto in modo che il popolo colombiano perdesse la sovranità alimentare, in modo che la gente perdesse il lavoro, che non potesse disporre di servizi sanitari e educativi, che fosse continuamente costretta a scappare dalle sue città per paura delle incursioni paramilitari.
Il programma completo del Tribunale prevede che nel mese di novembre di quest’anno venga realizzata la seconda udienza riguardante le multinazionali che sfruttano l’oro; in febbraio del prossimo anno si affronterà il tema della biodiversità: semina della palma africana, sfruttamento delle foreste, compreso le fumigazioni prodotte dal Plan Colombia. In agosto dello stesso anno verranno giudicate le multinazionali petrolifere per i crimini che hanno compiuto nel dipartimento di Arauca e del Casanare, specificamente la Repsol, la Oxxy e la British Petroleum Comppany. Seguiranno poi le udienze relative al carbone e ai servizi pubblici. Finalmente, il 28 di luglio del 2008 verrà effettuata la sessione deliberante del Tribunale Permanente dei Popoli da cui scaturirà la sentenza di condanna a queste multinazionali per i crimini che hanno commesso in Colombia.
D. Il Tribunale si è riunito il 3 di aprile per deliberare. Cosa ci dici della sentenza?
R. Siamo riusciti ad ottenere che il Tribunale producesse una sentenza molto,molto importante, dove, attraverso una valutazione molto precisa dei casi che sono stati presentati, individua le cause precise dei crimini commessi, rappresentate dalla profonda miseria presente in Colombia. Ma soprattutto individua le connessioni tra le enormi risorse naturali presenti nel Paese e il terrorismo di stato. Per noi è risultato fondamentale che il Tribunale abbia sentenziato non solo le multinazionali, ma anche lo stato colombiano per la sua corresponsabilità in questi crimini e per la generazione di miseria e fame in Colombia.
Questa sentenza contiene cifre molto importanti circa la denutrizione, disoccupazione, precarizzazione e conclude accusando queste multinazionali ed il governo colombiano. Queste accuse nel luglio 2008 arriveranno alla udienza definitiva, dove la sessione deliberante definitiva sintetizzerà le accuse prodotte dalle sedute precedenti.
Bogotà, 5 aprile 2006
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