COCA-COLA
LOTTA PER DIFENDERE LA BUONA REPUTAZIONE
Testata: Financial Times
Data: 5 Gennaio 2006
Versione originale in inglese: http://news.moneycentral.msn.com/provider/providerarticle.asp?feed=FT&Date=20060105&ID=5395860
Traduzione in italiano: REBOC
Sono passati
16 anni da quando Avelino Chicanoy è stato assassinato a Pasto,
Colombia, il primo di otto leader sindacali uccisi presso gli
impianti di imbottigliamento nel paese, presumibilmente dap arte dei
paramilitari di destra. All’epoca, gli assassinii attirarono una
scarsa attenzione, facendo parte del ciclo quotidiano della violenza
politica in Colombia.
Ma negli ultimi anni, le morti sono diventate un caso internazionale
celebre per i gruppi attivi sui diritti del lavoro e per gli
studenti attivisti, che accusano Coca-Cola di aver girato la testa
dall’altra parte rispetto agli omicidi.
Le campagne
anti-Coca-Cola si sono diffuse in più di 100 campus universitari
negli Stati Uniti, in Canada e in Europa, compreso il Regno Unito,
dove gli attivisti stanno spingendo per un boicottaggio studentesco
su scala nazionale.
Questa
settimana, l’Università del Michigan è divenuta il decimo
college a bandire i prodotti Coca-Cola dai suoi locali, seguendo
decisioni simili della New York University e della Rutgers
University.
In aggiunta ai
presunti abusi sul Lavoro in Colombia, gli attivisti accusano
Coca-Cola di danneggiare l’ambiente in India, sfruttando ed
inquinando le falde acquifere intorno ai suoi impianti di
imbottigliamento.
“Coca-Cola
è divenuta il capro espiatorio della globalizzazione, come sono
stati Nike e McDonald’s per anni”, dichiara Tom Pirko,
presidente di BeyMark, azienda di consulenza per l’industria delle
bevande.
La compagnia
nega con forza i misfatti sia in Colombia che in India e ha messo su
una task force per diffondere la sua posizione presso gli studenti e
i leader universitari. Ma l’offensiva di pubbliche relazioni ha
finora fallito nel rallentare la crescita della campagna.
Il taglio
delle vendite da parte di un manipolo di università avrà uno
scarso impatto immediato su una compagnia con un fatturato di circa
22 miliardi di dollari. Ma Coca-Cola afferma di essere “molto
preoccupata” per il danno alla sua reputazione nell’ambito dei
giovani consumatori.
Lo scorso anno
la compagnia ha cercato di rispondere alle critiche reclutando un
auditor esterno per ispezionare le sue attività in Colombia. Ma gli
attivisti hanno affermato che il rapporto stilato, che non riscontra
alcuna evidenza di abusi in corso, manca di indipendenza e ha omesso
di indagare sugli otto omicidi.
Coca-Cola si
è opposta ad un’indagine indipendente, sostenendo che potrebbe
pregiudicare il processo in corso contro i suoi partner colombiani
per l’imbottigliamento presso la Corte di Miami.
Pirko afferma
che Coca-Cola è particolarmente vulnerabile agli attacchi sui suoi
standard etici perchè il suo successo è stato costruito sulle
percezioni positive legate al suo famoso marchio.
“Uno degli
elementi al centro del marchio Coca-Cola è che incorpora la bontà,
il divertimento e il gioco”, dice. “Se i consumatori iniziano ad
associare il marchio a messaggi più negativi, questo è davvero un
gran problema per Coca-Cola. E’ impossibile stimare il danno
provocato quando un marchio passa dall’essere visto come qualcosa
di buono all’essere visto come qualcosa di negativo”.
Il marchio
Coca-Cola rimane il più prezioso del mondo, davanti a Microsoft,
valutato 67,5 miliardi di dollari, secondo la stima annuale
effettuata da Interbrand, società di consulenza sui marchi. Ma il
suo valore sta calando negli ultimi anni, a seguito di una serie di
colpi alla sua reputazione.
In Europa,
l’immagine della compagnia è stata ammaccata dal timore di
contaminazione presso un impianto di imbottigliamento belga e dal
fallito lancio nel Regno Unito dell’acqua imbottigliata Dasani,
che si è scoperto essere acqua di rubinetto purificata contenente
livelli eccessivi di sostanze chimiche pericolose.
Ma forse la
maggiore minaccia per l’immagine della Coca-Cola è la crescente
preoccupazione dei consumatori rispetto al ruolo delle bevande
frizzanti e zuccherate rispetto all’epidemia di obesità che si
diffonde nel mondo sviluppato.
I produttori
statunitensi di soft drink recentemente hanno acconsentito a
restrizioni volontarie delle vendite nelle scuole in risposta alla
pressione crescente sull’industria da parte dei governi statali,
dei genitori e degli attivisti impegnati per la salute. Alcuni
analisti affermano che Coca-Cola e i suoi rivali potrebbero
eventualmente trovarsi a fronteggiare delle ‘class action’ del
tipo di quelle intentate contro i produttori di tabacco da parte
delle vittime dell’obesità.
Coca-Cola
spera che una nuova campagna pubblicitaria globale pianificata per
quest’anno – che utilizzerà lo slogan “Benvenuti dalla parte
Coke della vita” – aiuterà a generare sentimenti più positivi
nei confronti del marchio.
Copyright 2006 Financial
Times
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