Autore:
REBOC
Data: 18 Ottobre 2005
CSCC
ASSOLVE COCA-COLA IN COLOMBIA
Mentre
si è ancora in attesa di sapere se la Coca-Cola Company accetta o
meno la richiesta di commissione di inchiesta indipendente rivoltale
dall'Università del Michigan come condizione per il mantenimento
dei contratti in esclusiva, la multinazionale di Atlanta annuncia
sul suo sito anti-boicottaggio www.cokefacts.org
che nel mese di Aprile 2005 'è stata realizzata in Colombia
un'indagine sui luoghi di lavoro da parte della CSCC - Cal Safety
Compliance Corporation, una organizzazione rispettata e
indipendente, che non ha trovato alcuna indicazione di violenza o
intimidazione anti-sindacale negli impianti di imbottigliamento
colombiani.
L'associazione studentesca statunitense USAS - United Students
Against Sweatshop ci spiega perché l'inchiesta non può essere
considerata né indipendente né tantomeno credibile.
Autore: United Students Against Sweatshop
Data: 15 Aprile 2005
Versione originale in inglese: http://www.studentsagainstsweatshops.org/docs/usas-calsafety.doc
Documenti collegati: il
Rapporto CSCC sugli impianti Coca-Cola in Colombia
UNITED
STUDENTS AGAINST SWEATSHOP: 'CSCC NON E’ UN ORGANISMO DI CONTROLLO
CREDIBILE PER LE PRATICHE DI LAVORO DI COCA-COLA'
La Coca-Cola Company ha
recentemente fatto realizzare da parte dell’ente profit Cal-Safety
Compliance Corporation un rapporto, come “inchiesta
indipendente” sulle pratiche di lavoro della Coca-Cola in
Colombia. Si tratta di una mossa di pubbliche relazioni che gioca in
anticipo rispetto alle grandi proteste che avverranno
all’assemblea degli azionisti del 19 Aprile, a testimonianza della
crescente pressione degli studenti all’interno dei campus in tutto
il paese.
Desideriamo
chiarire che giudichiamo questo sviluppo del tutto inaccettabile e
incapace di segnare un passo in avanti nel processo per assicurare
che i diritti dei lavoratori vengano rispettati all’interno degli
impianti di imbottigliamento in Colombia.
Cal-Safety
non è ritenuta un organismo di verifica credibile dalle principali
organizzazioni di promozione dei diritti dei lavoratori, a causa del
suo curriculum di mancato accertamento di gravi violazioni in casi
di alto profilo e a causa della sua metodologia di monitoraggio
viziata. Quest’indagine della Cal-Safety commissionata dalla
Coca-Cola non sarà presa sul serio dal movimento anti-sfruttamento
e non consente di sopire le preoccupazioni di lunga data sulle
violazioni dei diritti umani negli impianti Coca-Cola in Colombia.
Questo
documento riporta qualche retroscena che sostiene il nostro giudizio
su Cal-Safety e per il quale non si può contare sul fatto che la
compagnia scopra, riporti e corregga le violazioni sui diritti dei
lavoratori in questo caso.
Cal-Safety ed il caso El Monte
Cal-Safety è forse meglio
conosciuta da parte dei difensori dei lavoratori per il suo ruolo
nel caso di El Monte, la vicenda più scellerata di abusi e
sfruttamento nella storia americana moderna. In questo caso, 75
donne e 5 uomini vennero mantenuti in condizioni simili alla
schiavitù in un distretto industriale presso El Monte, in
California. Per quasi cinque anni, ai lavoratori fu proibito di
lasciare il distretto, costretti a lavorare circondati dal filo
spinato e sotto sorveglianza armata, per produrre abiti delle
maggiori marche americane per meno di un dollaro all’ora. Gli
operai lavoravano dalle 7 di mattina fino a mezzanotte, sette giorni
su sette. Dalle 8 alle 10 persone erano costrette a vivere in stanze
da due infestate dai ratti.
Cal-Safety
era l’organo di monitoraggio registrato del front-shop D&R.
Ogni giorno D&R trasferiva centinaia di contenitori di stoffe
tagliate nelle fabbriche dello sfruttamento e consegnava migliaia di
indumenti finiti alle manifatture e alle vendite al dettaglio, anche
se c’erano meno di una dozzina di macchine da cucire nella
fabbrica D&R. L’ispezione della Cal-Safety presso lo
stabilimento non notò niente di strano, incluso il notevole volume
di prodotto lavorato che usciva dalle fabbriche dello sfruttamento.
Inoltre, Cal-Safety non fu neppure in grado di individuare le
numerose violazioni sulle paghe e gli orari dei 22 lavoratori
latinoamericani impiegati presso la fabbrica della D&R.
Le rivelazioni sugli abusi presso le fabbriche di El Monte furono il
principale evento nella storia sindacale americana, tanto da
incoraggiare la nascita del moderno movimento contro lo
sfruttamento. L’incapacità di Cal-Safety nell’individuare gli
abusi in questo caso, è uno degli esempi più largamente citati
dell’inadeguatezza dell’industria privata del monitoraggio.
Ulteriori esempi di monitoraggi inefficaci
della Cal-Safety
Come
conseguenza della sua incapacità di individuare gli abusi nel caso
di El Monte, Cal-Safety fu oggetto di una vasta e pubblica censura.
Ad ogni modo, nonostante le critiche, le pratiche di auditing di
Cal-Safety hanno continuato a rivelarsi inadeguate. I seguenti sono
altri casi di primo piano in cui Cal-Safety non è stata in grado di
individuare e/o riportare violazioni dei diritti dei lavoratori.
§
Nel 1998, Cal-Safety ha emesso
un rapporto pulito su Trinity Knitworks, una industria di
abbigliamento di Los Angeles, nonostante essa abbia omesso di
fornire una documentazione completa e nonostante abbia trascurato di
pagare i lavoratori per mesi. Cal-Safety riportò a Disney, che era
il suo cliente in questo caso, che la Trinity era pienamente
rispettosa degli standard di lavoro, proprio nello stesso momento in
cui il Dipartimento del Lavoro della California stava indagando la
fabbrica e denunciandola per massicce violazioni del salario minimo,
inclusi 213.000 $ di stipendi arretrati dovuti a circa 142
lavoratori.
Nel Settembre del 1998, quando il Dipartimento del Lavoro sequestrò
17.000 abiti Disney dalla Trinity, gli assegni della fabbrica per i
lavoratori erano saltati per cinque mesi. Cal-Safety aveva visitato
la fabbrica in questo periodo. Un articolo del Los Angeles Times del
1 Dicembre 1998 riportava che “mentre i rappresentanti della
Disney e delle altre marche mantenevano una stretta sorveglianza sui
dettagli della produzione, come la posizione delle cuciture, le
linee dei bordi e le chiusure lampo, i verificatori assunti dalle
compagnie non riuscivano a notare che i lavoratori non stavano
ricevendo lo stipendio”. L’articolo citava Joe A. Razo, deputato
della California e componente della Commissione Lavoro, che disse
“bisogna essere davvero ciechi per non sapere che cosa sta
avvenendo alla Trinity.”
§
Nel 1999, Cal-Safety è stato l’organo di monitoraggio ingaggiato
da John Paul Richard, produttore di abbigliamento pret-a-porter a
Los Angeles. Cal-Safety non riuscì ad individuare e denunciare
condizioni di sfruttamento, incluso falsificazioni nelle
registrazioni degli orari di lavoro, lavoro fuori orario e salari
sotto il minimo. Inoltre, a seguito della visita di un ispettore
della Cal-Safety, due lavoratori latinoamericani che avevano parlato
con Cal-Safety sono stati licenziati in tronco alla presenza dei
manager della fabbrica. Quando Cal-Safety è stata contattata in
riferimento a questo atto di rappresaglia per la collaborazione con
un verificatore, Cal-Safety ha rifiutato di fare alcunché,
insistendo che non era un suo problema. Dopo che i lavoratori hanno
agito in giudizio per quel fatto presso una Corte Federale contro i
produttori e i dettaglianti, un rapporto formale di Cal-Safety ha
rivelato un processo inadeguato di preparazione, inchiesta e
relazione.
§
Nel 1999, Cal-Safety è stata assunta da Wal-Mart per controllare
una fabbrica in Cina chiamata Chun Si, che produceva borsette per la
linea Kathy Lee Gifford di Wal Mart. Come rivelato da un lungo
reportage di Business Week, la fabbrica teneva i lavoratori
praticamente in cattività, rinchiusi in un’ area circondata da
mura per 23 ore al giorno. Il management confiscava i documenti di
identità dei lavoratori, mettendoli a rischio di deportazione se
essi avessero lasciato la fabbrica. Le guardie aziendali
percuotevano regolarmente i lavoratori che rispondevano ai capi o
che camminavano troppo lentamente.
I
lavoratori venivano sanzionati con multe di almeno un dollaro per il
fatto di rimanere troppo a lungo negli alloggi. Cal-Safety, insieme
a Price Waterhouse Coopers, controllò la fabbrica cinque volte.
Business Week riportò che, mentre le ispezioni di Cal-Safety
riscontrarono solo violazioni di scarsa rilevanza, riguardanti
mancati pagamenti e straordinari eccessivi, “i controlli di
Cal-Safety si fecero sfuggire gli abusi più gravi, come le percosse
e la confisca dei documenti di identità.”
La metodologia di monitoraggio viziata di
Cal-Safety
L’informazione
sui suddetti esempi di monitoraggio della Cal-Safety viene
completata dai risultati di un’indagine riguardante la metodologia
di monitoraggio della Cal-Safety realizzata dalla Dottoressa Jill
Embenshade, presentata in un libro recentemente pubblicato,
“Monitorare lo sfruttamento”.
Nella sua ricerca, la Embenshade ha condotto estese
interviste con gli auditor della Cal-Safety e ha direttamente
osservato nella pratica il lavoro di auditing della compagnia. Viste
le dubbie pratiche documentate, la scarsa attività di
documentazione forse non è sorprendente. In numerose aree chiave,
la Cal Safety non è riuscita a raggiungere gli standard minimi
accettati per un’indagine valida sulle fabbriche.
- E’ stato dimostrato
che visite a sorpresa alle fabbriche sono sostanzialmente più
efficaci nell’individuare violazioni dei diritti dei
lavoratori, perché eliminano la possibilità del management di
coprire gli abusi. Invece la maggioranza degli audit di
Cal-Safety nelle fabbriche sono annunciati, in modo che il
management dell’impianto sia pienamente a conoscenza che gli
auditor arriveranno a visitare la fabbrica in una certa data e
in un certo orario.
- Il processo di
identificazione, documentazione, relazione e correzione delle
violazioni dei diritti dei lavoratori è un procedimento
complicato e di intenso lavoro. Le indagini del Dipartimento del
Lavoro richiedono all’incirca 20 ore per essere completate. Le
indagini del WRC spesso coinvolgono per ore centinaia di persone
in periodi di mesi. Tuttavia, Cal-Safety pretende di portare a
compimento lo stesso lavoro in poche ore. Gli audit della
Cal-Safety in
fabbrica sono generalmente programmati in tre ore, compreso il
tempo di spostamento in un altro sito produttivo o per pranzare
o per fare una pausa, dimodoché gli audit di frequente prendono
di fatto meno di tre ore.
- E’ ben documentato
che intervistare i lavoratori all’esterno della fabbrica, in
luoghi che i lavoratori stessi scelgono, è molto più efficace
per acquisire informazioni veritiere sulle condizioni di lavoro,
piuttosto che intervistarli all’interno degli impianti, dove i
capi sanno chi in quel momento viene intervistato e i lavoratori
possono diventare oggetto di rappresaglia o vendetta. Invece,
secondo gli auditor della Cal-Safety, la stessa conduce
principalmente le interviste ai lavoratori negli ambienti
aziendali, o in un ufficio della fabbrica. Un ex verificatore
della Cal-Safety ha dichiarato: “ Non c’è privacy nella
conversazione. Il datore di lavoro sapeva chi veniva
intervistato”.
- L’area chiave di
preoccupazione riguardo agli impianti di imbottigliamento della
Coca-Cola è la libertà di associazione e il diritto dei
lavoratori di aderire al sindacato e di stipulare accordi
collettivi, e così la competenza in quest’area è decisiva
per un’indagine efficace. Invece Cal-Safety non considera i
diritti di contrattazione collettiva o la libertà di
associazione come rientranti nell’ambito di competenza dei
suoi audit negli Stati Uniti, e non indaga sulle violazioni del
National Labor Relations Act. All’interno della sede di
Cal-Safety, i ricercatori hanno rilevato propaganda
anti-sindacale affissa sui muri, per veicolare il messaggio che
il monitoraggio sostituisce la sindacalizzazione.
Non può essere trovata nessuna evidenza
che indichi che Cal-Safety ha esperienza o competenza
nell’indagare oltreoceano violazioni dei diritti di
associazione.
- Un principio basilare
per un monitoraggio credibile è che le organizzazioni che sono
legate all’industria
che stanno monitorando in quanto loro principale fonte di
guadagno, non sono adatte a produrre rapporti che siano
interamente imparziali o critici dei loro principali
“pagatori”. Tuttavia, Cal-Safety è stata assunta e pagata
direttamente da molte delle principali multinazionali del mondo,
incluse Wal-Mart, Walt Disney, the Gap e Nike.
Il reddito annuale di Cal-Safety derivante dal monitoraggio
privato for-profit è di milioni di dollari.
I contratti con le multinazionali sono la sua principale fonte
di guadagno.
- Un principio basilare
della politica anti-sfruttamento dell’Università è la
trasparenza e la divulgazione pubblica di informazioni
aziendali, una pratica a cui Cal-Safety non ha mai sottomesso se
stessa. Cal-Safety non rende pubblicamente disponibili i suoi
rapporti di monitoraggio né al pubblico né ai lavoratori a cui
si suppone che gli audit debbano apportare benefici. Invece, il
sito web della Cal-Safety afferma: “Cal-Safety considera ogni
interazione all’interno del suo monitoraggio come estremamente
confidenziale; i dati dell’ispezione sono strettamente
controllati e messi a disposizione esclusivamente del cliente
del rapporto.”
Conclusione
Insomma,
basandoci sulle informazioni disponibili, ci sono ampi elementi per
concludere che Cal-Safety è inadatta a monitorare le pratiche di
lavoro della Coca-Cola in Colombia. Piuttosto, dati i ripetuti
fallimenti nel riscontrare gravi violazioni in casi di alto profilo
di abusi nei confronti dei lavoratori, il suo status di azienda
profit, il fatto che il suo lavoro di monitoraggio rende un guadagno
derivante dalle maggiori corporation che essa ispeziona, la sua
mancanza di esperienza nella questione essenziale della libertà di
associazione, la sua metodologia viziata nelle ispezioni delle
fabbriche e nel condurre interviste con i lavoratori, la sua totale
mancanza di trasparenza, Cal-Safety potrebbe facilmente essere
esclusa dai candidati per un monitoraggio credibile del caso
Coca-Cola in Colombia.
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