Autore:
GMIPoll
Data: 29 Agosto 2005
Versione originale in inglese: http://www.gmi-mr.com/gmipoll/press_room_wppk_pr_08292005.phtml
Traduzione in italiano: REBOC
PIU'
DI UN TERZO DEI CONSUMATORI BOICOTTANO ALMENO UN MARCHIO - COCA-COLA
TRA LE QUATTRO AZIENDE PIU' BOICOTTATE AL MONDO
Pratiche
di lavoro ingiuste e prodotti insalubri inducono i compratori a
lasciare i beni sugli scaffali
Seattle,
29 Agosto 2005 – Più di un terzo dei consumatori a livello mondiale boicottano
almeno un marchio. E’ questo il risultato dell’ultimo GMIPoll
globale, un sondaggio di opinione on line che ha interrogato 15.500
consumatori in 17 paesi.
Tra
i più appassionati boicottatori ci sono i Cinesi, con più della
metà degli intervistati che affermano di rifiutare di comprare
prodotti da determinati produttori. Danimarca (49%) e Francia (46%)
seguono da vicino al secondo e terzo posto. L’Italia è nona, con
il 38% dei consumatori che dichiarano di boicottare, e si piazza
subito prima di Gran Bretagna e Canada.
I
consumatori messicani e giapponesi, dall’altra parte, sembrano
essere i più tolleranti con solo il 15% degli intervistati
messicani e un quinto dei giapponesi che rifiutano particolari
marchi.
Soprattutto,
il 36% di tutti i consumatori del mondo – una percentuale più
alta di uomini che di donne – affermano che stanno boicottando
alcuni prodotti. I marchi più boicottati, secondo l’intervista,
sono Nike, Coca-Cola, McDonald’s e Nestlé. I tedeschi hanno il più
alto numero di marchi sulla loro lista nera, compresi alcuni locali
come Adidas, Opel e Mercedes, mentre i consumatori cinesi affermano
di evitare principalmente marchi locali e la Sony.
“Questi
risultati saranno molto preoccupanti per queste compagnie abili nel
marketing, in quanto dimostrano i rischi per il valore dei loro
marchi. Chiaramente non si stanno mettendo in comunicazione come
potrebbero con i loro mercati locali”, ha affermato Allyson
Stewart-Allen, direttore del marketing della società di consulenza
International Marketing Partners.
“Per
questi motivi stiamo attualmente sviluppando un Barometro del
Marchio insieme a GMI per permettere alle aziende di monitorare
regolarmente come esse sono percepite in giro per il mondo. In tal
modo esse possono attivarsi con discernimento riguardo alla
percezione dei loro marchi e implementare programmi di marketing
locale più mirati”.
Tra
le ragioni più frequenti del boicottaggio ci sono le ingiuste
pratiche di gestione del personale e l’insalubrità dei prodotti.
La cattiva pubblicità e il paese di origine giocano un ruolo meno
importante. Inoltre, il 18% degli intervistati ha anche affermato
che non acquisterebbe prodotti realizzati da paesi che non
rispettano l’accordo di Kyoto volto a contenere il
surriscaldamento globale, mentre il 28% non erano affatto a
conoscenza dell’accordo.
Un quarto di tutti i consumatori su scala mondiale hanno affermato
di essere ‘ambientalmente e socialmente responsabili’ piuttosto
che acquirenti nella media.
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