Campagna di boicottaggio Coca-Cola

dalla Campagna indiana di Boicottaggio della Coca-Cola


COCA-COLA IN INDIA: AGENZIA DI STATO ORDINA LA CHIUSURA DI UN IMPIANTO - COCA-COLA COINVOLTA IN UNO SCANDALO TANGENTI - 4 FERITI E 43 ARRESTI IN UNA MANIFESTAZIONE ANTI-COCA-COLA

Autore: India Resourch Center
Data: 19 Agosto 2005
Versione originale in inglese: http://www.indiaresource.org
Traduzione in italiano: REBOC

Contatti:
R. Ajayan, Plachimada Solidarity Committee (India) Tel: +91 98471 42513
Amit Srivastava, India Resource Center E: info(AT)IndiaResource.org Tel: +44 7731 865 591 (UK)

Plachimada, India:
Una grave sconfitta per la Coca-Cola Company, il Kerala State Pollution Control Board (Comitato di controllo sull’inquinamento dello Stato del Kerala) ha ordinato all’impianto di imbottigliamento della compagnia nel sud dell’India di “fermare la produzione di ogni genere di prodotto con effetto immediato”.

La Coca-Cola Company, in diretta violazione delle leggi indiane, aveva ripreso le attività “di collaudo” nel suo stabilimento di imbottigliamento di Plachimada, nell’India meridionale, in data 8 Agosto 2005. L’impianto di imbottigliamento, uno dei principali della Coca-Cola, era stato chiuso dal Marzo 2004 su pressione della comunità locale, che da anni sta subendo una grave crisi idrica e l’inquinamento sia dell’acqua di falda che del terreno a causa delle attività della Coca-Cola.

L’ultima iniziativa popolare per la chiusura dello stesso impianto di Plachimada si era tenuta lo scorso 15 Agosto, nel 58° anniversario dell’indipendenza dell’India dal dominio britannico.

La manifestazione era stata bloccata ad un centinaio di metri dai cancelli della fabbrica, e le forze di polizia avevano caricato violentemente facendo ricorso ai manganelli e ferendo gravemente quattro attivisti che sono stati portati in ospedale con gravi lesioni alla testa. Altri 43 attivisti sono stati arrestati, compresa una ragazza di 16 anni, che è stata trasferita al carcere minorile.

Il Kerala Pollution Control Board, con un’ordinanza di 10 pagine pubblicata oggi, nota che la compagnia deve spiegare gli ingenti quantitative di cadmio nei suoi scarti, che stanno contaminando l’acqua di falda,  rendendola inadatta al consumo umano. Il Comitato inoltre sancisce la responsabilità dell’azienda che non ha adempiuto a due ordinanze precedenti – che imponevano l’installazione di un impianto per il trattamento delle scorie per i liquidi di scarto e la predisposizione di un impianto di acqua potabile per i membri della comunità danneggiati dal sovrasfruttamento dell’acqua da parte dell’azienda.

“Accogliamo con favore l’ ordinanza del Pollution Control Board che chiude lo stabilimento”, ha dichiarato R. Ajayan del Plachimada Solidarity Committee, protagonista della richiesta al Ministro della Sanità e al Presidente del Kerala Pollution Control Board di emettere il provvedimento. “Ora dobbiamo continuare a collaborare con il governo statale per assicurare che Coca-Cola rispetti l’ ordinanza e che non ci siano ulteriori violazioni da parte della compagnia”.

In collegamento con questa vicenda, l’Ufficio Vigilanza e Anticorruzione del Kerala ha perquisito le residenze del segretario-membro del Pollution Control Board K.V. Indulal in tre città in data 11 Agosto 2005. L’ufficio anticorruzione sta indagando su Indulal per aver accettato tangenti mentre era membro del Pollution Control Board.

La campagna contro Coca-Cola ha sostenuto che Indulal era influenzato dalla Coca-Cola Company, quando, nel 2003, visitò Plachimada per indagare sull’inquinamento dell’acqua di falda da parte dell’azienda. Dopo le sue “indagini”, il Signor Indulal ha pubblicato una nota irreprensibile per la Coca-Cola Company, dichiarando che l’inquinamento non era “oltre limiti tollerabili”. Ciononostante, recenti investigazioni da parte sia del Kerala Pollution Control Board che della British Broadcasting Corporation hanno riscontrato livelli di inquinamento nell’area estremamente elevati, e uno studio successivo del Kerala Pollution Control Board ha confermato elevatissimi livelli di cadmio.

Gli attivisti della Campagna contro Coca-Cola hanno accusato il Signor Indulal di aver coperto l’evidenza e di aver preso mazzette per favorire la Coca-Cola Company, come è risultato in base all’indagine e all’azione dell’Ufficio di Vigilanza e Anticorruzione.

La Coca-Cola Company si trova nei guai in India. Le vendite di Coca-Cola sono calate del 14% nell’ultimo trimestre (Aprile-Giugno), e la compagnia si sta sottoponendo ad un’ampia riorganizzazione nel paese, compreso un cambio al vertice, nello sforzo di contenere l’opposizione crescente.

Il governo dello Stato del Kerala ha recentemente annunciato che sfiderà il diritto di Coca-Cola di estrarre acqua dalle risorse idriche comuni. La compagnia si trova ad essere bersaglio di campagne locali anche in almeno altre tre comunità, con decine di migliaia di persone mobilitate per fermare la crisi idrica e l’inquinamento provocati dalla compagnia.

Nelle ultime settimane anche il panchayat di Kuttiady, sempre nello Stato del Kerala, ha dichiarato il suo territorio ‘zona libera dalla Coca-Cola’, e ha ricevuto l’appoggio di commercianti e partiti politici, in una gara di solidarietà con il popolo di Plachimada.


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