INVIA QUESTA E-MAIL A FURIO
COLOMBO
17.11.2005
LA
FAVOLA DEGLI AMICI
DELLA COCA-COLA
Dopo l’ articolo di Furio Colombo dal titolo ‘La
leggenda della Coca-Cola’, pubblicato sull’Unità del 17
novembre, non si può non rispondere e accettare la campagna di
disinformazione in atto su parte della stampa italiana.
Volendo credere, seppur a fatica, alla buona fede dell’autore
dell’articolo, nonostante le amicizie con dirigenti Coca-Cola che
Colombo stesso afferma di avere, gli abbiamo inviato un dossier
indipendente che documenta le violazioni che Coca-Cola commette non
solo in Colombia, ma anche in India e in altri 16 Paesi del mondo,
violazioni che vanno dalla repressione dei sindacati fino alla
discriminazione razziale nei confronti dei dipendenti afroamericani
(nonostante quanto afferma nel suddetto articolo, la Coca-Cola ha
pagato nel 2000 192,5 milioni di dollari, il patteggiamento più
oneroso tra tutte le accuse di discriminazione razziale avviate
negli Stati Uniti).
Tornando all’oggetto specifico del boicottaggio, non stiamo
parlando di un capoufficio che alza la voce con il suo dipendente.
Parliamo di lavoratori trucidati dagli squadroni della morte dei
paramilitari, all'interno di impianti Coca-Cola protetti da guardie
armate e mura di cinta, dell'assassinio delle mogli dei leader
sindacali e del rapimento dei loro figli.
Parliamo di riunioni in azienda in cui i paramilitari, dopo aver
convocato tutti i lavoratori sindacalizzati, gli hanno imposto di
firmare fogli di dimissioni stampati nei computer aziendali sotto la
minaccia delle armi.
Parliamo di sezioni sindacali date alle fiamme.
Parliamo di leader sindacali incarcerati su denuncia della Coca-Cola
per mesi in prigioni tra le peggiori del pianeta e poi liberati per
non aver commesso il fatto.
Parliamo, in sostanza, di 8 omicidi e ben 179 gravissime violazioni
dei diritti umani. Una campagna repressiva, dal 1989 ad oggi, volta
ad annientare il Sindacato con la complicità di Coca-Cola e a suo
beneficio, come dimostra il fatto che, anche secondo Amnesty
International, la maggior parte di queste violazioni sono state
commesse nel corso di vertenze contrattuali.
Quanto affermiamo non è una leggenda metropolitana, ma è stato
accertato da una commissione indipendente promossa dal comune di New
York e da diverse successive visite effettuate da commissioni dei più
disparati paesi europei e americani.
Il tribunale federale della Florida ha inoltre accettato le prove a
carico delle imprese imbottigliatrici depositate dal Sinaltrainal,
incriminando le aziende colombiane per tortura e omicidio.
Tutto il materiale di cui parliamo è a disposizione di tutti sul
sito www.nococacola.info.
Rispetto all’affermazione secondo cui Coca-Cola non c’entra
niente, perché il problema è semmai degli imbottigliatori
colombiani, Furio Colombo dovrebbe sapere che l’ ONU,
nell’Agosto del 2003, ha approvato le Norme sulle Responsabilità
delle Imprese Transnazionali riguardo ai Diritti Umani, nelle quali
si afferma il principio secondo cui un’impresa transnazionale va
considerata responsabile di quanto accade in tutta la Sua filiera
produttiva.
La stessa Coca-Cola, nel suo Codice di Condotta internazionale, si
impegna a farne rispettare le norme “in
tutte le imprese che abbiano la franchigia per la produzione,
distribuzione, vendita” dei suoi prodotti.
Nel caso specifico va inoltre ricordato che Coca-Cola controlla non
solo di fatto le aziende colombiane di imbottigliamento, essendone
il principale committente, ma detiene il 39,6% del capitale
azionario ed il 46% delle azioni con diritto di voto, oltre ad
essere rappresentata nel Consiglio di Amministrazione da dirigenti
di alto livello.
Grazie alla pressione di tutte le vittime di questa ‘leggenda
metropolitana’, lo scorso 7 novembre la Coca-Cola ha accettato,
davanti a Veltroni, una Commissione d’inchiesta indipendente che
si recherà in Colombia a Marzo 2006.
Il boicottaggio è oggi l'unico modo di ottenere la verità e la
giustizia su questi gravissimi crimini, oltre ad essere uno
strumento altamente democratico e nonviolento, utilizzato prima di
noi da Gandhi e da Martin Luther King per risolvere questioni come
quelle del colonialismo e dell'apartheid.
La campagna di boicottaggio va avanti, fino al raggiungimento degli
obiettivi: Verità, Giustizia e Riparazione integrale dei danni
subiti dalle vittime.
Per noi la vita di un essere umano e il rispetto dei suoi diritti
valgono molto di più di una lattina di Coca Cola e, se ci
permettete, anche di una torcia olimpica.
Reboc
Rete di boicottaggio della Coca
Cola
no_cocacola_it@yahoo.it
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