Dibattito
su “Coca Cola: diritti negati? Posizione a confronto”
Un confronto di opinioni sulla vicenda della “Coca Cola
Company”, la multinazionale accusata di essere il mandante delle
politiche repressive nei confronti del sindacato e dei lavoratori
dipendenti delle imprese imbottigliatrici che operano in Colombia.
S’intitola “Coca Cola: diritti negati? Posizioni a confronto”
l’iniziativa organizzata dell’assessorato ai diritti dell’uomo
venerdì 15 aprile presso l’aula Magna dell’Ateneo di Foggia.
L’idea di promuovere un dibattito sull’argomento è nata in
seguito ad una lettera-documento che la “Coca-Cola Company” ha
inviato a tutti i sindaci d’Italia per dimostrare che le accuse
rivolte sono false e prive di ogni fondamento.
L’amministrazione comunale di Foggia ha ritenuto la vicenda
meritevole di approfondimento, invitando alla discussione tutti i
soggetti interessati.
All’introduzione di Michele Del Carmine, assessore ai diritti
dell’uomo, seguiranno gli interventi di Nicola Raffa, responsabile
relazioni esterne Coca Cola, Stefano Boschini, segretario
provinciale Fim-Cisl di Venezia, e Federico Bruno, Comitato Carlos
Fonseca (Rete boicottaggio Coca Cola).
E’ previsto un collegamento in videoconferenza da Bogotà con Paez
Edgar, dirigente del sindacato colombiano Sinaltrainail.
L’incontro sarà moderato da Giovanni Dello Iacovo, direttore di
Teleblu.
IL REPORTAGE
DI FOGGIA&FOGGIA
Coca Cola in Colombia: diritti
negati?
Una commissione indipendente
denuncia il colosso per 179 reati
(di Valentina Farinola)
Dibattito molto animato quello di venerdí 15 aprile all'Università
di Foggia, organizzato dall'assessore comunale ai diritti dell'uomo
Michele del Carmine, in seguito ad una lettera che la Coca Cola
Company ha inviato a tutti i sindaci d'Italia per dimostrare che le
accuse rivolte alla compagnia, relative a 179 gravi violazioni dei
diritti umani dei suoi lavoratori in Colombia, sono false.
Il motivo di tanto zelo da parte della multinazionale statunitense,
avente filiali in piú di 30 paesi con un impiego di 56 mila
lavoratori e con un fatturato annuo di circa 20 miliardi di dollari,
é riconducibile alla campagna di boicottaggio internazionale messa
in atto dal Sinaltrainal, il sindacato nazionale del settore
agroalimentare in Colombia, per costringere il colosso industriale a
interrompere le sue presunte politiche repressive nei confronti del
sindacato e dei lavoratori dipendenti delle imprese imbottigliatrici
che operano in quel paese.
A parlar della situaziOne in Colombia c'era Il comitato Carlos
Fonseca che appoggia il boicottaggio.
Secondo il rapporto della commissione indipendente d'inchiesta di
New York sulla Coca Cola in Colombia, l'azienda sarebbe accusata di
violazioni dei diritti umani per essere la mandante di 9 assassini,
oltre a innumerevoli sequestri, trasferimenti forzati e
intimidazioni nei confronti dei lavoratori. Tuttavia, questa é una
situazione che riguarda tutti i sindacalisti colombiani: quelli
assassinati dal 1986 ad oggi sono piú di 4000.
A difendere la posizione di Coca Cola c'era, invece, il responsabile
delle relazioni esterne dell'azienda Nicola Raffa che, pur
ammettendo la drammatica situazione in Colombia, ha respinto ogni
coinvolgimento di Coca Cola nei suddetti reati, in particolare ha
sottolineato la mancanza di prove di legami con i paramilitari
artefici degli omicidi, sebbene abbia ammesso che l'azienda potrebbe
fare qualcosa di piú per tutelare i propri lavoratori.
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