ROMA,
30 GIUGNO 2005
COMUNICATO
STAMPA DELLA REGIONE LAZIO - ASSESSORATO AL BILANCIO,
PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA E PARTECIPAZIONE
UNA
COMMISSIONE D'INCHIESTA INTERNAZIONALE SULLE CONDIZIONI DI LAVORO
DEI DIPENDENTI DELLA COCA-COLA IN COLOMBIA
Il
25 ed il 26 Giugno Juan Carlos Galvis del Sinaltrainal, il sindacato
colombiano che ha lanciato una campagna di boicottaggio
internazionale contro Coca-Cola, si è recato in visita a Roma per
rinnovare la denuncia contro la multinazionale americana colpevole
di atteggiamenti anti-sindacali in Colombia, perpetrati con metodi
sanguinari e autoritari. Vittima di questa strategia repressiva è
in particolare il Sinaltrainal, che, secondo un’inchiesta
indipendente condotta da una Commissione statunitense, ha subito
almeno 179 gravi violazioni dei diritti umani, tra cui 9 omicidi di
leader sindacali e di 4 loro familiari, numerosi sequestri, torture,
minacce e montature giudiziarie.
Sabato
25 giugno Juan Carlos Galvis in una conferenza stampa organizzata
dalla Reboc (Rete di boicottaggio della Coca-Cola) ha incontrato
l’Assessore al Bilancio, programmazione economico-finanziaria e
partecipazione della Regione Lazio Luigi Nieri e l’Assessore alle
Politiche per le Periferie, lo sviluppo Locale, il Lavoro del Comune
di Roma Paolo Carrazza.
Durante
l’incontro è emerso che ben il 96% dei dipendenti della Coca-Cola
in Colombia è assunta senza contratto regolare né previdenza
sociale. Su 10.000 lavoratori nei 4 grandi stabilimenti colombiani
della Coca-Cola Company pochissimi hanno avuto la possibilità di
iscriversi ai sindacati; il Sinaltrainal, il maggiore di questi,
conta soltanto 300 iscritti, gli unici che hanno avuto una qualche
forma di tutela contrattuale da parte della Company.
L’Assessore
Luigi Nieri ha annunciato la sua intenzione di portare al Consiglio
regionale del Lazio la richiesta di istituire al più presto una
commissione d’inchiesta internazionale sulle vicende colombiane:
“Ciò che sta avvenendo in Colombia – ha dichiarato
l’Assessore al Bilancio – è emblematico di quanto la
globalizzazione può portare alla precarizzazione del lavoro e alla
negazione dei più elementari diritti umani. Presenterò una mozione
per la costituzione di una Commissione d’inchiesta che
valuti le condizioni di lavoro dei dipendenti Coca-Cola in Colombia.
Poi, sull'esempio del Comune di Roma, stiamo lavorando ad un
Comitato Etico Regionale. Non vogliamo demonizzare la Coca-Cola, ma
solo sapere cosa si nasconde dietro a questa bevanda: non vogliamo
è che il 96% dei dipendenti degli stabilimenti Coca-Cola viva nel
precariato senza che vengano rispettati i loro diritti sindacali,
civili e umani”.
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