COMUNICATO STAMPA DELLA REBOC – RETE BOICOTTAGGIO COCA-COLA
TORINO 2006, LA REBOC A CHIAMPARINO E PESCANTE: “COCA-COLA VENGA
ESCLUSA DAGLI SPONSOR OLIMPICI”
Lettera aperta della Reboc a Chiamparino e Pescante
ROMA, 20 GEN 06 –
Sigg. Mario Pescante e Sergio Chiamparino,
il vostro definirci “quattro imbecilli” o “peggio che imbecilli” o
“pericolosi più di Al Qaeda” pensiamo sia sufficiente a dare la misura del
vostro livello di nervosismo e difficoltà e a chiarire chi sia in questa
vicenda ad esercitare la violenza, a partire da quella verbale.
L’intento di questa lettera è quello di dare a voi la possibilità di
acquisire una corretta informazione intorno ai fatti di cui parlate, in modo che
la prossima volta possiate rilasciare alla stampa dichiarazioni maggiormente
equilibrate e consone ai ruoli istituzionali che ricoprite.
Le ormai 35 iniziative di contestazioni della Coca-Cola che la fiaccola ha
incontrato nel suo percorso sono parte della campagna internazionale di
boicottaggio della Coca-Cola, azienda che voi avete scelto come sponsor delle
Olimpiadi invernali, pur conoscendo le gravi accuse che in tutto il mondo gli
vengono mosse.
Era l’estate del 2004 quando per la prima volta la REBOC formulò al Comitato
Olimpico Internazionale la richiesta di escludere la Coca-Cola dagli sponsor
olimpici, in quanto colpevole di:
- comportamento antisindacale in Colombia, con una causa pendente presso il Tribunale di Miami e 179 gravi violazioni dei diritti umani registrate da una Commissione di inchiesta indipendente che ha visitato la Colombia all’inizio del 2004, confermando le accuse del sindacato colombiano SINALTRAINAL che denuncia i rapporti tra manager aziendali e paramilitari volti ad annientare il sindacato, con l’assassinio di 8 sindacalisti, rapine, torture, minacce di morte, montature giudiziarie e sfollamenti forzati di decine di leader sindacali;
- aggravamento della crisi idrica nello stato indiano del Kerala, su cui si è già pronunciata la Corte Suprema Indiana e lo Stato del Kerala, che mantiene l’impianto Coca-Cola chiuso proprio per questo motivo;
- gravi discriminazioni razziali nei confronti degli afroamericani negli USA, per le quali Coca-Cola ha accettato il patteggiamento più oneroso della storia statunitense per cause di questo tipo, pari a 192,5 milioni di dollari.
Per
tutta risposta la collaborazione tra Olimpiadi e Coca-Cola è stata prolungata
fino al 2020, non tenendo minimamente in considerazione le nostre richieste.
A questo punto è stata lanciata la campagna contro ‘Coca-Cola sponsor della
torcia olimpica e degli squadroni della morte colombiani’ che come avete
potuto constatare sta avendo una diffusione tale da costringervi a prenderne
atto nonostante una ampia censura mediatica e da costringere in alcuni casi
Coca-Cola a ritirare le proprie insegne dalla carovana olimpica, dopo aver
verificato che i 55 milioni di euro da lei spesi in questa campagna di marketing
hanno dato un risultato opposto alle aspettative.
Questa campagna è iniziata a Roma, dove non era stato programmato nessun blocco
della fiaccola, ma solo un presidio con striscioni e volantini in un’area
visibile dal percorso, che però la Questura non ha voluto autorizzare e poi si
è affrettata a sgomberare.
Quando Chiamparino dice ‘se uno vuole alzare un cartello con su scritto
“abbasso la Coca Cola” lo faccia’, probabilmente non sa che questo abbiamo
richiesto e questo ci è stato impedito, in un modo evidentemente
antidemocratico che non possiamo accettare e che non abbiamo accettato.
Pur avendo dovuto modificare le modalità di intervento, le 35 iniziative finora
realizzate in tutta Italia sono state assolutamente pacifiche e nonviolente, con
volantinaggi, striscioni di protesta, teatro di strada, slogan, in alcuni casi
blocchi sul percorso che sono stati sgomberati dopo alcuni minuti dalla Polizia
senza alcun incidente né opposizione violenta, provocando ritardi sulla tabella
di marcia.
In nessun caso sono stati provocati danni a cose o persone, che non fossero le
nostre cose o le nostre persone.
Sono state infatti le forze dell’ordine ad abusare del loro potere in diversi
casi, a partire dal divieto di qualsiasi tipo di manifestazione a Roma e dalle
cariche con cui i presidi sono stati sgomberati, fino ai fatti di Pisa, dove un
ragazzo ha ricevuto un calcio nel bassoventre da un poliziotto ed ha dovuto
ricorrere alle cure del Pronto Soccorso.
Abusi e violenze che il vostro appello all’intervento contribuirà
probabilmente ad aumentare nei prossimi giorni, e di questo sarete considerati
responsabili.
Non siamo stati noi ad associare la Coca-Cola alla fiaccola olimpica, anzi, vi
abbiamo chiesto ripetutamente di non farlo.
Non siamo noi a danneggiare l’immagine nazionale, ma chi confonde questa con
l’immagine di una multinazionale che viola i diritti umani.
Non siamo noi pericolosi, ma chi, come la Coca-Cola, è disposta ad assassinare,
assetare, discriminare pur di aumentare i propri profitti.
Non siamo stati noi a trasformare un simbolo come la fiaccola olimpica in uno
strumento di marketing della Coca-Cola, come è apparso evidente a chi ha potuto
assistere in questi giorni al passaggio della fiaccola, con pullmann e stand
Coca-Cola al seguito che distribuiscono lattine gratis, gadget e bandierine, con
1.900 tedofori selezionati da Coca-Cola con programmi di marketing rivolti ai
consumatori.
Quelli che definite incautamente quattro imbecilli sono migliaia di persone e
organizzazioni in tutto il mondo che si battono perché le imprese rispettino i
diritti umani, i diritti sindacali e l’ambiente.
In Italia sono attivamente impegnate nella campagna più di 19.000 persone,
oltre a sindacati, partiti politici, enti locali, associazioni.
In Germania, tra gli altri, aderisce alla campagna VERDI, il maggior sindacato a
livello mondiale, con 3 milioni di iscritti.
In Inghilterra, tra gli altri, aderisce UNISON, il maggior sindacato inglese con
1,3 milioni di iscritti.
Negli Stati Uniti, tra gli altri, aderisce TEAMSTER, il maggior sindacato
americano con 1,4 milioni di iscritti.
Tra gli USA, la Gran Bretagna e il Canada aderiscono 23 università, tra cui
quella di New York, che è la maggiore università privata statunitense, e
quella del Michigan, che conta 50.000 studenti.
Sulla vicenda della Coca-Cola in Colombia sono state presentate interrogazioni
nei parlamenti di mezzo mondo, compresi quello europeo e quello italiano.
Nel mese di Marzo si recherà in Colombia una Commissione interistituzionale
italiana per verificare le denunce del sindacato colombiano.
La campagna che coinvolge il percorso della fiaccola olimpica proseguirà, in
questa come nelle prossime Olimpiadi, finché Coca-Cola non verrà esclusa dagli
sponsor olimpici.
Vi rinnoviamo pertanto questa richiesta. Con l’esclusione della Coca-Cola
potrete unirvi alla pressione che la società civile in tutto il mondo sta
facendo su questa azienda, perché conceda una ‘tregua olimpica’ ai
sindacalisti colombiani e rispetti maggiormente i diritti.
La campagna di boicottaggio della Coca-Cola continuerà finché la
multinazionale di Atlanta non risponderà positivamente alle richieste di verità,
giustizia e riparazione integrale dei danni nei confronti delle famiglie delle
vittime colombiane.
Speriamo ardentemente che questo accada al più presto, per il bene dei
lavoratori colombiani, per la tutela della libertà sindacale e della vita,
valori per noi molto più importanti di una fiaccola olimpica ridotta ad
intermezzo pubblicitario.
Con rispetto.
REBOC - RETE BOICOTTAGGIO COCA-COLA
Per info:
SITO WEB www.nococacola.info
E-MAIL no_cocacola_it@yahoo.it – stampa_reboc@yahoo.it