COMUNICATO STAMPA DELLA REBOC – RETE BOICOTTAGGIO COCA-COLA
REBOC: 'COCA-COLA
VIOLA L'ACCORDO, VELTRONI NON SI FACCIA PRENDERE IN GIRO.
COMMISSIONE D'INCHIESTA SUBITO O IL BOICOTTAGGIO AUMENTERA' DI LIVELLO'
ROMA, 9
MAR 06 –
In un’intervista rilasciata al quotidiano Liberazione e pubblicata lo scorso 7 marzo 2006, la The Coca-Cola Company, per voce del suo Direttore Generale in Italia Nicola Raffa, profila l’integrale violazione dell’accordo firmato in Campidoglio il 7 novembre 2005 con il Sindaco Veltroni. Coca-Cola afferma infatti che non ci sarà nessuna commissione d’inchiesta in Colombia, ma solo una visita delle istituzioni, che tra l’altro non avverrà a Marzo, ma nelle modalità da concordare nelle prossime settimane con il Sindaco di Roma Veltroni, escludendo di fatto gli altri firmatari dell’accordo.
Rispetto a tali affermazioni, la REBOC ritiene che esse costituiscano una gravissima presa in giro dei 20.000 cittadini italiani che hanno aderito attivamente alla campagna di boicottaggio, delle centinaia tra associazioni, sindacati e partiti che appoggiano la campagna e soprattutto di tutti i firmatari del suddetto accordo, cioè il Sindaco di Roma, l’Assessore alla Regione Lazio Luigi Nieri e i presidenti di Municipio Massimiliano Smeriglio e Sandro Medici.
L'accordo firmato il 7 novembre in Campidoglio non nasce dalla volontà della Coca-Cola né da quella di Veltroni, ma dalla campagna di boicottaggio che in Italia, anche con la partecipazione di alcuni rappresentanti istituzionali, ha denunciato i gravi crimini di cui la Coca-Cola si è resa responsabile in Colombia.
Questa campagna, anche con la presa di posizione dei Municipi X e XI, ha costretto la Coca-Cola ad accettare la Commissione d’inchiesta a Marzo con la partecipazione dei soggetti che l'hanno criticata in Italia: istituzioni, sindacati e società civile, come recita l'accordo.
Per questo motivo il rispetto dell’accordo non può prescindere dalla partecipazione alla Commissione dei soggetti che in Italia hanno denunciato le gravissime violazioni dei diritti umani e del diritto di libertà sindacale che la Coca-Cola ha posto in essere in Colombia. Tra questi soggetti non c’è dubbio che il primo e più rappresentativo sia la REBOC.
A questo punto chiediamo alle istituzioni firmatarie dell’accordo, all’Assessore Nieri, ai presidenti Smeriglio e Medici e soprattutto al Sindaco Veltroni, che ne è garante, di far rispettare l’accordo, che prevede la partenza della Commissione entro Marzo, composta non solo dalle istituzioni, ma anche da rappresentanti dei sindacati e della società civile italiana.
La conferma da parte della multinazionale di non voler rispettare l’accordo andrebbe a sancire ancora una volta la sua inaffidabilità ed incapacità di rispondere in modo convincente alle critiche che gli sono state mosse in tutto il mondo ed in primo luogo in Italia, dando ulteriori argomenti a chiunque voglia appoggiare la giusta lotta dei sindacalisti colombiani con il boicottaggio o con le forme che si ritengono più opportune.
Nel caso in cui la Coca-Cola voglia perseverare nella violazione dell’accordo, chiediamo agli altri firmatari di assumere iniziative di alto livello per aumentare la pressione su Coca-Cola, perché rispetti i diritti umani e sindacali in Colombia, attraverso l’applicazione e la promozione del boicottaggio sui prodotti e campagne di denuncia ed informazione a livello locale e nazionale, istituzionale, partitico, sindacale e associativo.
Da parte nostra confermiamo la disponibilità a partecipare alla Commissione, solo ove questa sia realmente in grado di rispondere alle domande di verità e giustizia dei lavoratori e sindacalisti colombiani.
Qualora entro il 15 Marzo non giungano garanzie relative al rispetto dell’accordo, annunciamo che metteremo in campo nuove iniziative di boicottaggio a livello locale e nazionale, di livello progressivamente più alto.
Siamo inoltre pronti ad estendere il boicottaggio dei prodotti Coca-Cola ai marchi di acqua in bottiglia provenienti dalla Fonte del Vulture, rispetto ai quali Coca-Cola ha siglato un preliminare di vendita per 35 milioni di euro.
Per
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