COMUNICATO STAMPA DELLA REBOC – RETE BOICOTTAGGIO  COCA-COLA

REBOC, NO A COCA-COLA SPONSOR OLIMPICO: ECCO PERCHE’

ROMA, 03 NOV 05 – “Chiediamo a Lei e al Comitato Olimpico Internazionale di escludere la Coca-Cola dagli sponsor delle Olimpiadi, finché essa non concederà una “tregua olimpica” ai sindacalisti colombiani del SINALTRAINAL, che hanno subito dal 1989 ad oggi 8 leader sindacali uccisi, decine di casi di sequestri, torture, minacce di morte, sfollamenti forzati, montature giudiziarie, solo per fare dentro gli impianti Coca-Cola lo stesso lavoro che ogni sindacalista svolge in Italia ogni giorno”.

E’ questo il senso della lettera aperta inviata al Presidente del TOROC Valentino Castellani dalla REBOC, Rete Italiana Boicottaggio Coca-Cola, che promuove in Italia la campagna di boicottaggio contro la multinazionale statunitense, accusata in Colombia di gravi violazioni dei diritti umani nei confronti del sindacato SINALTRAINAL, tramite l’utilizzo degli Squadroni della morte dei paramilitari colombiani, considerati organizzazione terroristica dalla stessa amministrazione statunitense.

“Troviamo grave – dichiara la REBOC - che Castellani, dopo aver assunto una Carta d’Intenti che assicura l’eticità degli sponsor olimpici, assolva la Coca-Cola semplicemente sulla base delle sue dichiarazioni, quando esiste una mobilitazione mondiale e un’ampia documentazione a sostegno della campagna.

Forse Castellani non sa alcune cose, ad esempio che l’assassinio di alcuni sindacalisti è avvenuto all’interno degli impianti dell’impresa, presidiati all’ingresso da guardie armate dell’azienda; che Amnesty International ha rilevato la strana coincidenza tra i periodi di maggiore violenza contro il sindacato e i periodi di trattativa sindacale; l’esistenza del rapporto di una Commissione d’inchiesta indipendente che ha pienamente confermato le accuse e rilevato 179 gravi violazioni dei diritti umani; l’esistenza di un processo per violazione dei diritti umani in corso a Miami nei confronti delle imprese di imbottigliamento colombiane del Coca-Cola System, di cui la Coca-Cola Company detiene il 39,6% della proprietà ed il 46% delle azioni con diritto di voto, oltre ad essere rappresentata nel Consiglio di Amministrazione da dirigenti di alto livello”.

“Insieme alla lettera – prosegue la REBOC - abbiamo proposto a Castellani un’ampia documentazione sulle violazioni che Coca-Cola commette non solo in Colombia, ma anche in India e in altri 16 Paesi del mondo, violazioni che vanno dalla repressione dei sindacati (la più diffusa) alla discriminazione razziale, dalla violazione del diritto alla sopravvivenza delle comunità locali al diritto alla salute dei consumatori, per finire con i reati ambientali”.

La REBOC non si è rivolta solo al TOROC e al CIO, ma anche a tutti i rappresentanti degli Enti Locali interessati dal percorso della Torcia Olimpica, perché consentano il passaggio della Torcia Olimpica ma non permettano il passaggio dello sponsor, a meno che Coca-Cola non si decida per lo meno a permettere ciò che finora ha rifiutato in numerose occasioni in Italia, in Inghilterra e negli Stati Uniti: un’inchiesta indipendente in Colombia di verifica delle accuse, che coinvolga oltre ai rappresentanti aziendali, anche rappresentanti del SINALTRAINAL, delle istituzioni nazionali e internazionali impegnate su questa questione e di organismi terzi di provata competenza e indipendenza.

Per info:

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