Campagna di boicottaggio Coca-Cola

C O M U N I C A T I

 

SINDACALISTI, SOCIETA’ CIVILE E ISTITUZIONI SI INCONTRANO A MILANO


Milano, 7 marzo 2007 - Coca Cola è accusata di calpestare gravemente i diritti dei lavoratori, di repressione sindacale, di inquinamento e impoverimento delle falde acquifere in molte parti del mondo. In Colombia nel 2004 una Commissione d’inchiesta indipendente di New York registrò 179 gravi violazioni dei diritti umani, tra cui 8 sindacalisti assassinati, 48 costretti a fuggire dai luoghi d’origine, 69 minacciati di morte e 3 incarcerati per false accuse. 

Per questo il 22 luglio 2003 il Sinaltrainal, il sindacato colombiano del settore alimentare, lanciò una campagna internazionale di boicottaggio su tutti i prodotti Coca Cola, ormai estesa a molti paesi: Usa, Gran Bretagna, India, Brasile, Australia, Spagna, Germania, Svizzera, Francia, Belgio, Messico, oltre che Italia e Colombia. Ad essa hanno aderito nel nostro Paese anche la Fim-Cisl e numerose amministrazioni locali, che hanno deciso di eliminare i prodotti della multinazionale da locali pubblici e scuole. 
Anche il Tiaa-Cref, compagnia assicurativa di New York che gestisce 8 miliardi di dollari di fondi pensione, ha ceduto recentemente tutte le azioni Coca Cola in suo possesso, per protestare contro le politiche spregiudicate della multinazionale. Intanto le violazioni sindacali continuano, come conferma il rapporto 2006 dell’Icftu, la Confederazione Internazionale dei Sindacati Liberi. L’azienda da parte sua respinge ogni responsabilità, ma continua a rifiutare una Commissione di inchiesta indipendente che indaghi sulle vicende colombiane.

Ma Coca Cola è al centro di mobilitazioni in diversi Paesi anche per sfruttamento indiscriminato delle falde acquifere e inquinamento, per comportamenti violenti e corruzione. In India ad esempio è accusata di vendere bibite contaminate da pesticidi e altri inquinanti chimici, nonché di aver sottratto acqua alle popolazioni locali e all’agricoltura (ogni litro di bibita richiede l’uso di 4 litri d’acqua, pagata a prezzi irrisori). 

I consumatori e i cittadini e le stesse amministrazioni pubbliche, possono fare molto per stimolare comportamenti più responsabili dal punto di vista sociale e ambientale, anche da parte di multinazionali come Coca Cola. Questo può avvenire attraverso campagne di pressione e boicottaggio, ma anche con l'applicazione - da parte delle pubbliche amministrazioni - di regole etiche nel selezionare sponsorizzazioni e appalti pubblici che favoriscano le aziende corrette, responsabili e trasparenti.

Di tutto questo si discuterà venerdì 16 marzo 2007, alle ore 20,30, presso le Acli, in via della Signora 3 (MM San Babila o Duomo), nel corso dell’incontro dal titolo “Coca Cola: i diritti negati”. Interverranno: 
Sandra Cangemi - Coordinamento Nord Sud del Mondo (La campagna Reboc - Rete boicottaggio Cocacola e la vicenda Mtv-CocaCola). 
Cristobal Silva González - Istituto Nazionale Sindacale della Colombia (I misfatti di Coca Cola e la guerra contro i sindacalisti in Colombia); 
Andrea Ferrari Toniolo - Ufficio Internazionale Fim-Cisl (L’indagine Icftu sugli abusi di Cocacola nel mondo); 
Mariarosa Cutillo - Campagna Meno Beneficenza Più Diritti (La responsabilità sociale delle imprese); 
Irma Dioli - Assessore alla Pace e Cooperazione Provincia di Milano (Diritti umani ed imprese);

Organizzano: Coordinamento Nord Sud del Mondo, Campagna Meno Beneficenza Più Diritti, Cric.


Contatti:
Sandra Cangemi, 338.1907412
Amalia Navoni, 02.38002691
Roberto Cuda, 340.2284686

IL COMUNICATO IN PDF

IL VOLANTINO IN PDF

 

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