Roma,
11 Febbraio 2003
A Coca-Cola
Italia srl
Via
Nazario Sauro 38
20099
Sesto S. Giovanni (MI)
c.a. Responsabile
Relazioni Esterne
Dott.
Nicola Raffa
Oggetto:
Campagna di boicottaggio della Coca-Cola
Gentile
Dott. Nicola Raffa,
in
questi primi otto mesi di boicottaggio la campagna si è estesa
in tutto il mondo, saldandosi anche con le proteste in India per
il furto dell’acqua e l’avvelenamento delle falde idriche da parte
della Coca-Cola.
La
REBOC ha portato avanti diverse iniziative in tutta Italia per la
diffusione del boicottaggio, con l’adesione di sessanta associazioni
e di più di cinquemila persone, le quali si sono a loro volta
impegnate a diffondere ulteriormente la campagna sul loro territorio
sia con la raccolta di altre firme che con iniziative, anche in
occasione di operazioni di immagine della Coca-Cola come quella
del Settembre scorso a Roma in Piazza S. Giovanni.
Come
preannunciatoLe nel corso dell’incontro pubblico del 13 Dicembre
2003 a Roma, Le consegniamo le prime 5000 firme di adesione e Le
confermiamo che la campagna andrà avanti fino a quando la
Coca-Cola Company non deciderà di rispondere positivamente
alle richieste su cui è basata la campagna:
-
fine della repressione dei lavoratori e dei loro rappresentanti
sindacali, in base a quanto assicurato anche dal Codice di Condotta
che la Coca-Cola ha firmato nel 1977 a Ginevra, negli artt. 1, 4,
9, 13, 14, 17, 18, 19, 20 e 25, in Colombia e nel resto del mondo,
nelle aziende direttamente controllate e presso l’intera filiera
produttiva, come afferma lo stesso Codice in premessa;
-
risarcimento integrale delle famiglie delle vittime e collaborazione
nell’assicurare i responsabili materiali e morali dei crimini alla
giustizia;
-
la stesura di un Codice di Condotta che assicuri condizioni eque
per i sindacati, i lavoratori e le comunità locali, con
la possibilità di controllo della sua applicazione da parte
di organismi indipendenti, o in alternativa l’effettiva applicazione
e controllabilità del Codice esistente in particolare negli
artt. 2, 3, 7, 8, 10, 11, 12, oltre ovviamente agli articoli già
citati.
Nella
speranza che la Coca-Cola assuma finalmente le proprie responsabilità
e provveda a modificare la situazione esistente e nella speranza
che siano finalmente rispettati i diritti umani, sociali e sindacali
dei lavoratori e dei sindacalisti colombiani, rimaniamo a disposizione
per ulteriori contatti ed incontri che possano contribuire ad una
soluzione positiva di questa triste vicenda e Le inviamo cordiali
saluti.
REBOC
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