MANIFESTAZIONI INTERNAZIONALI PER LA PALESTINA

PARIGI ­ 10-15.000 persone contro l’occupazione e in solidarietà col popolo palestinese

SVEZIA 24 marzo - manifestazione in solidarietà con la Palestina brutalmente attaccata dalla polizia che ha arrestato un centinaio di persone a Stoccolma, di cui la maggior parte membri del Movimento Sindacale Giovanile. La manifestazione è stata preceduta da una campagna dei media, che affermavano che era illegale e andava fermata, anche se in Svezia la gente ha diritto di manifestare anche senza permesso ma la polizia ha diritto di sospendere la manifestazione, sia che abbia o meno l’autorizzazione.

LONDRA - 23 marzo. Una rumorosa manifestazione si è svolta nella via commerciale principale del centro di Londra.

Molta gente ha distribuito volantini chiedendo il boicottaggio dei prodotti israeliani fuori Selfridges, un lussuoso centro commerciale in Oxford street. Una rappresentazione teatrale sulla repressione contro i palestinesi e la musica di una band di percussioni hanno attirato l’attenzione dei passanti e, dopo aver marciato varie volte intorno all’edificio, molti manifestanti e la band sono riusciti ad entrare nel supermercato. Qui sono avvenuti tafferugli con gli addetti alla sicurezza che hanno assalito i manifestanti davanti alla polizia. In ogni caso la protesta non si è conclusa e diversi manifestanti sono riusciti a riavere indietro le cose che gli erano state confiscate. Fuori la gente, interessata, seguiva la vicenda, apprendendo sicuramente qualcosa sulla lotta dei palestinesi, quindi possiamo dire che l’iniziativa è stata ben accolta.

SUDAFRICA ­ PRETORIA

3000 persone si sono radunate ad un isolato dall’ambasciata USA per protestare contro il massacro portato avanti dalla macchina militare israeliana contro i palestinesi.

Il percorso prevedeva il passaggio sotto le ambasciate di USA ed Israele ma, dopo due giorni di negoziazioni con la polizia, l’autorizzazione è stata negata.

ATENE- manifestazione per martedì

MONDO ARABO

Dal Jordan Times ­ 23 marzo

AMMAN

In Giordania ci sono state nelle ultime due settimane circa 64 tra manifestazioni, sit-in e marce in solidarietà con la Palestina.

Venerdì scorso c’è stata una manifestazione pacifica di migliaia di persone ad Amman mentre ad Irbid le forze di sicurezza hanno disperso circa 1500 manifestanti che avevano iniziato una marcia non autorizzata all’uscita dai luoghi di preghiera.

La manifestazione di Amman, organizzata dalle associazioni professionali concludeva una settimana di iniziative iniziate il sabato precedente con una marcia di 7000 persone, seguita da una "tenda della rabbia", visitata da una media di 500 persone al giorno e da una serie di incontri culturali, seminari, in solidarietà con le madri dei caduti palestinesi e dei feriti ricoverati presso gli ospedali giordani, una campagna per la donazione di sangue da inviare nei Territori occupati.

La marcia di Irbid era stata invece organizzata dal Movimento della Fratellanza Musulmana e i manifestanti sono stati bloccati mentre uscivano dall’Università, molti sono stati feriti dai manganelli della polizia antisommossa che ha anche arrestato un giornalista e sequestrato filmati delle televisioni satellitari arabe.

YEMEN

Sempre venerdì migliaia di persone hanno manifestato a Sana’a, la capitale, a favore dell’Intifada e dell’Iraq, contro la normalizzazione dei rapporti con Israele. I partiti politici yemeniti, inoltre, hanno emesso sabato un comunicato chiedendo ai leaders arabi di sostenere i palestinesi con armi e soldi e di rifiutare qualsiasi iniziativa volta a sopprimere l’Intifada. I leaders dell’opposizione hanno anche chiesto un’incontro al Presidente Abdallah Saleh primo del suo viaggio al summit arabo in Libano.

Altre manifestazioni si sono svolte in tutto il paese, da Zhomar all’Hadramout, chiedendo anche all’ONU una protezione internazionale nei territori occupati.

BEIRUT

Più di 10.00 persone di tutte le età hanno manifestato venerdì pomeriggio nelle strade di Beirut, chiedendo ai leaders arabi di prendere una ferma posizione di sostegno all’Intifada e per la fine dell’embargo all’Iraq.

La manifestazione era aperta dall’ex primo ministro Salim Hoss e da diversi parlamentari di tutti i partiti, da Hizbollah al Partito Comunista, dal Partito nazionalista siriano ai Socialisti Progressisti, dal Forum Democratico al Movimento Popolare, ecc…

I palestinesi erano rappresentati dal Fronte Democratico, fronte Popolare e dall’OLP. I palestinesi hanno anche manifestato nei campi profughi di Baalbek, Tiro e Nahr al Bared.

SIRIA

Dal corrispondente dal medioriente Robert Fisk, Guardian

25 marzo

Le stime variano da 100.000 fino ad arrivare ad un milione dei manifestanti che sono scesi nelle vie di Damasco. C’è comunque una certezza, che nulla avviene in Siria senza l’autorizzazione del governo. Così la manifestazione senza precedenti di ieri contro l’occupazione israeliana e in sostegno dell’Intifada è stata il modo in cui il Presidente Bashar Assad ha manifestato agli altri leaders arabi quella che sarà la sua posizione al summit di Beirut di questa settimana.

Ai siriani è stata data la rara possibilità di urlare contro gli abusi degli Stati Uniti e di minacciare Sharon, responsabile dei massacri di Sabra e Chatila. I manifestanti hanno chiesto il boicottaggio dei prodotti USA e hanno bruciato bandiere.

E’ stata una grossa espressione della rabbia del governo siriano contro il collasso della politica americana in medioriente tanto che sono state chiuse le scuole e gli uffici per permettere a tutti di partecipare mentre migliaia di poliziotti antisommossa presidiavano le strade che portano alla residenza dell’ambasciatore USA, attaccata due anni fa dalla folla.

Il messaggio è stato chiaro: Il "piano di pace" saudita ­la fine dell’occupazione israeliana in cambio del riconoscimento e della normalizzazione delle relazioni- non è certo vicina alle posizioni siriane. Ci deve prima essere un ritiro israeliano prima di qualsiasi riconoscimento diplomatico, la fine totale dell’occupazione anche del Golan siriano e il "diritto al ritorno" per più di 3.500.000 profughi palestinesi.

Ma se la manifestazione di Damasco è stata sponsorizzata dalle autorità, non ci sono dubbi che riflette ciò che pensano milioni di arabi e cioè che i palestinesi stanno combattendo una guerra di guerriglia contro l’occupazione e che gli USA sono un nemico pericoloso quanto Israele.