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Campo Internazionale di Solidarietà

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L'oscura "Carta Bianca" del governo di Barak
Disinformazione, Inganno e Degrado

Dr. Hanan Ashrawi
Palestine

Il 20 Nov. 2000 il coordinatore degli Affari Esteri del Governo israeliano, Nahman Shai, rilasciò la più velenosa e cattiva intervista contro l'Autorità Palestinese e l'OLP con una pletora di accuse che andavano dalla non-sottomissione e l'incitamento alla corruzione e alle attività criminali illegali.

Mentre ora non è nèi il momento nè il luogo per rispondere ad ognuna delle disinformazioni contenute nell'articolo, non si pur fare altro che dedicarsi al concetto in se e all'atteggiamento che ha originato un tale discorso sedizioso.

Se si dovesse prendere seriamente tale propaganda, la conclusione inevitabile sarebbe la piena incriminazione di una leadership Palestinese irreparabilmente e colpevolmente corrotta, ed una piena assoluzione per il puro ed innocente governo israeliano. La questione allora diviene - che cosa sta facendo l'innocente, infelice e senza aiuti Israele per assumere una controparte cosl sporca, infida e spregevole ?
E' necessario che tutte le persone di coscienza, ne segue, intervengano immediatamente e salvino il vulnerabile Israele dall'orrore di assediare, affamare, bombardare, sparare i Palestinesi fino all'annientamento.

Distorsioni cosìl incredibili e il gettare fango (sui Palestinesi N.d.T.) possono essere visti da alcuni come strumenti legittimi in una "guerra di propaganda". Il degrado del discorso e la sua distanza dalla realta sono nondimeno stupefacenti.

La sola reale conclusione che emerge dalla lettura di questi fogli "bianchi" è infatti allarmante: Piuttosto che sviluppare una stima autocritica ed una onesta valutazione dei fatti, Israele si sta deliberatamente impegnando in una politica di inganno, evasione ed congegnate campagne diffamatorie.
L'aspetto più sinistro rimane comunque nella capacità di Israele all'auto inganno.
Se tale ostinata cecità è perseguita come questione politica, le sue principali vittime saranno l'opinione pubblica israeliana condotta fuori strada da una tale esercizio auto indulgente in una politica dello struzzo e verità costruite.

L'opinione pubblica israeliana è danneggiata da una così cinica manipolazione della paura attraverso la persistente demonizzazione dei palestinesi ed un totale incredibile esonero del governo israeliano (quindi totale evasione di responsabilità).
Un tentativo cosìl flagrante di legittimare il razzismo e incolpare la vittima condurrà solamente ad un'ulteriore distorsione ed erosione della fibra morale dell'intera società israeliana che è emersa come il risultato di decadi di irresponsabile occupazione israeliana ed asservimento del Popolo Palestinese.
Di conseguenza, il popolo di Israele perderà la presa sulla realtà e sulle soluzioni necessarie a trattare con le precarie condizioni che il loro stesso governo li ha imposto.
Costruendo odio e deumanizzando "l'altro", il governo israeliano sta caparbiamente perpetuando il conflitto e l'ostilità.
Piuttosto che guardarsi dentro e cercare di rettificare i suoi propri errori, il governo israeliano sta creando una cortina di fumo per obliterare le prove della sua propria colpa.

Insieme con il suo massivo assalto contro il Popolo Palestinese sotto occupazione israeliana, e concomitante con la sua politica di strangolamento, assassinio e vittimizzazione collettiva, Israele ha ora aggiunto la retorica della eliminazione.
Da altra parte, cerca di nascondere il suo curriculum insanguinato, mentre dall'altro lato oblitera la genuina realtà delle sue vittime palestinesi.

Negando la loro controparte e "delegittimando" i loro partner di pace di una volta, i rappresentati di Israele potranno trovarsi senza futuri interlocutori.
Essi (e le prospettive di una pace giusta) possono trovarsi come le prime vittime di una tale distruttiva politica e retorica.
Cercando freneticamente di individuare dei capri espiatori pur essere conveniente nel breve termine come politica "a basso costo".
Nel lungo periodo, solamente politiche morali e responsabili possono, non solo risolvere questa attuale tragedia, ma produrre una vera pace.
In questo caso, negare l'altro è la via più breve al auto-negazione.