La Carta di New Profile
Movimento per la civil-izzazione della Società Israeliana
(trad. a cura di Tactical Media Crew)

<Conferenza>

<Cosa facciamo>

Noi, un gruppo di donne femministe e uomini, siamo convinti che non abbiamo bisogno di vivere in uno stato militare.
Oggi, Israele è capace di determinare una tranquillità politica. Non abbiamo bisogno di essere una società militarizzata. Siamo convinti che noi stessi, i nostri bambini, i nostri partners, non hanno bisogno di andare avanti essendo interminabilmente mobilitati, non abbiamo bisogno di andare avanti vivendo come guerrieri. Noi capiamo che lo stato di guerra in Israele è mantenuto dalle decisioni prese dai nostri politici - non dalle forze esterne alle quali siamo soggetti passivamente. Mentre abbiamo insegnato a credere che il paese faceva fronte alle minacce oltre il suo controllo, ora ci rendiamo conto che le parole "sicurezza nazionale" hanno spesso mascherato decisioni calcolate per scegliere azioni militari per raggiungere obbiettivi politici.

Non saremo a lungo servizievoli prendendo parte a queste scelte. Non andremo avanti offrendogli l'occasione attraverso l'obbedienza, fornendo acriticamente soldati all'esercito.
Non andremo avanti essendo mobilitati, allevando bambini per la mobilitazione, sostenendo mobilitati partners, fratelli, padri, mentre quelli in carica del paese vanno avanti azionando facilemnte l'esercito, piuttosto che construendo altre soluzioni.

E' duro oggi esprimere questo tipo di opinione in Israele.
In uno stato militare, ci sono cittadini uguali e meno uguali: la scala sociale offre di più a chi combatte. E questi sono uomini infallibili. Inoltre in Israele sono uomini ebrei. Come guerrieri essi sono tenuti ad avere conoscenze priviligiate, dandogli priorità nelle decisioni. La posizione di dubbi sulla "sicurezza" relativo alle decisioni, chiedendo lo stato dell'enorme bilancio militare, o la sua attuale politica di scontro militare, sono bollate "ingenue", "isteriche", "ignoranti".
Un atteggiamento che osa chiedere il principio fondamentale di arruolamento, è quasi incomprensibile in uno stato militare.
E' rigettato come illegittimo.

La nostra posizione - di "ignoranti" - è libera dall'impostazione responsabile per consolidare la guerra in Israele per decenni. E' una posizione prioritariamente vitale e di protezione della vita.
Giustifica i dolorosi compromessi negli interessi di mantenimento vitale.
La cultura egemonica in Israele alimenta ammirazione per potenza e capacià fisica, un ingrandimento della nazionalità ebraica, e una svalutazione della vita della nazionalità araba.

La coscenza militarizzata inculcata con questo messaggio vede l'ottica per la guerra come ragionevole. Persone giovani arruolate mettono la loro fiducia in saggezza e onestà di coloro che si offrono per servirli. Ognuno di noi è responsabile di se stesso e degli altri. Ogni genitore prende parte attiva nell'educazione dei figli o delle figlie per diventare soldati. E ancora, ci sono donne e uomini, genitori e ragazzini, che obbiettano profondamente, moralmente alla scelta di guerra continuata di Israele. Opponiamo l'uso dei mezzi militari per imporre la sovranità di Israele oltre la linea verde.

Opponiamo l'uso dell'esercito, polizia, forze di sicurezza in un ottica di oppressione e discriminazione dei cittadini palestinesi di Israele, demolendo le loro case, negandogli di costruire e l'evoluzione dei diritti, usando violenza per disperdere le loro dimostrazioni.
Data la diffusa opposizione al tipo di ruoli assegnato all'esercito israeliano per molti anni, migliaia di giovani donne e uomini stanno attualmente evitando il servizio militare o evitando il diritto a combattere.
Il 25% degli aspiranti arruolati sono adesso esonerati per ragioni relative alla salute o trovati inadatti alla funzione.
E' conoscenza comune che una larga proporzione di questi sceglie infatti di non servire. Di fronte alla illegalità di obiezione di coscenza, un motivo di licenziamento di incapacità o cattiva salute è la loro unica via di uscita. Anche la diserzione è molto diffusa tra i riservisti. Il portavoce dell'esercito ha dichiarato che solo un terzo delle forze di riserva infatti fa servizio attivo. Noi infatti conosciamo come sia pervasivo il diritto di annullamento intenzionale (il rifiuto) tra i riservisti.

La legge israeliana non ammette l'elementare diritto umano all'obiezione di coscenza. Ci riferiamo alla legge israeliana sull'obbligo di leva come discriminatoria e non-democratica, e chiama per riconoscimento dei diritti elementari di ogni persona, uomini inclusi, ad agire secondo la propria coscenza.
Anche le giovani donne subiscono difficili interrogatori degradanti da parte del Comitato di Esonero Militare.
Esigiamo una revisione delle procedure di esonero anche per le donne. Agire sulla propria coscenza e' un diritto fondamentale di ogni uomo e donna.
Chiediamo un riconoscimento del diritto di uomini e donne ad esprimere il proprio obbligo sociale attraverso risorse di servizio civile alternativo, condotti attraverso i tanti servizi comunitari incluso il lavoro con organizzazioni non governative e volontarie. Da parte nostra, rifiutimo di continuare ad allevare i nostri figli per vederli arruolati con una valutazione di ordine supremo.
Vogliamo fondamentalmente cambiare il sitema educativo, per una reale educazione democratica e civile, insegnando le paratiche di pace e la risoluzione dei conflitti, piuttosto che addestrando i nostri ragazzi ad arruolarsi e ad accettare la guerra. In una giornata di studio, organizzata dal "Movimento di New Profile" e' stata fatta una discussione pubblica alla quale hanno partecipato 150 donne e uomini, adulti e giovani.
Le molte lettere, telefonate che abbiamo ricevuto, indicavano chiaramente il reale bisogno di promuovere azioni e discussioni. Se condividete questa opinione, aiutateci a dare vita e voce pubblica a questo movimento. Scriveteci, chaimateci e aggiungete il vostro nome alla lista attraverso questo indirizzo e numero telefonico:

New profile - P.O. Box 48005 tel Aviv 61480
Ogni contributo sara' accettato gradevolmente.

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