Presenza internazionale in Palestina - fine anno 2001/2002
<Tactical Media Crew> Corrispondenze dai territori occupati

6 gennaio 2001

Dal 4 gennaio il gruppo (circa 30 compagni e compagne) si è spostato nella striscia di Gaza dopo aver passato i precedenti giorni nei territori occupati da Israele in Cisgiordania (West bank) nelle città di Ramallah, Nablus ed Hebron.

La situazione nella striscia di Gaza è differente a seconda delle diverse località. Mentre a Gaza City gli edifici bombardati sono principalmente le postazioni della polizia palestinese e gli uffici amministrativi dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) nei campi profughi i bombardamenti hanno colpito indiscriminatamente le case civili. Soprattutto in prossimità dei check point che vigilano sulle colonie israeliane le distruzioni sono state particolarmente estese.

Ad esempio nel campo profughi di Rafah (estremo sud della striscia di Gaza nei pressi del confine con l'Egitto [controllato dagli Israeliani]) una fascia di circa 150 case in prossimità dei check point dell'esercito israeliano, sono state ridotte a ruderi.

Il gruppo di compagni/e ha visitato queste case e dopo pochi minuti è partita la sirena di avviso pre-bombardamento dalla postazione militare israeliana che avvertiva che se entro due minuti non fossero andati via da quelle case avrebbero aperto il fuoco su di loro. Il gruppo si è allontanato.

Da notare che oltre le case sono schierati dei rilevatori che guidano un sistema di fuoco automatico qualora la linea di demarcazione venisse oltrepassata, foss'anche un bambino che raccoglie il pallone o simili, oltre alle consuete mine etc.

Queste postazioni militari sorvegliano nuovi insediamenti per ora abitati esclusivamente da militari, vista la difficoltà e l'ostilità dei palestinesi lì intorno. Un insediamento con famiglie di coloni etc. si trova invece in prossimità del campo profughi di Khanyunis ed è pesantemente fortificato e protetto dai militari israeliani.

Insomma i campi profughi hanno il tipico aspetto "bombardato" stile Beirut e le condizioni di vita sono tornate ad essere quelle pre-accordi di Oslo, ossia infernali, nella città contnua lo sviluppo, malgrado i bombardamenti, e si notano i miglioramenti dagli scorsi anni.

Comunque i lavori di ricostruzione fervono in tutti i territori palestinesi, anche l'aereoporto di Gaza, bombardato non molte tempo fa è in ricostruzione segno evidente che ormai la consuetudine della repressione israeliana non scalfisce più di tanto i palestinesi ormai abituati a convivere con demolizione e ricostruzione delle proprie case. Cosa che lascerebbe noi occidentali nella più tetra disperazione.

Le giornate vengono trascorse dal gruppo facendo incontri con i comitati, i centri e le associazioni palestinesi, soprattutto con i giovani, della striscia di Gaza, registrando interviste e preparando un video sulla situazione attuale nei territori occupati.

Attualmente il cessate il fuoco sta reggendo anche se non si prospetta alcuna soluzione al conflitto. L'unica ricetta che pare uscire dalla visita dell'inviato del governo USA, Zinni, è quella di arrestare i ricercati. Cosa che fa sia l'ANP che, con la delicatezza dei carri armati, l'esercito israeliano, al quale, a quanto appare evidente, non interessa molto fare differenza fra arrestare e uccidere, camuffando queste sfacciate escuzioni extra-giudiziali come tentativo in estremis di bloccare un kamikaze (spesso nella propria casa o in circostanze simili).

Gli arresti vengono seguiti da numerose manifestazioni popolari contro l'ANP che si sono svolte in questi giorni a Ramallah, a Nablus e a Gaza organizzate dalla sinistra (Fronte Popolare di Liberazione della Palestina FPLP) e dagli islamici (Hamas e Jihad).

In questi giorni c'è stata anche una riunione dell'OLP (Organizzazione della Liberazione della Palestina) che riuniva tutte le sigle della resitenza palestinese che ha dichiarato che in queste condizioni è impossibile iniziare una trattativa con Israele, che richiede "la fine delle violenze", dato che non vengono presi in considerazione dagli israeliani due punti fondamentali: il ritiro di Israele ai confini del 1967 e il rientro dei Palestinesi rifugiati e profughi.

Quello che il gruppo ha notato è una grosso ritorno di protagonismo del FPLP sia nella lotta di strada che, soprattutto nella società civile palestinese dove svolge un grande lavoro con i giovani nell'educazione ad una prospettiva di società laica e democratica.

Sente molto pesantemente per questo l'etichetta di "terrorista" affibiatgli dagli Israeliani e dagli USA e spesso giocata ambiguamente da Arafat per colpire l'opposizione interna.

Già da oggi il gruppo tornerà nella West bank e incontrerà i Comitati delle Donne.
Per questa sera un incontro con TM Crew sul canale televisivo palestinese di Ramallah riguardo a media e comunicazione nel conflitto palestinese. ;)

 

Gaza

confine Rafiah


Gaza

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