MOBILITAZIONE
INTERNAZIONALE
A SOSTEGNO DEL POPOLO PALESTINESE
in occasione della "Giornata della terra"
Il 30 marzo si celebra in Palestina
la “Giornata della terra” per ricordare l’esproprio delle terre palestinesi in
Galilea da parte del governo israeliano e dell’allora ministro dell’agricoltura
Ariel Sharon. Paradossalmente l’artefice di tali soprusi è, oggi, il Primo Ministro
del governo israeliano ed è il principale imputato del processo che, in Belgio,
cerca di fare giustizia delle stragi che nel 1982 portarono la morte di oltre
3000 tra Palestinesi e Libanesi nei campi profughi di Sabra e Chatila, in Libano.
Gli accordi di Oslo del 93’ hanno confermato quali fossero i reali interessi statunitensi
nell’area medio-orientale: spegnere la forte resistenza del popolo palestinese,
legittimando di fatto l’occupazione sionista come avamposto imperialista nell’area.
Infatti, Israele fino ad oggi ha continuato la politica di occupazione ed espropriazione
della terra palestinese con l’espansione continua degli insediamenti colonici,
la confisca e l’appropriazione delle risorse idriche, la devastazione ambientale,
lo smantellamento delle strutture economiche e sociali palestinesi e l’umiliazione
costante della popolazione occupata e privata di ogni diritto civile e sociale.
A questa delusione il popolo palestinese ha reagito rispondendo alla provocatoria
presenza di Sharon alla spianata delle moschee il 28 Settembre del 2000 con la
ripresa dell’ Intifada.
Questo legittimo diritto alla difesa, specialmente dopo i fatti dell’11 settembre,
diventa pretesto per legittimare i continui attacchi alla popolazione civile e
l’uccisione sistematica e capillare degli esponenti politici della resistenza
palestinese (caso più eclatante il segretario generale del FPLP Abu Ali Mustafà,
ucciso a Ramallah da un missile israeliano il 27 agosto del 2001). La stretta
in cui si trova attualmente il popolo palestinese è evidenziata da un lato dalla
politica di arresti di militanti politici messa in atto, sotto forti pressioni
internazionali, in particolare statunitensi, dall’Anp (tra cui l’attuale segretario
generale del FPLP Saadat) e dall’altro dagli attacchi feroci all’autonomia palestinese
con la rioccupazione di molte città da parte dell’esercito israeliano (probabile
segno dell’avvio del cosiddetto “Piano Inferno”, ovvero della sistematica rioccupazione
di tutte le aree sotto controllo palestinese da dopo gli accordi degli anni ’90).
Invitiamo tutti a cogliere e ad amplificare il profondo legame che unisce la lotta
del popolo palestinese a quelle degli altri espropriati del pianeta, di coloro
che vedono ogni giorno la loro terra e le loro risorse assediate e distrutte dagli
interessi del mercato globale.
Ciò che avviene in Palestina e’ l’annientamento di un popolo che vuole continuare
a vivere sulla terra che abita e coltiva da millenni e che rischia invece l’espulsione
e la condanna ad essere rinchiuso nelle riserve ad esso destinate.
Proprio in occasione della giornata della terra appoggiamo e rilanciamo la richiesta
che ci viene dalla Palestina, per una manifestazione internazionale nei territori
occupati dallo Stato d’Israele, per una forte e determinata mobilitazione che,
in quella stessa data, veda la partecipazione di tutti coloro che si oppongono,
in ogni parte del pianeta, alla violenza del profitto sull’uomo e sulla donna.
Questa manifestazione vuole essere un’ennesima occasione di presenza internazionale
nei territori occupati, in continuità con la presenza delle delegazioni internazionali
del dicembre 2001.
Proponiamo inoltre il lancio internazionale di una campagna di boicottaggio di
Israele-Stato di apartheid già avviata in Inghilterra e in altri paesi, pensando
ai risultati che ottenne in passato quella contro il Sud-Africa razzista.
La solidarietà verso il popolo palestinese e la lotta che sta conducendo per il
riconoscimento al diritto alla propria autodeterminazione sarà testimonianza della
volontà di costruzione di un altro mondo, un mondo in cui le necessità materiali
e spirituali delle donne e degli uomini del pianeta siano prevalenti rispetto
alle esigenze dell’economia e della guerra.
CHIEDIAMO
- Ritiro dell’esercito israeliano dai territori palestinesi
- Smantellamento delle colonie israeliane nei territori palestinesi
- Ritorno dei profughi Invitiamo tutti e tutte ad aderire a questo appello organizzando
delegazioni internazionali per il periodo di marzo 2002.