INSEDIAMENTI, COLONI

La colonizzazione dei territori occupati è cominciata nel lu glio del 1967, subito dopo la conquista militare.
Essa ha seguito la stessa strategia che aveva presieduto, prima della fondazione di Israele, all'insediamento e all'espansione delle comunità ebraiche - acquisizione della terra con qualsiasi mezzo e pretesto, edificazione di alloggi e infrastrutture, destinazione di questi a nuovi immigrati, armati e organizzati militarmente e quindi in grado di presidiarle - ma ha fatto leva, questa volta soprattutto sul dominio incontrastato dei Territori stessi. L'obiettivo, mai definito in modo esplicito, varia da una visione minimalistica (quella dei laburisti) che assegna agli insediamenti una funzione di controllo e di garanzia della "sicurezza" di Israele, anche nell' ipotesi di una soluzione politica fondata su un ritiro parziale, e una massimalistica (quella della destra) che include il proseguimento a oltranza dell'occupazione, la "ebraizzazione" dei Territori e, come soluzione finale, la cacciata delle popolazioni palestinesi al di là del Giordano.
Si può dunque parlare di diverse fasi del programma, con differenze anche importanti, ma con una base comune sul terreno dell' ideologia, delle percezioni emotive e, se si vuole, dei "riflessi condizionati" del movimento politico che guida lo Stato.
Nel primo decennio dell'occupazione, la colonizzazione seguì le grandi linee di un piano messo a punto dal generale Yigal Allon, laburista, vice presidente del Consiglio (un uomo che si era distinto già nella guerra del 1948-49 nella pratica del "pugno di ferro" verso le popolazioni palestinesi), piano che