Cattivi esempi:
Bush sta imparando le lezioni sbagliate da Israele


Mercoledì, 10 Ottobre, 2001 Neve Gordon

Lo comprenderete ora ?" chiese il reporter Clyde Haberman del New York Times il giorno dopo i terroristici attacchi a New York e Washington, suggerendo che gli americani dovrebbero ora comprendere la violenza di Israele contro i Palestinesi.
Il giorno successivo, il commentatore del Times Thomas Friedman scrisse da Gerusalemme che poiché loro "odiano la nostra stessa esistenza, non soltanto le nostre politiche" dobbiamo “combattere i terroristi come se non ci fossero regole."
I terroristi sono la “rappresentazione mondiale del male”, Friedman ha spiegato, rafforzando la pericolosa struttura manichea che il Presidente Bush ha introdotto immediatamente dopo il suo ritorno dal nascondiglio segreto in Nebraska.
Il Primo Ministro Ariel Sharon non ha perso tempo.
Realizzando che l'attenzione internazionale sarebbe stata focalizzata sugli orrorifici attacchi, ha dato il semaforo verde all'esercito israeliano per invadere Jenin, Gerico e Ramallah.
Accompagnati dalla fanteria, i tank sono entrati nelle città, mentre gli elicotteri Apache volavano intorno; in tre giorni, 19 Palestinesi sono stati uccisi, inclusi due bambini e molti feriti.
Queste azioni recenti di Israele non dissimili dagli assassini, lo strangolamento economico e l'occupazione in sé sono perdonati perché sono perpetrati contro il terrorismo.
Il fine, secondo la logica alterata avanzata sia dal governo israeliano sia dagli eminenti giornalisti del Times, giustifica l'impiego di violenza brutale.
Nella loro visione, il terrorismo non è determinato dalla natura dell'atto, ma piuttosto dall'identità dell'autore. Gli omicidi ed i bombardamenti di Israele sono, a proposito di questa logica distorta, radicalmente differenti dalle azioni sviluppate dalle milizie palestinesi.

Gli articoli del Times non solo condonano i crimini israeliani contro i Palestinesi, essi replicano il discorso militare che è diretto a colonizzare il grosso dei media negli Stati Uniti dal momento degli attacchi devastanti.
Questo discorso, che riflette e rinforza il nuovo modus operandi dell'amministrazione di Bush, è inoltre completamente familiare alla maggior parte degli israeliani.
Il fatto che le azioni di Sharon hanno indebolito la democrazia e prodotto più spargimento di sangue non hanno scoraggiato gli Stati Uniti dal seguire la condotta di Israele. Ancor prima che i corpi fossero contati ed i morti sepolti, pratiche non democratiche hanno iniziato a manifestarsi in America.
La decisione di permettere la detenzione di sospetti per un periodo indefinito, accanto alla mossa di creare restrizioni imposte dal FBI e CIA, esemplifica come l'enfasi alla soluzioni militari sta già aprendo la via ad un assalto alle libertà civili. Ma le libertà civili non sono i soli diritti in gioco; anche diritti economici e sociali sono in pericolo di essere indeboliti poiché potenti compagnie manipoleranno la situazione per portare avanti i loro cupidi obiettivi.
Chi trarrà beneficio dal miliardo di dollari stanziato per il programma antiterrorismo che sarà preso dal surplus della sacrosanta “Sicurezza Sociale” che i legislatori hanno approvato senza vacillare tre giorni dopo gli attacchi. Questa somma è, ovviamente, in aggiunta al miliardo di dollari che il sovrabbondante apparato militare già raccoglie ogni anno.
Non differente il governo di Israele che recentemente ha approvato il suo budget per il 2002, tagliando tutte le spese sociali mentre drammaticamente aumenta il denaro indirizzato alle infrastrutture ed all'esercito. Il congresso degli USA è ora atteso a circoscrivere la spesa sulla salute, l'educazione ed altri servizi sociali, così da conferire miliardi alle spese militari o, più precisamente alle multinazionali come Lockheed Martin e Raytheon.
In una settimana nella quale il Dow Jones ha annunciato una perdita del 14.3%, la più grande dalla Depressione, Lockheed Martin e Raytheon hanno guadagnato il 10% ed il 37% rispettivamente. Il discorso militare, comunque, non è il solo usato per disporre del sostegno finanziario e politico per i pochi privilegiati, è anche impiegato come un meccanismo da tenere segreto. Non è coincidente che la maggior parte dei commentatori ed analisti politici discutano di terrorismo come se fosse causato da un'inclinazione interna che spinge la persona che lo compie verso la violenza.
La diffusa ripetizione del termine “male puro” è soltanto uno degli esempi singolari. Questa visione impedisce il fatto che il terrorismo è generato da problemi sociali, ingiustizie storiche e sfruttamento strutturale. Per parafrasare Simone de Beauvoir, le persone non nascono ma divengono terroriste.
Una volta che una critica strutturale venga applicata, diviene chiaro che il terrorismo, e di più in modo importante il sostegno alla radice di cui ha bisogno per prosperare, frequentemente nasce da ingiustizie sociali.
Gli effetti che derivano da questo tipo di critica non sono valutati giustamente, poiché suggerisce non solo che i militari non possono assestare un colpo mortale al terrorismo, ma che sono implicati nella sua creazione.
Perciò, essi trattano i sintomi del terrorismo come se fossero le cause alla radice di esso, mentre le cause attuali sono convenientemente ignorate. Questo è sicuramente evidente nel caso di Israele, a causa di cui il governo reagisce alla resistenza Palestinese come se l'occupazione non esistesse. Gli Stati Uniti sono anche colpevoli.
Hanno sviluppato, finanziato e sostenuto atti di terrorismo nel passato, hanno appoggiato politiche economiche neoliberiste con effetti devastanti su miliardi di persone su tutto il globo ed hanno minato la stabilità delle istituzioni internazionali che avrebbero dovuto ascoltare le lagnanze e potenzialmente offrire alternative non violente.
Gli Stati Uniti hanno anche indebolito le Nazioni Unite con il loro periodico comportamento unilaterale. Non diverso da Sharon, Bush ha deciso di dar libero corso a più distruzione attraverso una guerra evidente.
Avrebbe potuto adottare una visione a lungo termine, offrire suggerimenti sui modi di frenare e forse anche eliminare le forze sociali che generano il terrorismo. Ma ciò sembra chiedere troppo a questa amministrazione.



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