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GERUSALEMME
Città santa per tutte e tre le religioni monoteistiche - cristiana, musulmana ed ebraica - Gerusalemme avrebbe dovuto essere, secondo il piano di spartizione adottato dall' Onu nel
1947, un "corpo separato" sia dallo Stato ebraico, sia da quello
arabo-palestinese, con un regime internazionale speciale.
Avrebbe dovuto essere amministrata dalle Nazioni Unite, tramite il loro Consiglio di tutela, con un governatore non cittadino dei due Stati, responsabile dinanzi al Consiglio; smilitrizzata, ma inclusa nella prevista "unione economica" della
Palestina e con garanzie di libera circolazione. L' obiettivo era quello di "garantire e tutelare gli eccezionali interessi spirituali e religiosi" presenti nella città e "promuovere la cooperazione fra tutti gli abitanti".
In contrasto con tali disposizioni, il destino di Gerusalemme
è stato determinato dall' esito di due conflitti israelo-arabi:
quello del 1948-49 e quello del giugno 1967.
Con la guerra del 1948-49, gli israeliani si impadronirono di
vaste zone dei settori occidentali abitate da popolazioni arabe,
massacrando (come a Deir Yassin) o estromettendo, completamente o in parte, queste ultime (come a Lifta, Sheikh Badr;
in altre zone lungo la Jaffa Road, sul lato occidentale della Nablus Road e lungo la principale via di comunicazione Est
Ovest; a Talbieh, alla German Colony, alla Greek Colony; a
Bakaa, a El Maliha). La guerra si concluse con la spartizione di
fatto della città lungo una linea armistiziale che lasciava agli
israeliani la parte occidentale e alla Transgiordania (poi Gior-
dania) quella orientale, compresa la città vecchia (tra le mura)
e, all' interno di questa, il quartiere ebraico. Alla conquista, gli israeliani fecero seguire l' annessione (5 dicembre 1949), la proclamazione come "capitale" dello Stato ebraico (23 gennaio 1950) e un massiccio sforzo per estendere ed "ebraizzare"
l'area urbana sotto il loro controllo. Le decisioni adottate a
più riprese dalle Nazioni Unite per riaffermare la loro competenza (tra le altre, quella del 9 dicembre 1949 sull'internazionalizzazione) restarono lettera morta.
Dal canto suo, la Giordania si annesse, insieme con la Cisgiordania, Gerusalemme Est (24 aprile 1950), facendone la
propria "capitale alternativa".
Con la guerra del 1967 (v. GUERRA DEI SEI GIORNI), gli israeliani si impadronirono anche della parte orientale della città,
ne estesero l'area metropolitana a spese del territorio di alcuni
Comuni cisgiordani e l' annessero unilateralmente (luglio
1967) al loro Stato. Nel giugno del 1980, il Parlamento israeliano dichiarò l'intera Gerusalemme "capitale eterna e indivisibile" dello Stato ebraico. Tali decisioni, al pari dei programmi edilizi intesi ad accerchiare i settori arabi e a modificare i
rapporti di forza demografici, sono stati ripetutamente condannati dalle Nazioni Unite, che hanno ribadito la continuità
della situazione di diritto precedente.
Tra il 1922 e il 1983, gli equilibri demografici si sono modifi
cati come segue.
Tabella D. Popolazione di Gerusalemme tra il 1922 e il 1983
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1922 |
1931 |
1944 |
1952 |
1967 |
1983 |
ebrei |
33.971 |
51.222 |
92.143 |
123.000 |
195.700 |
346.700 |
arabi |
28.112 |
39.227 |
59.888 |
47.000 |
65.763 |
126.100 |
Nell' area di Gerusalemme sono compresi sei campi profughi:
Shufat, Amari, Deir Ammar, Jalazon, Kalandia e Kadura.
Nella seconda metà degli anni '80 e soprattutto all'inizio dei
'90, con l'arrivo in massa di ebrei provenienti dall'Urss e dai
Paesi dell' Europa orientale, i dirigenti israeliani hanno rilan
ciato gli sforzi per consolidare, sia attraverso il potenziamen
to degli insediamenti, sia attraverso una pesante pressione sul
la comunità arabo-palestinese, la loro presa su una città il cui
futuro pretendono non sia negoziabile.
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