Respinta la richiesta di scarcerazione del Turchia, Frisullo inizia |
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ANKARA - E' in sciopero della fame da oggi il pacifista italiano Dino Frisullo, recluso in una prigione turca con l'accusa di istigazione alla rivolta per aver partecipato a una manifestazione del capodanno curdo dello scorso 21 marzo alla quale presero parte più di diecimila persone che scandirono slogan anti governativi. Frisullo ha iniziato lo sciopero della fame dopo la decisione di ieri del tribunale dello stato di Diyarbakir di respingere la seconda richiesta di scarcerazione. I legali del pacifista taliano avevano chiesto la scarcerazione non solo considerando la gravita minore del reato contestato che prevede una pena massima di tre anni, ma anche per il fatto che Frisullo non potrebbe inquinare le prove, a pochi giorni dalla prima udienza del processo fissata per il 28 aprile. Con lo sciopero della fame, Frisullo chiede inoltre il rispetto da parte della Turchia delle convenzioni internazionali sui diritti umani e la liberazione degli intellettuali detenuti per reati di opinione, primi fra tutti il sociologo Ismail Besecki e i giornalisti Haluk Gerger e Yasar Kaplan condannati e imprigionati per i loro scritti. Per quanto riguarda le condizioni di detenzione, Frisullo lamenta che non può telefonare e nemmeno parlare con i visitatori, come è avvenuto con il fratello, se non attraverso uno speciale divisorio, mentre ai agli altri detenuti sono permessi incontri normali. Il pacifista denuncia di non poter parlare con i suoi legali senza la presenza di una guardia e chiede che le autorità turche concedano alla delegazione parlamentare italiana il permesso di visitarlo che era stato negato nelle scorse settimane. (15 aprile 1998) |
Frisullo, sciopero della fame DALL'ARCHIVIO IN RETE IN RETE |
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