Officina 99
Roma, Kurdistan, Napoli : ancora repressione
6 arresti, 60 denunce, perquisizioni a tappeto in tutta Roma......
ANCORA REPRESSIONE
Sabato 20 febbraio a Roma, una manifestazione in solidarietà con Ocalan ed
il popolo kurdo.
I partecipanti scelgono di colpire gli uffici della compagnia
aerea turca:
un segnale preciso di ostilità proletaria nei confronti del regime turco e
del governo italiano, principale responsabile della consegna nelle mani
degli aguzzini turchi di Apo, partigiano del Partito dei lavoratori del
Kurdistan.
Un’ azione diretta, una pratica di lotta antagonista che cerca di dare un
segnale di controtendenza rispetto le lacrime di coccodrillo e le
invocazioni "democratiche" per un’ processo equo e giusto (?!) nella
Turchia delle torture, delle carceri inumane, di desaparceridos, degli
arresti di massa, delle distruzioni di interi villaggi.
La violenza di stato si scaglia con tutta la sua ferocia contro l’ area
dell’ antagonismo sociale : gli arresti, le perquisizioni nelle case e nei
centri sociali autogestiti, le decine di denunce sono un monito a non
fuoriuscire dai margini tollerati e striminziti di un conflitto sociale
sempre più schiacciato tra concertazione e repressione, tra cooptazione e
pacificazione coatta.
Lo sproporzionato attacco repressivo, come gli stessi proiettili sparati
quel giorno ad altezza d’ uomo nella piazza, raggiungono certamente livelli
impensabili di reazione - tali da far sconcerto finanche nelle fila dei
benpensanti progressisti - tuttavia non si tratta di episodi fortuiti ed
isolati ma rientrano in una precisa strategia di annientamento sistematico
e quotidiano di tutte quelle forme, quelle pratiche, quell’ immaginario,
quei comportamenti antagonisti che mettono in discussione in modo diretto
la legittimità e la "naturalità" del modello vigente di oppressione e
sfruttamento.
LA REPRESSIONE DA ROMA AL KURDISTAN PASSANDO PER NAPOLI
Non è un caso che tutte le forme organizzate di lotta, dai popoli in lotta
per la propria autodeterminazione (come il popolo kurdo, palestinese,
basco, ecc..) ai soggetti sociali autorganizzati, devono quotidianamente
fra i conti con quella violenza di stato che si suole chiamare giustizia.
A Napoli ogni giorno la repressione, strisciante e palese, si contrappone
alla crescita e allo sviluppo dei movimenti di lotta e delle loro battaglie
per il soddisfacimento dei bisogni negati : non solo quindi le cariche
contro il presidio fuori il consolato il giorno seguente l’ arresto di
Ocalan, ma ogni iniziativa di lotta trova la controparte "armata" pronta a
scagliarsi e reprimere con la forza le espressioni sempre più diffuse di
lotta e di antagonismo dei settori sociali non garantiti.
Ormai non si contano più le manifestazioni di disoccupati e precari che,
solo negli ultimi mesi, hanno dovuto affrontare i manganelli e la violenza
poliziesca. Da ormai diverse settimane la rabbia proletaria contro gli
sfratti e gli sgomberi di case quotidianamente si scontra con le forze
dell’ (cosiddetto)ordine. La magistratura contemporaneamente "sforna" una
quantità indecente, per una città come Napoli, di procedimenti penali nei
confronti dei movimenti di lotta : dai maxi-processi contro i disoccupati,
con oltre 70 imputati, alla criminalizzazione dei movimenti studenteschi,
fino alle convocazioni in questura, le diffide a partecipare a
manifestazioni pubbliche.
Dinanzi ad un governo di centro-sinistra che intensifica ed accentua i
propri strumenti repressivi, che accellera i processi di ristrutturazione,
privatizzazione e precarizzazione sociale, solo l’ unità dei soggetti
sociali ed il rilancio delle lotte possono rapppresentare il terreno
possibile per una risposta forte e determinata contro la repressione, la
negazione dei bisogni fondamentali, lo stato di cose presenti.
CONTRO LA REPRESSIONE,
LOTTIAMO UNITI E ORGANIZZATI PER IL SALARIO
GARANTITO,
IL
LAVORO, LA CASA, I SERIVIZI SOCIALI GRATUITI
Centro Sociale Officina 99
Laboratorio occupato SKA
Cca Acerra
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