SOLIDARIETA’ CON I COMPAGNI ARRESTATI E I CENTRI SOCIALI ROMANI
Apprendiamo questo primo pomeriggio delle massicce perquisizioni di
case, di centri sociali e degli arresti di compagni nella capitale.
Evidentemente la vecchia frusta della galera e dell’intimidazione
questurina tornano di moda quando si oltrepassa il livello del “civile
dialogo” fra servo/padrone a cui ci vorrebbe costringere lo Stato, pur
democratico e pur segnato dalla meteora del centro-sinistra.
In questo paese abulico dove ci si infiamma tanto nella caccia allo
straniero o nel rivendicare più ordine e manganelli nel governo delle
grandi città fra destra e sinistra istituzionale, non è più tollerabile
l’indignata protesta contro la palese violazione dei diritti umani da
parte dello stato turco nel sequestro di Ocalan.
Sappiamo tutti come il leader kurdo sia stato prima abbandonato e poi
venduto miserabilmente dalle cancellerie europee, col sostanziale
appoggio di Cia e Mossad, al governo Ecevit. Sappiamo pure come l’Italia
abbia avuto un ruolo complice, di primo piano, nel favorire l’arresto di
Ocalan non concedendo per tempo l’asilo politico; così sappiamo ancora
come il nostro paese continui a mantenere un ruolo fondamentale nel
sostegno economico e militare del regime dittatoriale turco.
Gli affari con la Turchia valgono di gran lunga più del genocidio del
popolo curdo e della distruzione della sua cultura, questo ci ha voluto
dire D’Alema nella vergognosa gestione del “caso Ocalan”, questo ci
vuole confermare la signora Jervolino con gli arresti, i mandati e le
perquisizioni di questi giorni per aver solo “violato” la saracinesca di
una squallida concessionaria romana delle linee aereonautiche turche.
Come al solito nella “democratica” Europa valgono due pesi e due misure:
arresti e fogli di via per chi protesta contro le ingiustizie di un
paese sedicente democratico (la Turchia) da una parte, strette di mano e
nuovi accordi commerciali con i sanguinari dittatori di Ankara
dall’altra; svendita del “terrorista” Ocalan ai servizi segreti turchi,
campagna “umanitaria” per liberare e riconsegnare al governo cileno il
signor Pinochet.
La protesta e la lotta contro queste storture e ipocrisie dei governi
“di sinistra” d’Europa è dunque più che giusta, come giusta è la lotta
al fianco del popolo kurdo, contro lo stato autoritario turco e
l’imperialismo occidentale. Dunque la nostra solidarietà con i compagni
arrestati del movimento antagonista romano accusati di aver “osato”
sostenere coerentemente la lotta di un popolo perseguitato è totale e
incondizionata.
Rimaniamo disponibili come centro sociale a discutere e partecipare a
tutte le iniziative di solidarietà con i compagni in carcere, così come
siamo disponibili a continuare la mobilitazione a fianco del popolo
kurdo per la liberazione di Ocalan, anche partecipando e promuovendo
iniziative di boicottaggio dei traffici economici e militari fra Italia
e Turchia.
CENTRO SOCIALE OCCUPATO AUTOGESTITO GABRIO
Torino 3/3/99
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